Cambio ai vertici della Popolare di Vicenza?

La Banca Popolare di Vicenza è passata dall’essere il settimo istituto di credito più prestigioso e influente del paese ad una banca che è completamente allo sbaraglio, visti gli scandali dello scorso anno e anche i problemi di ricapitalizzazione degli scorsi mesi. A fare chiarezza e rilanciare l’istituto vicentino può pensarci una nuova direzione, quindi è stato fatto il nome di Gianni Mion, che sta per essere nominato alla presidenza.

Mion, classe 1943, è originario di un paese in provincia di Padova e ha conseguito la laurea in Economia e Commercio presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. Il suo curriculum è di tutto rispetto, perché all’operato come amministratore delegato di Edizione Holding dal 1986, del quale è tuttora vice presidente, ha associato tanti altri incarichi di prestigio. Il suo impegno più importante è stato condotto per conto della famiglia Benetton, dove Mion ha ricoperto ruoli in settori diversi, dall’abbigliamento alle infrastrutture, fino agli Autogrill e gli aeroporti.

Dall’Opa condotta per conto di Autostrade per l’Italia fino all’acquisto della impresa americana Hsm Host da parte della controllata Autogrill, sono tanti i colpi ‘buoni’ assestati da Mion nel corso della sua carriera, che ora si impegna a bissare alla direzione del controverso istituto bancario. La sua conoscenza dell’ambiente veneto è forte e radicata, avendo lavorato per anni a fianco della stessa famiglia Benetton, ma anche con nomi di rilievo quali Del Vecchio di Luxottica e Marzotto.

La volontà è di scegliere un uomo che sappia porsi come punto di fiducia per i grandi imprenditori, che si aspettano linfa e aiuti dalle banche, ma che a loro volta possono finanziarle e quindi far girare positivamente la ruota delle azioni e dei dividendi di capitale. Ma Mion può soprattutto segnare un nuovo corso, lontano anni luce dalle manovre truffaldine dell’era Zonin e quindi ristabilire ciò che manca alla Banca Popolare di Vicenza, ovvero la fiducia da parte dei contribuenti, delle piccole e medie imprese, ma soprattutto dei risparmiatori, che costituiscono la spina dorsale della struttura e l’unica via perché l’istituto vicentino possa sperare in un futuro sereno e prosperoso.

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