Brexit: panico Borse, sterlina a picco, Piazza Affari crolla

Un venerdì nerissimo per i mercati finanziari di tutto il mondo, con Piazza Affari che registra la sua più grande perdita di sempre, dopo che il referendum sulla Brexit ha sancito che la Gran Bretagna è fuori dall’Unione europea. Si teme sia soltanto l’inizio di un effetto domino.

Piazza Affari banche a picco

Milano, a pochi minuti dalla chiusura delle contrattazioni, arriva a perdere oltre l’11 per cento, la maggiore perdita di sempre, la peggiore sessione in tutta la storia della Borsa Italiana: dal 1994 non ha mai registrato un simile crollo. Nemmeno nel 2008, dopo il crac di Lehman quando il Ftse Mib chiuse con un crollo dell’8,24%. Neppure il giorno del fatidico attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York, quando l’indice arretrò del 7,57%.

A crollare è soprattutto il comparto bancario, con tutti i principali istituti italiani in profondo rosso e con perdite a due cifre per BPM, Unicredit, Mps, Ubi Banca, Mediobanca, Banco Popolare e Intesa Sanpaolo. Le azioni delle banche italiane registrano quasi tutte perdite intorno al 15-20%.

In rosso anche i titoli industriali, con Fiat Chrysler Automobiles (Fca) in arretramento di oltre 7 punti percentuali.

Molto male anche le altre Borse europee, con Francoforte che perde il 6%, Parigi oltre il 7% e Londra il 3%.

Effetto Brexit anche sulla Borsa di New York. Wall Street registra in apertura un indice Dow Jones in calo di oltre due punti percentuali e il Nasdaq di quasi 4 punti.

Tokyo ha chiuso in mattinata con una forte perdita del 7,92%, ovvero la peggior seduta dall’incidente nucleare di Fukishima.

I motivi alla base del panico che si è propagato a catena sui mercati finanziari, sono soprattutto le complicate negoziazioni che sanciranno il divorzio tra Londra e Bruxelles. Previsti almeno due anni di trattative.

Valute e oro

La sterlina, dopo essere volata nella notte a quota 1,50 dollari sulla scia dei sondaggi che davano vincente il “Remain”, è crollata nel corso della notte scendendo gradualmente a 1,33 dollari, la più intensa fluttuazione mai registrata dalla valuta inglese.

Da segnalare anche la debolezza per l’euro che scende sotto quota 1,10 contro il dollaro.Contrastanti (e attesi) gli effetti registrati sulle materie prime.

Calano le quotazioni del petrolio, con il brent che perde oltre il 6% a 47 dollari al barile e il Wti a 47,80 dollari. Come nelle previsioni, volano i prezzi dell’oro, da sempre il bene rifugio per eccellenza. Le quotazioni del metallo giallo sono salite di quasi 8 punti percentuali, raggiungendo i massimi dal 2008.

La Banca Centrale Europea ha comunicato che sta seguendo l’evoluzione dei mercati e interverrà per assicurare la stabilità dei prezzi nell’area euro. Anche la Banca d’Inghilterra, tramite una nota ufficiale, annuncia che farà quanto in suo possesso per garantire la solidità ai mercati finanziari.

 

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