IPO 2018: a quali partecipare nei prossimi mesi?

I prossimi mesi si preannunciano piuttosto agitati per Piazza Affari, con Borsa Italiana che si sta di fatti preparando ad assistere a un vero e proprio boom di IPO tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. I settori interessati dalle prime quotazioni saranno numerosi (dai trasporti al lusso, dalla grande ristorazione al retail), e diversissime sembrano essere le valutazioni che sarà possibile fare sulle possibili sorti del comparto.

Chi sbarcherà in Borsa nel 2018

Fermo restando che l’ondata di nuove quotazioni prevista tra la fine di quest’anno e il prossimo è davvero molto ricca, cerchiamo di fare un po’ di ordine partendo da chi, per prima, potrebbe arrivare sui listini dei mercati regolamentati.

In tal senso, salvo sorprese e ritardi, la prima società che dovrebbe sbarcare sui listini potrebbe essere il gruppo Gamenet, controllato dal private equity Trilantic e attivo nel settore dei giochi. È possibile che Gamenet possa arrivare sui listini già entro la fine del 2017, ma al più tardi ci riuscirà a 2018 appena iniziato.

Per quanto concerne, in proposito, il 2018, è qui che – intuibilmente – si concentra la parte più ricca del nutrito schieramento. Nella meccanica italiana dovrebbe ad esempio fare la propria parte il gruppo Itema, tra i cui azionisti c’è la famiglia di imprenditori Radici: l’azienda è ad oggi uno dei massimi operatori nelle soluzioni per la tessitura con telai all’avanguardia.

Passando ai trasporti, qui dovrebbe finalmente arrivare a Piazza Affari il Ntv-Nuovo Trasporto Viaggi, ovvero l’operatore che gestisce il business ferroviario dei treni ad alta velocità con brand Italo. Anche se non ci sono certezze in merito, in Borsa dovrebbe finire una quota tra il 30 e il 40 per cento, mentre la ricerca per individuare il consorzio bancario di collocamento sarebbe già agli sgoccioli.

Arriveranno altresì in Borsa anche Ansaldo Energia e Sia, così come Rainbow: un nome che forse ai più non dirà granché, ma che è in realtà dietro ad alcune delle più note produzioni cartoon, come la serie Winx.

Perché tutte (o quasi) vogliono quotarsi?

Andando alla ricerca delle determinanti di una simile ondata di IPO, è certamente possibile sintetizzare come buona parte del merito di tale euforia sia da ascriversi nella grande liquidità che è presente in questo momento sui mercati. D’altro canto, giova però un ruolo positivo anche il boom dei piani individuali di risparmio (Pir), che ha messo le ali alle Pmi quotate in Borsa.

Come peraltro ricordava sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore Paolo Celesia, che di Credit Suisse per l’Italia è responsabile equity e debt capital markets, “i flussi in entrata sui fondi Pir riavvicinano il grande pubblico all’investimento azionario ancorchè in una forma più professionale e mediata”.

Oltre a quanto sopra rammentato, esistono altresì diversi fattori tecnici che stanno superando le prime quotazioni. Si pensi ai livelli dei tassi di interesse, che sono vicinissimi allo zero, alla correlazione inversa tra i multipli di P/E e gli spread sui titoli governativi, e così via.

Il made in Italy attira

Sempre in questo ambito, non è certo un caso che a guardare con particolare attenzione a quello che avverrà sul fronte IPO tricolore sono i grandi investitori istituzionali esteri, attratti di tradizionali simboli del Made in Italy e, in merito, sicuramente dal lusso e da tutte quelle aziende che possono rappresentare lo stile italiano nel mondo. E non è certamente coincidenza se si guarda con crescente attesa alla quotazione di Eataly, la società fondata da Oscar Farinetti, che potrebbe quotarsi nel 2018 o al massimo nel 2019, mettendo sul mercato circa il 30% del capitale.

Sempre in tale percorso si può apprezzare il rincorrersi di voci circa la possibile quotazione di Valentino nel 2018 da parte degli azionisti del Qatar, e ancora prima la quotazione del gruppo Furla.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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