Conviene investire nel petrolio dopo gli accordi OPEC?

Il petrolio ha aperto la settimana all’insegna della debolezza, dopo la decisione del cartello OPEC di prolungare i tagli produttivi: sul mercato continua infatti a pesare l’incremento del numero di trivelle attive sul suolo americano, salite al picco di 722 unità durante la scorsa settimana. Ma, anche alla luce di questo, è possibile ritenere conveniente e utile l’investimento nel petrolio?

Investire sul petrolio, previsioni positive

Sebbene non sia certamente facile sintetizzare in poche righe lo “stato di salute” previsionale degli investimenti sul petrolio, possiamo comunque evidenziare come sul mercato si stia profilando un outlook moderatamente positivo. Il fatto che Arabia Saudita e Russia si siano accordate per una estensione dei tagli fino al marzo 2018 nel meeting ufficiale OPEC del 25 maggio scorso a Vienna non è certamente stato in grado di rappresentare una sorpresa, ma comunque una positiva evoluzione che conferma la ritrovata credibilità delle intenzioni del cartello.

Nigeria e Libia son state ancora una volta esentate dal vincolo dell’intesa, mentre l’Iran, a cui era stato concesso di aumentare l’offerta dopo il termine dell’embargo internazionale, manterrà inalterato il proprio obiettivo produttivo.

È anche vero che il mercato non ha reagito positivamente nel post meeting: svanita la speranza che il nuovo accordo potesse aumentare la dimensione dei tagli produttivi, infatti, il solo annuncio di un mero rinnovo degli accordi agli standard attuali, pur prolungati di 9 mesi, non è infatti stato in grado di rappresentare, da solo, un elemento utile alla corposa spinta alle quotazioni petrolifere.

Uno sguardo al Forex

L’opportunità è naturalmente utile per poter dare uno sguardo all’evoluzione valutaria, con il cambio EUR/USD che ha visto un leggero recupero della valuta verde contro le principali monete mondiali dopo la revisione migliorativa del PIL USA del 1° trimestre di venerdì. La conferma della crescita pone i giusti presupposti per un probabile rialzo Fed nel corso del prossimo meeting, e a un conseguente apprezzamento della valuta, sebbene non bisogna attendersi degli ampi margini di conquista da parte del dollaro, che potrebbe ritornare sotto quota 1,10, ma in modo marginale e transitorio.

Per quanto concerne la sterlina, la valuta britannica vive un momento di parziale debolezza dopo che un sondaggio sulle intenzioni di voto, dopo i tragici fatti di Manchester, ha visto ridursi il vantaggio del Partito conservatore dell’attuale premier May. Crescono dunque i dubbi sull’attendibilità della strategia della May, che aveva indetto elezioni anticipate, sostanzialmente al fine di poter consolidare il consenso del proprio partito e del Governo per meglio affrontare il duro processo di Brexit con la UE. Solo il buon esito della Brexit, infatti, potrebbe portare a un recupero più strutturale della sterlina.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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