Secondo le ultime statistiche elaborate dall’Istat, ad agosto i dati sul commercio estero coi Paesi extra-UE hanno mostrato una crescita per entrambi i flussi commerciali. Come a luglio, l’aumento è stato più marcato per le importazioni che per le esportazioni (+ 2,5 per cento contro + 0,9 per cento mese su mese), con conseguente riduzione del surplus commerciale poco sotto i 3 miliardi di euro in termini destagionalizzati. Su base annua, invece, il discorso è inverso: il recupero è stato più marcato per l’export che per l’import, con progressioni rispettivamente pari a +7 per cento e +1,2 per cento in base ai dati corretti per i giorni lavorativi.
Argomenti
Settori
Per quanto attiene i settori, nel mese di agosto il recupero dell’export è diffuso a tutti i comparti, con la sola eccezione dei beni di consumo durevoli (-5,2 per cento mese su mese); sarebbe stato comunque meno marcato (0,7 per cento mese su mese) al netto della componente energia (+6,7 per cento mese su mese); il contrario è vero per quanto riguarda l’import (energia -12,5 per cento su base mensile, al netto della quale l’aumento sarebbe stato di ben +7,2 per cento su base mensile, grazie a robusti incrementi per beni di consumo non durevoli e beni strumentali).
Mercati
I dati per Paese, non corretti per i giorni lavorativi, mostrano che i mercati di sbocco più dinamici sono quelli asiatici, in stabile doppia cifra: avanzano infatti la Cina +28,3 per cento, il Giappone +24,3 per cento e i Paesi ASEAN +21,1 per cento su base annua. Da evidenziare altresì il forte rimbalzo dei flussi da e verso gli Stati Uniti (export +17,9 per cento, import +24,9 per cento) e la Svizzera (export +9,4 per cento, import +20,5 per cento). Le vendite verso la Russia, dopo un breve passaggio in positivo, tornano a flettere (-7,7 per cento). Rimangono inoltre in calo entrambi i flussi anche per quanto riguarda il Mercosur. L’OPEC vede invece una ripresa dell’import (+16,7 per cento su base annua) a fronte di un persistente calo dell’export (-3,6 per cento). Il rimbalzo dei flussi commerciali coi Paesi extra-UE nei mesi estivi è confortante circa in particolare l’attenuarsi del freno da alcuni Paesi emergenti. Tuttavia, il commercio con l’estero non sembra comunque poter ancora dato un contributo positivo al valore aggiunto, visto che l’incremento è più marcato per l’import che per l’export. Di buon auspicio l’incremento degli acquisti dall’estero di beni strumentali.
Vendite interne
Nelle stesse ore l’Istat annunciava altresì il suo aggiornamento sui dati delle vendite al dettaglio, che in valore sono tornate a calare a luglio, di -0,3 per cento mese su mese, speculare all’aumento del mese precedente, di -0,2 per cento su base annua (da +0,8 per cento di giugno). La flessione congiunturale è imputabile ai prodotti non alimentari (-0,5 per cento su base mensile, – 0,6 per cento su base annua), a fronte di una crescita degli alimentari (+0,3 per cento su base mensile, +0,5 per cento su base annua). Su base annua in volume le vendite risultano in calo di -0,8 per cento (-1,1 per cento i non alimentari). A tenere è solo la grande distribuzione (vendite in valore +1,1 per cento su base annua contro il -1,2 per cento delle imprese operanti su piccole superfici; da notare in particolare il +4,1 per cento degli esercizi specializzati e il +2,6 per cento dei discount di alimentari). Gli unici gruppi di prodotti non alimentari a salvarsi dalla flessione su base annua sono giochi, giocattoli, sport e campeggio (+2,7 per cento) e mobili, articoli tessili e arredamento (+0,6 per cento). Sprofonda invece sempre più in negativo il gruppo “cartoleria, libri, giornali e riviste (- 4,6 per cento).