Conviene comprare azioni Saudi Aramco? Dove comprare azioni Saudi Aramco?
In questo articolo vediamo dunque tutto quanto concerne l’acquisto di azioni Saudi Aramco. Il colosso del petrolio dell’Arabia Saudita. Un settore, quello petrolifero, influenzato da vari fattori.
Si tratta, come noto, di commodities hard (materie prime dure), in quanto il suo approvvigionamento richiede la foratura del sottosuolo. Proprio come il gas e il metano. Diverso dalle materie prime morbide (commodities soft), chiamate così in quanto prodotte con la coltivazione del suolo (quindi i prodotti agricoli) o l’allevamento di bestiame.
Come tutti gli asset, anche il settore petrolifero è influenzato da vari fattori dicevamo. Per esempio, l’andamento dell’industria. Per cui, più l’economia è ferma e più cala il prezzo del petrolio. Di contro, più la produzione mondiale va bene, più il petrolio aumenta.
E poi i fattori geopolitici, dovuti ai conflitti tra paesi o ai sistemi politici vigenti in un paese produttore. Si pensi, per esempio, a quando si instaura una dittatura che statalizza il settore.
Ed ancora, una abbondanza di offerta, dovuta alla scoperta di nuovi giacimenti. Oppure, al fatto che in certe zone si esaurisca.
Infine, agli scioperi sindacali degli addetti alla perforazione del suolo o alla lavorazione del petrolio.
Tutti fattori che possono portare al rialzo o al ribasso del prezzo dell’asset. Ecco che occorre, prima di fare un investimento, capire tutto il contesto intorno ad esso.
Fatta questa premessa, vediamo di seguito come investire sulle azioni Saudi Aramco, se conviene e su quali Broker procedere.
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Saudi Aramco cos’è
Cos’è Saudi Aramco? Trova le sue origini nel 1933, quando fu firmato un accordo di concessione tra l’Arabia Saudita e la Standard Oil Company of California (SOCAL). Una società sussidiaria, la California Arabian Standard Oil Company (CASOC), è stata creata per gestire l’accordo che così portava storicamente la produzione di petrolio dal controllo pubblico a quello privato.
I lavori sono iniziati subito. Dopo aver ispezionato il deserto saudita alla ricerca di petrolio, le trivellazioni iniziarono nel 1935. Dopo anni di sforzi con pochi risultati, nel 1937 i dirigenti SOCAL chiesero consiglio al loro capo geologo, Max Steineke.
Attingendo da anni di lavoro sul campo, Steineke disse loro di continuare a perforare. Infine, il successo Nel 1938, si ebbe l’inizio della produzione di petrolio commerciale da Dammam n. 7. Il che diede il via anche alle fortune di tutto il paese saudita.
Dalla fine degli anni ’40, la società è cresciuta sempre di più. Raggiungendo traguardi da record nella produzione di petrolio. E di riflesso, ne ha beneficiato anche la fama e il prestigio dell’Arabia Saudita.
Nel 1949 il nome diventa Aramco (acronimo di Arabia American Oil Company), con la produzione di petrolio greggio che ha raggiunto i 500.000 barili al giorno. Nel 1950 completò il gasdotto Trans-Arabian (Tapline) di 1.212 chilometri, il più lungo del mondo. La Tapline collegava l’Arabia Saudita orientale al Mar Mediterraneo, riducendo drasticamente i tempi e i costi di esportazione del petrolio in Europa.
E dopo due anni di esplorazione nelle acque poco profonde del Golfo Arabico, la multinazionale ha scoperto il giacimento di Safaniyah nel 1951. Si è rivelato il più grande giacimento petrolifero offshore del mondo.
E nel 1958, la produzione di petrolio greggio di Aramco ha superato 1 milione di barili in un anno solare. Nel 1962, la società petrolifera ha raggiunto un altro traguardo, con una produzione cumulativa di petrolio greggio che ha raggiunto i 5 miliardi di barili.
E nel 1971, le spedizioni di petrolio greggio e di prodotti petroliferi dal terminal marittimo di Ras Tanura superarono per la prima volta un miliardo di barili all’anno.
Nel 1973, il governo saudita acquistò una partecipazione del 25% in Aramco, aumentando tale interesse al 60% l’anno successivo. Nel 1980, il governo saudita aumentò la sua partecipazione in Aramco al 100%. Otto anni dopo, la Saudi Arabian Oil Company (Saudi Aramco) fu istituita ufficialmente. Una nuova società per assumere tutte le responsabilità di Aramco, con Ali I. Al-Naimi che divenne il nostro primo presidente saudita nel 1984, e il primo saudita presidente e CEO nel 1988.
L’anno seguente, Saudi Aramco iniziò la sua trasformazione da società petrolifera ed esportatrice a impresa petrolifera integrata, con la costituzione di Star Enterprises nel 1989. Ua joint venture con Texaco negli Stati Uniti.
Ciò si evolverebbe fino a diventare Motive, inizialmente una partnership con Texaco e Shell, che nel 2017 è proseguita con l’Arabia Saudita. Unico proprietario della più grande raffineria di petrolio greggio a sito singolo del Nord America a Port Arthur, in Texas.
Nel corso degli anni ’90, Saudi Aramco ha gradualmente esteso i suoi legami e partnership in tutto il mondo. Effettuando diversi investimenti internazionali, a partire dal nostro acquisto nel 1991 di una quota del 35% nella SsangYong Oil Refining Company (ribattezzata S-Oil nel 2000) nella Repubblica di Corea.
L’espansione è continuata nel 1994 quando il colosso petrolifero ha acquisito una quota del 40% in Petron Corporation, la più grande raffineria e commerciante di petrolio greggio nelle Filippine. E poi ancora nel 1996, quando ha fatto molti altri investimenti all’estero in Europa acquistando il 50% nella raffineria privata greca Oil Oil (Hellas) Corinth Refineries S.A., e la sua affiliata Avinoil Industrial Commercial and Maritime Oil Company, S.A.
Saudi Aramco si è mostrata anche molto attenta allo sviluppo tecnologico. Tanto che nel 2000 ha realizzato un centro di ricerca e sviluppo (R&DC) all’avanguardia a Dhahran per i nostri scienziati. Utilizzando uesto lavoro come base per una rete di centri di ricerca in tutto il mondo, che fino ad oggi stanno lavorando a innovazioni per aumentare la scoperta e il recupero, ridurre i costi, migliorare la sicurezza e proteggere l’ambiente.
Il successo nell’innovazione su scala mondiale è stato messo in evidenza quando nel 2010 ha presentato la impareggiabile tecnologia di simulazione del serbatoio di cellule giga, GigaPOWERS, la seconda generazione di Powers. E poi, sei anni dopo, TeraPOWERS, la prima simulazione del giacimento di cellule da trilioni di celle del settore.
Col Nuovo millennio, Saudi Aramco ha mostrato anche maggiore attenzione per l’energia pulita. Con molti modi per fornire valore da un barile di petrolio – compresi i prodotti non metallici e grezzi per i prodotti chimici – ha investito così in nuove soluzioni tecnologiche per ottenere una produzione e un consumo più puliti, più efficienti di petrolio.
Compreso il miglioramento dell’efficienza e della sostenibilità dei trasporti con nuovi motori e carburanti ad alte prestazioni.
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Conviene comprare Azioni Saudi Aramco
Dunque, da quanto detto nel paragrafo precedente, stiamo parlando di una società cresciuta tantissimo nei suoi oltre 80 anni di storia. Portando parallelamente in alto anche il paese dal quale proviene.
E se la storia dice molto, bisogna però capire anche quale sia il presente e il futuro di una società prima di investirci su.
In realtà, la storia in Borsa delle azioni Saudi Aramco è troppo recente per tracciare un quadro esaustivo. Dato che è stata lanciata solo il 10 dicembre 2019. Ed in realtà, sebbene la Ipo è stata da record, toccando presto il traguardo dei 2mila miliardi di dollari di capitalizzazione, con le azioni che si sono apprezzate del 10%.
Tuttavia, occorre anche dire che il lancio in Borsa ha, per dirla alla Gianna Nannini, il sapor mediorientale. Dato che praticamente una azione su 10 collocata in fase di sottoscrizione iniziale è finita nelle mani di investitori sauditi. Peraltro in buona parte legati al governo.
Meno di un quarto delle tranche di azioni riservata agli istituzionali, è finita in mano straniera. E oltretutto, in questo manco raggiunto 25%, si parla pure di una zona vicina: l’area del Golfo Persico.
Per esempio, la sola Abu Dhabi, tramite alcuni fondi, avrebbe investito in Saudi Aramco 5 miliardi di dollari. Seguito a ruota dal sovrano del Kuwait.
Occorre poi dire che il titolo Saudi Aramco è stato anche sfortunato sul periodo nel quale è avvenuto il lancio. Ossia pochissimo prima lo scoppio della Pandemia da Coronavirus Covid-19. La quale, come noto, ha portato ad una pesante contrazione del prezzo del petrolio.
Il titolo è passato dal prezzo iniziale di 38 SAR (10,11 dollari) a poco più di 28 SAR a inizio marzo, dopo un costante calo. Poi ha recuperato nel corso del mese, aprendo il mese di aprile 2020 a 32,05 SAR (circa 8,52 dollari).
Ecco invece la quotazione atuale:
Ecco che torniamo al discorso fatto nell’incipit riguardo i fattori che influenzano il prezzo di un asset come il petrolio. Il nuovo Coronavirus ha portato ad una crisi economica che molti hanno già decretato come la peggiore del Dopoguerra. Inoltre, la recessione che ne conseguirà sarà per molti analisti pure più pesante di quella post-2008.
Tuttavia, è anche vero che il titolo già sembra in leggera ripresa malgrado siamo ancora nel pieno della tempesta. Inoltre, si può approfittare per agganciarsi al trend della ripresa economica. Per quanto lenta possa essere.
Potrebbe essere interessante investire ora su Saudi Aramco che il prezzo è tutto sommato ancora basso. Pur tenendo in considerazione altre ricadute.
Oltretutto, oltre quello industriale, non dimentichiamoci il fattore geopolitico. Se è vero che l’Arabia saudita è il paese mediorientale più vicino agli Usa, politicamente stabile da un secolo e mezzo grazie alla presenza della Monarchia (la primavera araba del 2011 praticamente non li ha neanche sfiorati) e in un rapporto ambiguo col terrorismo islamico (che di fatto non ha mai colpito il paese saudita), resta sempre incastonato in una polveriera qual è il Medio Oriente.
Quindi, resta sempre di buona norma tenere d’occhio anche le notizie che arrivano lì, di matrice politica e diplomatica.
Investire sul petrolio
Come investire sul petrolio? Il modo migliore è farlo tramite i Contract for difference, i cosiddetti Contratti per differenza. Denominati anche con il meglio conosciuto acronimo CFD.
I CFD consentono di poter investire su tutti i tipi di asset presenti sui mercati finanziari. Quindi anche le materie prime come il petrolio o le azioni di Saudi Aramco.
I Contract for difference si definiscono in questo modo in quanto il profitto che ne deriva proviene, detto in parole povere, dalla differenza di prezzo tra il valore dell’asset al momento della sottoscrizione e quello che ha alla fine del contratto.
Tramite i CFD è possibile investire sia al rialzo che al ribasso e sfruttando anche la Leva finanziaria. La quale consente di moltiplicare i profitti ben oltre il proprio conto reale. Sebbene, allo stesso modo, rischi anche di moltiplicare le perdite.
Tanto da essere definita “arma a doppio taglio” e da essere stata limitata dal MiFID II ad un livello di 1:30 per i trader retail.
Quindi, nel caso delle azioni Saudi Aramco, possiamo investire su questo asset senza dover diventare per forza azionisti della società. Ma con comodi contratti, messi a disposizione da piattaforme di trading con regolare licenza per operare. Di seguito ne vediamo qualcuno.
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