Che cosa è l’EPS (utile per azione)?

L’EPS, o utile per azione, è un fondamentale indicatore che permette di valutare la bontà della redditività di un investimento azionario, sotto il profilo della proporzione tra l’utile netto e il numero delle azioni in circolazione. La definizione, così come sopra appena riassunta, potrebbe essere di facile interpretazione: in realtà, l’EPS (earning per share) merita uno specifico approfondimento, considerata la sua importanza per la valutazione dei trading azionari, e valutate alcune particolari accortezze circa il metodo con cui viene calcolato tale indicatore…

Che cosa è l’utile per azione

Cominciamo con un piccolo chiarimento introduttivo, che vi servirà per poter andare avanti con passo più spedito. Come abbiamo già avuto modo di accennare nelle righe che precedono, l’utile per azione è una quota del profitto della società, attribuita alle azioni ordinarie in circolazioni, rapportate al numero dei titoli azionari della società. Pur con tutte le incertezze e i dubbi che potreste avere, già da queste poche parole dovrebbe esser chiaro che, almeno in apparenza, una società in grado di vantare un utile per azione maggiore di una seconda società, è altresì una società più generosa nei confronti della propria politica dei dividendi. Ma è davvero così?

Come viene calcolato l’EPS

Per capirne un pò di più dobbiamo compiere un secondo passo in avanti e cercare di comprendere in che modo viene calcolato l’indicatore. L’EPS è infatti conteggiato sottraendo i dividendi c.d. “privilegiati” all’utile netto conseguito dalla società nell’esercizio, e dividendo poi la differenza per il numero medio di azioni che sono attualmente in circolazione (un metodo in parziale disuso per il calcolo dell’EPS usa come denominatore il numero di azioni in circolazione a una data fissa, es. fine esercizio, ma si ritiene – ragionevolmente – meno attendibile del primo modello di calcolo).

A cosa serve l’EPS

Chiarito che l’EPS è la divisione dell’utile netto (meno i dividendi delle azioni privilegiate) per il numero di azioni in circolazione nel periodo (dato medio), ci si può ben domandare a che cosa serva procedere con un simile calcolo. Ebbene, l’EPS – come avranno ben intuito i nostri lettori più esperti – è un indicatore piuttosto importante per poter orientare le proprie scelte di trading. E sebbene non possa certamente essere considerato come l’unico indicatore per poter influenzare le proprie politiche strategiche e operative nel mondo del trading, si tratta certamente di un tassello che non può mancare alla costruzione del vostro piano di “attacco” sui mercati finanziari.

L’EPS è dunque una variabile fondamentale per poter determinare la convenienza ad un investimento azionario, poichè in grado di determinare il prezzo di un’azione e, ancor prima, la sua appetibilità. Inoltre, l’utile per azione viene sovente utilizzto per conteggiare la relazione di valutazione tra il prezzo e gli utili, ed è dunque un biglietto da visita della redditività societaria.

Un esempio?

Cerchiamo di chiarire quanto sopra accennato con un esempio che potrebbe essere di utilità nei confronti di tutti coloro i quali desiderano approfondire, autonomamente, il funzionamento di tale indicatore. Supponiamo pertanto che la società alfa abbia conseguito un utile netto di 10 milioni di euro, e che la società beta abbia invece conseguito un utile netto di 15 milioni di euro.

Ipotizziamo altresì che la società alfa non abbia azioni privilegiate, mentre la società beta sia costretta a pagare 2,5 milioni di euro di dividendi privilegiati. Ne consegue che l’utile netto post assegnazione dei dividendi privilegiati sarà pari a 10 milioni di euro per la società alfa, e a 12,5 milioni di euro per la società beta. A questo punto, per poter comprendere quale sia l’EPS delle due società, dovremmo andare a calcolare il numero medio delle azioni.

Ipotizziamo che la società alfa (utile netto 10 milioni di euro) non abbia avuto alcuna movimentazione nel numero delle azioni, e che le stesse in circolazione siano pari a 10 milioni. Ne consegue che l’utile per azione (EPS) di alfa sarà pari a 1 (10.000.000 / 10.000.000).

Ipotizziamo quindi che la società beta abbia avuto 10 milioni di azioni nella prima metà dell’anno, e 15 milioni di azioni nella seconda metà dell’anno. Il numero medio di azioni in circolazione è pari dunque a 12,5 milioni. Il suo EPS sarà dunque pari a 1 (12.500.000 / 12.500.000).

Dal nostro esempio, risulta dunque che la società alfa e la società beta hanno un identico EPS. Significa che possiamo comprarne una o l’altra in modo indifferente? Naturalmente, no! Come già abbiamo ricordato nelle righe precedenti, MAI fidarsi troppo dell’EPS, bensì utilizzarlo in maniera integrata e sinergica con altri elementi di valutazione.

Anche se non è questa la sede per un approfondimento in tale ottica, un primo consiglio per poter proseguire nell’analisi societaria è cercare di comprendere in che modo la società alfa e quella beta hanno ottenuto l’utile netto: può infatti capitare che la società alfa abbia raggiunto quel risultato attraverso una migliore marginalità derivante da una politica operativa più accorta, mentre può accadere che la società beta abbia conseguito quel risultato grazie a operazioni straordinarie e non ripetibili che nulla magari hanno a che fare con il proprio core business.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here