Borse USA fanno i conti con le trimestrali

Considerato che per il momento la Federal Reserve sembra esser convinta a prolungare il proprio atteggiamento attendista, e valutato che la settimana macro non sembra offrire spunti significativi sul fronte del proprio calendario, gli investitori a stelle e strisce sono prevalentemente occupati a trarre utili spunti sul fronte delle trimestrali in corso di pubblicazione. Cerchiamo di riassumere le principali, relative agli ultimi giorni.

Morgan Stanley. Cominciamo da Morgan Stanley, che ha chiuso la trimestrale con risultati superiori alle attese. Nel secondo trimestre fiscale, infatti i profitti sono stati pari a 1,42 miliardi di dollari al lordo dei dividendi, in calo dagli 1,67 miliardi di dollari del secondo trimestre 2015 ma, comunque, ben superiore alle attese degli analisti, forte di un utile per azione pari a 75 centesimi contro i 59 centesimi delle stime di consenso del mercato. I ricavi sono risultati contemporaneamente in calo, a 8,91 miliardi di dollari, rispetto ad attese di 8,3 miliardi.

Intel. Risultati invece sotto le attese per Intel, con un reddito netto nel secondo trimestre fiscale che è stato pari a 1,3 miliardi di dollari, in calo del 51 per cento rispetto all’anno precedente. In particolare, sembra abbiano pesato sui risultati trimestrali le sanzioni pari a 1,4 miliardi di dollari dopo che Intel ha tagliato 12.000 posti di lavoro. Per le prestazioni delle singole divisioni, rileviamo fatturato della divisione Data center pari a 4 miliardi di dollari, in positivo rialzo del 5 per cento rispetto al secondo trimestre fiscale dello scorso anno, ma sotto le attese per il terzo trimestre di fila. Il Client Computing Group ha invece chiuso il periodo con fatturato pari a 7,3 miliardi di dollari, in ribasso del 3 per cento rispetto allo scorso anno. Il reddito operativo della divisione è stato pari a 1,9 miliardi di dollari.

Citigroup. Buona trimestrale per Citigroup, con il gruppo finanziario che chiude il suo secondo trimestre con utile e ricavi in calo su base annua, ma meglio delle attese. In particolare, l’utile netto è calato del 17 per cento a circa 4 miliardi di dollari, ma oltre le attese di consenso. Al netto degli aggiustamenti contabili, i ricavi sono scesi dell’8 per cento a 17,5 miliardi di dollari, a causa principalmente del contesto di bassi tassi di mercato che hanno penalizzato i margini. Anche in questo caso, comunque, il risultato ha superato le indicazioni di mercato che indicavano un valore di 17,47 miliardi di dollari.

Bank of America. Il gruppo finanziario statunitense ha chiuso il secondo trimestre con una flessione dell’utile pari al 21 per cento rispetto al dato dell’analogo periodo del precedente esercizio. A pesare sulla redditività è stata principalmente la diminuzione del fatturato dell’attività di asset management. L’utile netto è sceso così a 4,23 miliardi di dollari, corrispondenti a 0,36 dollari per azione che si raffronta però con 0,33 dollari stimati dal mercato. I ricavi sono calati su base annua del 7,1 per cento a 20,4 miliardi di dollari, su cui ha pesato la flessione del 2,4 per cento dell’attività di asset management, compensata però dall’aumento del 22 per cento dell’attività di trading sui bond. In miglioramento anche i risultati derivanti dalla politica di contenimento dei costi e quelli sul fronte degli accantonamenti per perdite su crediti, attestatisi a 976 milioni di dollari, contro i 998,7 milioni di dollari stimati dal consenso.

Goldman Sachs. Bene anche la trimestrale di Goldman Sachs, con la banca d’affari che ha chiuso il secondo trimestre con utile in incremento del 74 per cento rispetto al dato dello stesso periodo del precedente esercizio. Il risultato d’esercizio è stato così pari a 1,82 miliardi di dollari, con 3,72 dollari per azione, contro 1,98 dollari per azione (1,05 miliardi di dollari complessivi) dello scorso anno. Risultato così oltre le stime di consenso, pari a 3,05 dollari per azione.

Microsoft. La società statunitense chiude il trimestre (il quarto fiscale, considerato che l’esercizio si chiude il 30 giugno 2016) con ricavi per 22,6 miliardi di dollari. I ricavi su base annua, pari a 85,32 miliardi, hanno però subito una flessione dell’8,8 per cento, siglando di rosso il trend del fatturato, per la prima volta in sette anni.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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