Campari ha chiuso il 2015 con ottimi conti. Risultati che non hanno certamente lasciato indifferente il mercato, che ha permesso – nelle ore successive alla pubblicazione dei dati – di poter apprezzare il titolo, e spingerlo fino alle soglie degli 8 euro.
Come si è chiuso il 2015
Il merito di questa nuova spinta è determinato dal report con la pubblicazione dei dati d’esercizio 2015, anno che si è concluso con vendite in aumento del 6,2% a 1.656,8 milioni, in linea con le attese degli analisti. La crescita organica delle vendite è stata del 3%, trainata dai brand a priorità globale (+8,2%), e solo parzialmente trattenuta al ribasso da alcune deludenti prestazioni secondarie.
In particolare, il buon risultato 2015 sembra essere stato influenzato soprattutto da un’ottima accelerazione nel quarto trimestre, quando le vendite sono cresciute oltre le attese degli analisti, per un + 4,2%. L’ebitda ha invece raggiunto quota 357,1 milioni di euro, in aumento del 21,3% e pari al 21,6% delle vendite, mentre l’ebit è balzato a quota 309,8 milioni di euro, +21,5% e pari al 18,7% delle vendite. L’utile netto del gruppo è così aumentato del 36,1% a 175,4 milioni di euro, mentre l’utile netto rettificato è aumentato del 20,4% a 185,9 milioni.
Sul fronte finanziario, al 31 dicembre 2015 l’indebitamento netto è sceso a 825,8 milioni di euro, contro i 978,5 milioni di euro del 31 dicembre 2014. Stando a quanto spiega il gruppo italiano, la riduzione significativa dell’indebitamento finanziario netto è determinata principalmente alla generazione di cassa molto sostenuta (free cash flow pari a 200 milioni nel 2015 rispetto ai 177,9 milioni del 2014), in accelerazione nel quarto trimestre. Ne è derivato che il rapporto debito netto su ebitda pro-forma a fine 2015 è così risultato pari a 2,2 volte, in miglioramento rispetto alle 2,9 volte di fine 2014.
“Nel 2015 abbiamo ottenuto risultati molto positivi per tutti gli indicatori di performance” – ha commentato sui media il ceo Bob Kunze-Concewitz – “In particolare i risultati sono stati sostenuti da un andamento molto favorevole della crescita organica, in accelerazione nell’ultima parte dell’anno, nonostante il peggioramento di alcuni mercati emergenti, Russia e Nigeria, a causa del difficile scenario macroeconomico”.
L’appuntamento è ora per il prossimo 29 aprile, quando il cda proporrà ai soci, la distribuzione di un dividendo di 0,09 euro per azione, in aumento del +12,5% rispetto al precedente, posto in pagamento il 25 maggio (stacco cedola il 23 maggio). “Riteniamo che la volatilità in alcuni mercati emergenti, nonché il recente indebolimento delle principali valute estere possano continuare anche nel 2016” – ha poi aggiunto il ceo – “Contestualmente siamo fiduciosi in uno sviluppo positivo e profittevole del business, trainato dalla crescita delle marche a priorità globale e a elevata marginalità, in particolare gli aperitivi, il whisky americano e i rum giamaicani”.
Campari, conviene rinnovare la fiducia
Introdotti i risultati dello scorso anno, sembra opportuno ricordare come Campari abbia effettivamente – e piacevolmente – sorpreso. Nonostante le deterioranti condizioni sui mercati emergenti (che però spesso sono legate altresì ad attività con minore marginalità, e dunque con un minore peso contributivo nello scenario attuale), la società è risultata assicurare risultati più soddisfacenti di quanto ci si potesse attendere.
Anche se non sono stati diramati dati ufficiali per il 2016, riteniamo inoltre che le condizioni di partenza (già avviata) siano comunque positive grazie ad alcuni segnali da non sottovalutare sulla riduzione dei costi, sul buon andamento dei brand più diffusi in ambito globale, e non solo. Confermiamo dunque la fiducia sul brand, aggiornando le valutazioni nei prossimi mesi.
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