La Banca d’Inghilterra non ha deluso le aspettative, e nella riunione della scorsa settimana ha prodotto una serie di annunci che hanno rinvigorito la propria politica monetaria e… “di comunicazione“. Puntando particolare impegno sull’effetto annuncio, la BoE ha infatti presentato un pacchetto di misure abbastanza ricco da avere una chance di scuotere le aspettative: di fatti, oltre al taglio – ampiamente previsto – del Bank Rate a 0,25 p.p., la Banca ha anche annunciato un Term Funding Scheme (TFS) e il riavvio dei programmi di acquisto di obbligazioni corporate per un totale di 10 miliardi di sterline, e obbligazioni sovrane per un totale di 60 miliardi di sterline.
Nel suo ricco comunicato a corredo delle decisioni, la BoE giustifica le proprie misure sulla base della valutazione che le piĂą basse previsioni di crescita riflettono sia un calo del potenziale, sia un aumento delle risorse inutilizzate, e che l’aumento dell’inflazione oltre l’obiettivo sarĂ perciò transitorio. Rilevante è stato anche il calo delle stime di crescita, uno degli elementi piĂą attesi della giornata: mentre la stima 2016 è rimasta invariata a + 2,0%, quella 2017 – 2018 è stata rivista in flessione, sulla base della valutazione secondo cui il miglioramento della bilancia commerciale compenserĂ soltanto in parte il rallentamento della domanda interna. E così, i tecnici dell’istituto monetario ritengono che la crescita media annua scenderĂ di 1,5 punti percentuali nel 2017, da 2,3 a 0,8%, e di mezzo punto percentuale nel successivo 2018, da 2,3% a 1,8%.
Tra gli altri spunti decisori, la BoE ha annunciato la volontĂ che il Term Funding Scheme possa essere utilizzato per ridurre gli effetti negativi dei tassi (quasi) zero sul sistema finanziario, aumentando la probabilitĂ che il calo dei tassi sia trasmesso a valle. La ripresa del programma di acquisti viene giustificata invece con l’obiettivo di mantenere bassi i tassi a lungo termine e di stimolare una diversificazione verso attivitĂ piĂą rischiose (peraltro, si noti come, mentre la decisione di tagliare i tassi è stata assunta all’unanimitĂ , quella di lanciare nuove ondate di acquisti di titoli di Stato abbia creato qualche spaccatura rilevante all’interno del comitato).
Sempre nelle ricche righe del comunicato, la BoE afferma infine che se tutto andrĂ come previsto i tassi di riferimento verranno ridotti ancora per i margini disponibili, giungendo così a un livello vicino allo zero, ma un pò superiore. Difficile – o quasi impossibile – che invece si possa inaugurare una stagione di tassi negativi, che rappresenterebbero una decisione fortemente osteggiata dalla stessa presidenza della BoE (contrariamente ad altre azioni, come il rafforzamento delle altre misure).
Sulla base dell’annuncio, il mercato ha “punito” la sterlina generando una immediata correzione, pur meno rilevante rispetto a quanto qualche analista aveva avuto modo di pronosticare (di fatti, le quotazioni della sterlina non sono uscite dal range delle ultime tre settimane, e sono ben distanti dai minimi post referendum del 23 giugno). Il merito è, intuibilmente, del fatto che la revisione al ribasso della crescita è stata meno drammatica di quanto stimato da alcuni osservatori, e che comunque la BoE è intervenuta attraverso una serie di misure che puntano a rassicurare i mercati, garantendo la piena disponibilitĂ della Banca centrale a contrastare gli effetti negativi della Brexit.
Insomma, in fin dei conti, la sterlina sembra aver superato anche questo scoglio, non irrilevante. Di conseguenza, è possibile rivedere al ribasso i livelli attesi della sterlina, ma non certo in maniera radicale, considerando anche che superato l’anno in corso, è previsto un graduale recupero. Difficile, comunque, che la sterlina possa superare stabilmente (o meno) i livelli pre-referendum nel corso dei prossimi trimestri.