Come abbiamo avuto modo di riepilogare sul nostro sito nel corso delle ultime settimane, il governo britannico ha scelto di rendere ufficiale l’avvio dell’iter di Brexit consegnando al Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk una lettera di notifica dell’intenzione di uscire dall’Unione Europea.
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Theresa May apre le porte a dialogo costruttivo
In concomitanza con tale atto formale, il primo ministro Theresa May, nel suo discorso al parlamento, ha dichiarato la propria intenzione di lavorare in modo costruttivo con l’Unione Europea per poter raggiungere a un accordo comune su quello che sarà il nuovo assetto delle relazioni economico-commerciali tra Regno Unito e UE. A chi si domanda se un simile atteggiamento sia sostanziale o solo apparenza, riteniamo certo sostenere che si tratta della prima ipotesi: la retorica comunicativa di May sembra infatti voler indicare in maniera piuttosto chiara che il governo sarà impegnato a evitare l’opzione di un’uscita senza accordo, considerato lo scenario peggiore per l’economia britannica, poiché sottoporrebbe le relazioni con l’UE sotto il quadro generale del WTO.
Insomma, le dichiarazioni di May sembrano essere abbastanza sincere, poiché nessuno ritiene che la mancanza di accordo economico e commerciale con l’Unione Europea sia il migliore scenario per il Regno Unito: anche Scozia e Irlanda finirebbero infatti per risentirne, e con il probabile referendum sull’indipendenza scozzese del prossimo anno, non sarebbe un buon viatico per il raggiungimento di un risultato ideale.
Anche per questo motivo May ha ripetuto in maniera esplicita che sebbene il Regno Unito non sarà più un membro del mercato unico, l’obiettivo è pur sempre quello di raggiungere un nuovo “ambizioso accordo di libero scambio”, nel contesto di un nuovo rapporto, speciale e profondo, con l’UE. Contemporaneamente, May ha affermato che il Regno Unito si aprirà maggiormente al resto del mondo, cercando in particolare di sviluppare i rapporti commerciali con i mercati che crescono di più.
La sterlina respira, ma le pressioni rimangono
Le aperture della May hanno certamente fornito un buon supporto alla sterlina, che nei giorni precedenti era stata schiacciata dal mix di determinanti rappresentato dall’attesa per la Brexit e dal via libera al referendum scozzese. Tuttavia, non riteniamo che tale sostegno potrà durare a lungo: anche nell’ipotesi in cui l’Unione Europea sia in grado di concedere l’avvio delle trattative sui futuri accordi commerciali contemporaneamente a quelle sui diritti dei cittadini UE residenti nel Regno e alla penale di recesso (che l’Unione Europea valuta in 60 miliardi di euro), la pianificazione di un accordo di libero scambio sarà compito estremamente complesso.
L’attesa è ora spostata sulla natura delle linee guida per i negoziati che Donald Tusk sta inviando ai 27 Stati membri.