Ieri sera il governo ha presentato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che contiene l’aggiornamento delle stime sulle variabili di finanza pubblica su cui si baserà la prossima Legge di Bilancio. Cerchiamo di comprendere quali sono le novità contenute all’interno del documento, e quali sono gli auspici per i prossimi mesi.
Crescita economica
Cominciamo con le nuove stime di crescita, che sono state riviste al ribasso anche più del previsto, con conduzione a 0,8 per cento da 1,2 per cento per il 2016 e a 1 per cento da 1,4 per cento per l’anno prossimo. I nuovi numeri sono in linea con le previsioni della maggior parte degli analisti e, dunque, non hanno stupito i macro economisti. Per quanto riguarda il prossimo esercizio, la crescita tendenziale 2017 è stimata dal governo allo 0,6 per cento: tradotto in termini piuttosto concreti, significa che l’esecutivo conta sull’allentamento della politica di bilancio per spingere il PIL 2017 fino all’1 per cento.
Deficit e debito
Passando al target sul deficit, l’obiettivo è stato ora rivisto a 2 punti percentuali da 1,8 punti percentuali, ma ciò esclude le spese per terremoto e migranti, che porterebbero il deficit al 2,4 per cento (pesando, di fatto, per 0,4 punti percentuali). Di fatto, la revisione dell’obiettivo di deficit è pari a 0,6 punti percentuali, a cui dovrebbe corrispondere una revisione dell’obiettivo di saldo primario ancora più ampia a motivo del probabile calo della spesa per interessi fra 2016 e 2017. Il debito invece è stimato al 132,8 per cento quest’anno, per poi calare al 132,2 per cento l’anno prossimo.
Manovra
Infine, un ultimo sguardo sulla manovra, che in termini lordi si dovrebbe attestare tra i 22 e i 25 miliardi di euro. Ad oggi rimane comunque piuttosto evidente l’incertezza sulle coperture vista la necessità di coprire le clausole di salvaguardia, oltre a finanziare le nuove misure. Inoltre, i saldi della manovra devono ancora essere concordati in sede europea. Il 12 luglio all’Italia era stata chiesta una correzione di 0,6 per cento del PIL nel 2017, oltre a una “attuazione puntuale del programma di privatizzazioni”, al trasferimento del “carico fiscale dai fattori di produzione al consumo e al patrimonio”, alla riduzione di “numero e portata delle agevolazioni fiscali” e al completamento della riforma del catasto entro il primo semestre 2017. Un’evidenza che potrebbe ulteriormente restringere i margini disponibili…