BCE, Draghi difende le misure di politica monetaria

Durante l’attesa audizione al Parlamento olandese, il timoniere della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha riaffermato l’indispensabilità delle misure di politica monetaria che il proprio istituto ha adottato fin dal 2014. Si tratta di una presa di posizione netta, non a caso agita dinanzi al parlamento olandese, che insieme a quello tedesco, è stato probabilmente tra i principali oppositori delle politiche non convenzionali adottate dalla BCE e, in particolar modo, delle iniziative di acquisto di titoli pubblici.

Nell’evento, Draghi ha ribadito che i benefici delle politiche monetarie adottate sono in grado di superare abbondantemente i costi, e ha poi specificato che per il momento non sono emerse indicazioni convincenti di aumento di salari e prezzi interni che possano giustificare revisioni alla politica monetaria. Draghi si è tuttavia detto fiducioso sul fatto che i salari nominali siano in grado di incrementare il loro livello in tempi brevi, riconoscendo poi che sebbene i rischi verso il basso per la crescita economica della propria area di competenza stiano diminuendo, è opportuno non variare il tono rispetto al meeting BCE dello scorso 27 aprile.

A proposito di istituti monetari, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, Rosengren (Fed) si è dichiarato per nulla preoccupato dei dati deboli di inizio 2017, ribadendo la propria valutazione secondo cui le condizioni dell’economia continuano a essere coerenti con un graduale rialzo dei tassi sui fed funds e l’avvio di un processo di riduzione del bilancio della Fed. Potrebbero pertanto essere opportuni, a proprio giudizio, più di tre rialzi dei tassi nel 2017, se l’economia dovesse evolversi come previsto.

Dati macro, produzione industriale in crescita

Diamo infine uno sguardo ai principali dati macro usciti nelle ultime ore, partendo da quelli italiani. Nel nostro Paese la produzione industriale risulta essere ancora in crescita nel corso del mese di marzo, con il dato che è cresciuto lievemente più del previsto a marzo, di +0,4 punti percentuali su base mensile (dopo il +1 per cento di febbraio), accelerando su base annua (a +2,8 per cento da +2 per cento). La ripresa della produzione industriale sembra essere più diffusa tra i vari settori, tanto che solamente il comparto del legno e della stampa, tra i manifatturieri, registra un calo. Al di fuori del manifatturiero, la prestazione negativa principale riguarda il settore della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria. Di contro, quelli che sembrano essere i settori più brillanti sono i mezzi di trasporto e il farmaceutico.

Sempre in tema di produzione industriale, ma ragionando sul dato francese, qui la variabile è rimbalzata del 2,0 per cento mese su mese da -1,7 per cento mese su mese, risultando così ben al di sopra delle attese di consenso. La produzione manifatturiera è cresciuta del 2,5 per cento sul mese, mentre la produzione energetica è calata ancora, di -1,6 punti su base mensile. Nel settore delle costruzioni la produzione risulta essere in flessione di -5,1 punti percentuali sul mese.

Spostandoci negli USA, i prezzi all’import ad aprile hanno sorpreso verso l’alto, con una crescita di mezzo punto percentuale su base mensile. Cresce dell’1,6 per cento il petrolio, dello 0,3 per cento gli alimentari, dell’1,1 per cento gli alimentari, dello 0,5 per cento le auto. Il rialzo di aprile è il quinto consecutivo e riflette l’indebolimento del cambio effettivo oltre che l’aumento del prezzo del petrolio nella prima metà del mese.

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