Contrariamente agli ultimi appuntamenti, la riunione della Banca Centrale fissata per il prossimo 26 ottobre risulta essere carica di attese. Il Consiglio di politica monetaria dell’Eurotower dovrebbe infatti formalizzare un importante passo in avanti nei confronti dell’obiettivo della normalizzazione della politica monetaria, anche se il compito di Mario Draghi sarà quello di convincere i mercati finanziari che la fine del programma è ancora lontana, e che il processo potrebbe essere reversibile, se necessario.
Dalla riunione di settembre a un aggiornamento economico
Per poter cercare di comprendere che cosa accadrà della riunione del 26 c.m., è bene riprendere il discorso da dove lo avevamo lasciato: i verbali della riunione di settembre hanno infatti indicato che i membri del Consiglio erano concordi sul fatto che un graduale adattamento dello stimolo monetario fosse giustificato da un andamento dell’economia più forte delle attese, rimandando dunque l’attenzione all’aggiornamento economico.
Una visione confermata poi dalle dichiarazioni di Draghi dello scorso 13 ottobre, che ha ribadito come la ripresa economica sia oramai diffusa a tutta l’area, proceda a ritmi solidi e sia sostenuta dalla domanda interna, che è a sua volta stimolata dalle misure di politica monetaria introdotte dalla BCE. Permane pertanto confermata la stima di una crescita del PIL euro zona del 2,2% per il 2017, dell’1,8% per il 2018 e dell’1,7% per il 2019.
Più arduo sarà invece fronteggiare il bisogno di un’inflazione più dinamica: la BCE si è limitata ad affermare di essere più fiduciosa sulle prospettive di rialzo del dato nel medio termine, ma è invero che per il momento i segnali di rialzo dell’inflazione sottostante rimangono insoddisfacenti.
Che cosa farà la BCE
A questo punto, non rimane altro che cercare di comprendere che cosa farà la BCE nel meeting di giovedì. Considerato infatti che a fronte di una probabile conferma dai dati di crescita economica e di inflazione sotto il desiderato, le posizioni all’interno del Consiglio andranno dunque a dividersi sul da farsi sulla politica monetaria.
È molto probabile che Draghi, come peraltro ha già lasciato intendere, voglia sottolineare che è necessario conservare un ampio grado di stimolo monetario e quindi un approccio graduale nel ricalibrare gli acquisti. Contemporaneamente, dovrà anche spingere i mercati finanziari a evitare un restringimento delle condizioni finanziari, trasmettendo loro un messaggio accomodante, e lasciando intendere che il programma rimane ancora quasi open ended.
Se la BCE riuscirà a convincere i mercati del fatto che il programma di acquisto rimane potenzialmente open ended, lo capiremo nelle ore successive alla chiusura dei mercati, osservando la reazione di mercato e la correzione dei prezzi degli asset, che potrebbe essere più o meno ampia.
Più tecnicamente, è ben possibile che la BCE nel meeting di ottobre indichi che gli acquisti di titoli inquadrati all’interno del proprio quantitative easing potranno essere ridotti nel corso del prossimo anno, lasciando poi espresso il riferimento alla possibilità di incrementarli di nuovo in caso di necessità.
Difficile invece cercare di prevedere che cosa la BCE possa decidere in merito alla possibilità di indicare o meno una data ultima di spegnimento del programma. La scelta potrebbe essere prevalentemente influenzata dagli equilibri interni al Consiglio.
Rimane inoltre da chiarire anche le possibili variazioni ai limiti per emittente e singola emissione: è comunque difficile – considerato anche che Draghi non ne ha fatto cenno nel suo ultimo intervento – che vi possano essere novità sui parametri dell’EAPP in questa fase finale di intervento.
A questo punto, tirando le somme, possiamo ipotizzare che la BCE possa deliberare il prolungamento dell’APP con acquisti per 30-40 miliardi di euro nel 1° semestre 2018, rimandando dunque al primo trimestre 2018 valutazioni sul periodo successivo. È molto probabile che la BCE possa annunciare un’uscita molto graduale dagli acquisti, evitando poi di indicare la data ultima di chiusura del programma, senza escludere la possibilità di invertire il processo se i dati lo richiedessero e pertanto confermando un approccio flessibile che le permetterebbe di reagire più prontamente a errori di valutazione riguardo la reazione dei mercati.
Dunque, il comunicato BCE potrebbe diramare conferma dell’estensione degli acquisti a volumi fissi per un periodo di almeno un semestre, seguito poi da un nuovo annuncio poco prima della scadenza. In ogni caso, è molto difficile che la BCE prolunghi il programma di acquisto oltre il 2018, mentre è più probabile che possa limitare gli acquisti
netti complessivi nel corso del 2018 tra i 200 e i 350 miliardi di euro dai 780 miliardi di quest’anno. Il totale degli acquisti nell’ambito dell’EAPP dovrebbe superare i 2500 miliardi di euro a fine 2018.