Cairo e cordata di soci storici, non c’è tregua all’Rcs

Il comunicato stampa emesso dalla Consob in data 22 luglio dove l’ente non riteneva sussistenti i presupposti per sospendere in via cautelare l’offerta di Cairo per Rcs non è stato sospeso. A deciderlo è stato il Tar del Lazio, che con la sua sentenza ha respinto le richieste di Pirelli, Diego dalla Valle e International Media Holding e quindi fissato per la data del 30 agosto la discussione degli eventuali ricorsi.

In contemporanea la Procura di Milano è impegnata ad indagare su due ipotesi di reato, che comprendono l’ostacolo all’attività di vigilanza e l’aggiotaggio. Si tratta di un’inchiesta aperta nel corso dell’ultima settimana di luglio, affidata al nucleo Valutario della Guardia di Finanza e avviata in seguito alla presentazione della copia dell’esposto presentato in procura dagli avvocati della parte che è risultata sconfitta dalla trattativa finanziaria Rcs. L’Autorità dei Mercati ha quindi deciso fino a questo momento di non sospendere l’Opas che è stata lanciata da Urbano Cairo, che a conti fatti a registrato un’adesione del 59.69%.

Si tratta di un’inversione di rotta, perché alla chiusura dell’offerta tutto sembrava essere definito, ma in seguito i toni hanno cominciato ad infuocarsi e Dalla Valle per primo ha chiesto di fare chiarezza sui movimenti delle azioni, quindi l’intera cordata ha inviato alla procura le segnalazioni del caso. Il Tar non ha però accolto il ricorso presentato dal gruppo di soci storici del gruppo Rcs. Della Valle ha quindi affermato che la Consob è ‘mancata’ nel corso dell’operazione Rcs e ha invitato l’ente a fare chiarezza a norma di legge e in tutta velocità, per dimostrare che si tratta di controllori ‘agili e precisi’. A seguito della presentazione, il tribunale del Lazio ha quindi ordinato all’ente di depositare le copie dei verbali entro cinque giorni di tempo.

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