Mossa clamorosa ed inaspettata della Banca Centrale Svizzera (Bns) che ha abolito nella giornata di ieri il tasso di cambio minimo di 1,20 franchi per 1 euro e parallelamente ha abbassato di conseguenza di 0,5 punti il tasso d’interesse di riferimento portandolo a – 0,75%. I mercati sono andati letteralmente in subbuglio (al ribasso è finita anche la stessa Borsa di Zurigo) ed anche il Fondo Monetario Internazionale è rimasto sorpreso e dubbioso su tale presa di posizione. Dichiarazioni ufficiali si attendono la prossima settimana dal suo board.
Un limite alla forza della sua valuta era stato posto dalla Banca Centrale Svizzera tre anni orsono, in un momento in cui il proprio conio era stato eccessivamente sopravvalutato rispetto all’euro sui mercati, situazione che frenava in maniera elevata le sue esportazioni.
Ma la Banca ieri ha precisato così, nel suo comunicato ufficiale, proprio a riguardo di tale argomento: “La misura finanziaria adottata precedentemente ha rappresentato una misura eccezionale in un periodo di grande sopravvalutazione della divisa elvetica e di grande incertezza sui mercati …….. Però per fare in modo che la soppressione del tetto non comportasse un inopportuno irrigidimento delle condizioni monetarie, abbiamo abbassato i tassi di interesse in modo significativo”.
Ora quindi con l’euro che continua a deprezzarsi senza fine sul dollaro, i svizzeri hanno dovuto sopportare un deprezzamento del loro franco nei confronti della moneta Usa troppo pericoloso, e quindi si è dovuti intervenire. Lo stesso governatore della Bns, Thomas Jorda, ha ricordato: “Abbiamo deciso che non aveva più senso portare avanti la politica del tetto con l’euro, che non era più sostenibile e che avrebbe potuto essere portata avanti solo con continui interventi sui mercati” (acquisto di euro sui mercati da parte della Banca Centrale Svizzera, come già avvenuto in quantità cospicua per tutto questo periodo, ndr).
I grafici di quelle ore sono schizzati, con elevata volatilità e franco svizzero che si è apprezzato a dismisura sull’euro, fino a quando il mercato stesso ha giudicato eccessiva l’operazione e si è chiusa la sessione di ieri con l’euro quotato a 1,04 sul franco.
Per quanto riguarda l’occupazione interna della Svizzera, alcuni analisti vedono questa sua operazione come molto rischiosa, con la perdita potenziale di circa 80 mila posti di lavoro, mentre degli altri invece fanno affidamento sull’attuale stato di piena occupazione raggiunto dallo Stato elvetico, che potrebbe a detta loro resistere o risultarne “solo leggermente scalfito” dagli scossoni sui mercati finanziari.