Contratto statali : accordo trovato sul rinnovo, 85 euro in più sugli stipendi

Qualcuno non ci credeva affatto, qualcun altro ci sperava, altri pensavano che solo ora potesse essere la volta buona, come perfetto “slogan elettorale” alla vigilia del referendum costituzionale … fatto sta che, dopo 7 anni di tentativi falliti, finalmente i dipendenti della Pubblica Amministrazione hanno finalmente un nuovo contratto che prevede una serie di aumenti per i prossimi anni.

Vediamo allora, nello specifico, come si sia arrivato a questo accordo e tutti i numeri ed i dettagli resi noti fino ad ora.

Firmato l’accordo tra Governo e Sindacati per il nuovo contratto degli statali

Mercoledì 30 novembre sera, poco prima delle 20, è stato raggiunto l’accordo tra il Governo e gli esponenti sindacali per il rinnovo del contratto dei dipendenti statali. Ci sono volute 8 ore di dibattito a Palazzo Vidoni, sede della Funzione Pubblica, tra il Ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia e i rappresentanti dei tre sindacati CGIL, CISL e UIL, ovvero, rispettivamente, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, ma alla fine il risultato c’è e sembra abbia soddisfatto entrambe le parti: un accordo a rinnovare i contratti in tutta la Pubblica Amministrazione nel triennio 2016-2018.

Già di per sé la notizia di un accordo per il rinnovo di un qualsivoglia tipo di contratto fa già notizia. In questo caso, l’aspetto ancora più sorprendente è che si trattava di un rinnovo contrattuale che, per i lavoratori statali, era bloccato da ben sette anni e che, finalmente, potrà portare ad un minimo adeguamento rispetto alle attuali condizioni di mercato.

I numeri del rinnovo contrattuale

Non resta, allora, che andare a verificare di che aumento si parli nello specifico, per fare in modo che ogni lavoratore statale possa farsi un’idea di quello che potrebbe essere il potenziale miglioramento della sua condizione attuale.

Durante i colloqui e al termine di essi si è rimarcato più volte che si tratta di un “aumento di 85 euro medi a regime”. Cosa significa “medi”? Ovviamente che ci saranno quelle figure che riceveranno un aumento inferiore a questa cifra (coloro che hanno già uno stipendio abbastanza elevato) e che, di conseguenza, dall’altra parte della popolazione dei dipendenti pubblici, ci sarà chi vedrà un incremento addirittura superiore agli 85 € mensili, ed in questo caso, si tratta ovviamente dei lavoratori che hanno buste paga più magre.

Questo intento è facilmente deducibile anche dalle parole dello stesso Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, in base alla quale c’è bisogno di “una maggiore attenzione e un maggiore sostegno ai redditi bassi, a chi ha sofferto di più la crisi e il blocco contrattuale”.

In generale, per arrivare a questo obiettivo il Governo metterà in gioco ben 5 miliardi di euro nel triennio 2016-2018 per il rinnovo contrattuale dei quattro comparti della Pubblica Amministrazione e, più nello specifico, 850 milioni di euro per il solo 2017.

Il nodo degli 80 euro di Renzi

Uno degli argomenti che è stato discusso con interesse dalle due parti è stato quello relativo al bonus di 80 euro già erogato ad una parte delle buste paga dei dipendenti statali. Si è cercato, infatti, di tutelare tale bonus per la maggior parte dei lavoratori che ne hanno usufruito in questi anni e che, con un aumento del contratto rischierebbero di venirlo scomparire, con una sostanziale, complessiva penalizzazione.

Il bonus di 80 euro viene, infatti, erogato a chi percepisce un reddito annuo lordo inferiore a 24.000 € e, con l’aumento medio contrattuale previsto di 85 euro mensili, chi era già vicino a questo limite massimo potrebbe sforare e non averne più diritto.

Il Ministro Madia ha ricordato che tale bonus viene attualmente usufruito da un dipendente pubblico su 4, per un totale di circa 900.000 lavoratori e che, secondo le analisi effettuate, le persone che potrebbero perdere tale bonus, in seguito all’aumento contrattuale, si stimano attorno a poco meno di 200.000 lavoratori.

Proprio per questi lavoratori, per evitare che vengano paradossalmente penalizzati o non vedano alcun tipo di miglioramento rispetto a questi ultimi anni, si andrà a considerare “uno specifico principio di maggiore sostegno” che superi di gran lunga le 85 euro medie.

I commenti all’accordo siglato

Ovviamente i commenti sono positivi ed entusiastici da entrambe le parti in gioco ed ognuna di esse ha voluto rimarcare gli aspetti più legati alle proprie competenze.

Il premier Renzi ha pubblicato subito, la sera del 30 novembre, un tweet in cui voleva riconoscere il merito di un ottimo risultato, sottolineando che dopo 7 anni si è riuscito a trovare un accordo.

Il leader della CGIL Susanna Camusso afferma che è stato fatto “un buon lavoro, che rende possibile riaprire la stagione per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego”.

Il segretario generale della CISL Annamaria Furlan è soddisfatta per l’accordo trovato, sottolineando che l’aumento di 85 euro mensili medi, rappresenta una cifra “dignitosa”, sottolineando il fatto che ciò si traduce in “buste paga più pesanti e più qualità per il lavoro e i servizi pubblici”.

Il leader della UIL Carmelo Barbagallo, infine, appare il più euforico tra i tre segretari sindacali, affermando che “solo un anno fa l’intesa era impensabile” e che “un accordo così un anno fa ce lo potevamo sognare”.

Altri argomenti trattati

Oltre all’aumento contrattuale medio mensile, e il nodo del bonus degli 80 euro dati dal Governo Renzi, altri sono stati gli argomenti trattati nell’incontro e sui quali è stato trovato un primo accordo:

  • La revisione delle regole dei cosiddetti premi” nel comparto scuola, che tornerà al centro delle contrattazioni sindacali, a differenza di quanto era previsto dalla riforma Brunetta che aveva trasferito nel comparto “legge” anche questo tipo di contrattazione;
  • L’inserimento graduale, anche nel contratto degli statali, di voci del salario legate alla produttività che “integrano e implementano le prestazioni pubbliche”.
Giornalista indipendente e trader privato. Sono laureato in Economia e finanza e mi occupo di analisi finanziarie e di notizie sull'economia.

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