Fine giugno di prevedibile movimento per i trader. Il referendum della Brexit, le elezioni spagnole alle spalle, quelle giapponesi in prossimità, stanno condizionando pesantemente i mercati, con la conseguenza di accrescere di ulteriore aleatorietà il già persistente clima di incertezza in vigore.
Riassumendo quanto accaduto negli ultimi giorni, ricordiamo come stia continuando di buona lena la politica di acquisti di titoli covered da parte della Bce, incrementati di 1,92 miliardi di euro a 182,99 miliardi. Cresce anche il portafoglio PSPP, che ha visto un incremento di 17,14 miliardi di euro ed è salito a 868,81 miliardi di euro e gli acquisti settimanali di ABS, che al netto dei titoli scaduti sono stati pari a 100 milioni di euro, portando il totale dei titoli in portafoglio a 19,66 miliardi di euro. Infine, gli acquisti di titoli nell’ambito del CSPP sono stati circa pari a 2,65 miliardi con un aumento del portafoglio fino a 4,90. Rimane ora da comprendere quali saranno le dichiarazioni Bce: è ipotizzabile una nuova spinta espansiva, anche se le armi a disposizione devono essere ancora limate.
Passando alla Spagna, l’esito delle elezioni politiche sembra aver conferito un po’ di ossigeno al debito del Paese iberico, con il rendimento del Bonos decennale che è sceso a 1,43%, stringendo di 13pb il differenziale con il Bund e di 14pb quello con il BTP di pari scadenza. A proposito di titoli di Stato, il Tesoro italiano ne ha approfittato per piazzare sul mercato 693 milioni di BTPei Set-2032 e ha comunicato che il 30 giugno offrirà il CCTeu 15/7/2023, il BTP 0,45% 1/6/2021 e il BTP 1,6% 1/6/2026 per un totale di 5,25-6,75 miliardi.
Spostandoci alla fonte del clima di turbolenza, Londra, è emerso invece che il nuovo primo ministro del Regno Unito possa essere nominato già il prossimo 2 settembre.
Difficile prevedere, allo stato attuale delle cose, chi possa essere il favorito. L’ex sindaco di Londra Boris Johnson, che è uno dei candidati alla successione, sembra perdere qualche punto di favore. Intanto, come era prevedibile, le agenzie di rating stanno rivedendo la propria posizione nei confronti della diretta interessata britannica: S&P ha annunciato il declassamento del debito a lungo termine da AAA ad AA (outlook negativo), mentre Fitch ha tagliato da AA+ ad AA, sempre con outlook negativo.
Sempre in riferimento alla Brexit, c’è stato l’atteso vertice trilaterale tra Francia, Germania e Italia, al termine del quale la Germania ha fatto sapere che non vi saranno negoziati di alcun tipo con il Regno Unito prima della formalizzazione della richiesta di uscita, chiedendo dunque una velocizzazione dell’istanza per poter avviare le pratiche di uscita della zona dall’UE. In merito, dal vertice è uscita – e non sarebbe potuto esser che così – una proposta di massima per il rilancio dell’UE, con focalizzazione su sicurezza interna ed esterna, controllo delle frontiere esterne, accordi con i paesi del Nord Africa per il contenimento dei flussi migratori. Sul fronte economico, anche grazie all’impulso italiano, vi sarebbe stata una maggiore attenzione a crescita, occupazione e competitività.
Più calma è la situazione negli Stati Uniti dove, digerito il fatto che non ci sarà alcun rialzo dei tassi Fed a luglio, e con le elezioni presidenziali ancora un po’ distanti, si guarda a qualche dato macro comunque non tanto rilevante. Sono in particolar modo in corso di uscita i dati sulla stima preliminare della bilancia commerciale dei beni di maggio, che mostra un ampliamento del deficit a -60,6 miliardi di dollari da -57,5 miliardi di aprile, con un modesto calo dell’export (-0,5% m/m) concentrato su beni capitali e auto, a fronte di un più ampio incremento delle importazioni (+1,4% m/m). I dati di aprile e maggio, con deficit in chiusura rispetto ai primi mesi dell’anno, puntano a un modesto contributo positivo delle esportazioni nette alla crescita del PIL del 2° trimestre.
Chiudiamo infine con uno sguardo sul Giappone, dove la data delle elezioni per il rinnovo della Camera Alta è stata fissata il 10 luglio. Alla luce dei sondaggi recenti e del numero di seggi da rinnovare, lo scenario centrale è che le elezioni confermino senza problemi l’attuale maggioranza di governo.