Ancora nessuna soluzione definitiva sulla Grecia, nemmeno dopo l’Eurogruppo, ma le pressioni e le paure sono presenti soprattutto nell’interlocutore ellenico, con i partner europei apparsi sempre più inflessibili di fronte alle scadenze greche di restituzione del debito.
I mercati finanziari, sostenuti dalla sicurezza degli Stati Europei nella trattativa, ne soffrono quindi solo fino ad un certo punto: si avverte soltanto una piccola volatilità negli scambi, per il resto sorretti dall’ombrello sicuro del Quantitative Easing della Bce e di Draghi, che fa rimanere la situazione assolutamente sotto controllo. Così stabile rimane l’euro sul dollaro, ed anche lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi si muove di poco, per toccare i 127 punti base, con un rendimento dei titoli di stato italiani decennali fermi all’1,4% circa.
Ilaria Fornari, dell’Ufficio studi e strategie di Euromobiliare, sentita dal giornale Repubblica, ha commentato così la situazione: “Il mercato ci sta dicendo che la Grecia è un fattore contenibile grazie alle reti di protezione Ue, ma qualora si tardasse a trovare un accordo, non credo si possa evitare un contagio e lo spread si allargherebbe in maniera sensibile“.
Nell’ultimo giorno della settimana lavorativa poi, i risultati ottimi ed oltre le attese dell’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche ha spazzato via quelli precedenti dell’indice Zew (sempre sulle imprese, ma condotto presso gli esperti del settore) e dei Pmi su manifatturiero e servizi. Così le Borse europee sono potute volare, con addirittura quella di Atene risultata la migliore, con una crescita del 3,3%. Poi Milano + 0,98%, Francoforte + 0,74% e Londra + 0,24%
Ancora più indifferente all’instabilità della Grecia si conferma Wall Street, che continua a macinare record su record.
Sul fronte delle materie prime, quando in Europa si chiudeva appunto la settimana lavorativa ieri pomeriggio, in discesa di 2 punti appariva il petrolio Wti sui mercati di New York (56,6 dollari al barile). L’oro invece invertiva ancora la tendenza rispetto al giorno prima, scendendo su una quotazione di 1.177 dollari l’oncia, dopo i rialzi di Giovedì.