E’ un momento di confusione per l’economia americana. Ci sono molti dati positivi, ma anche altrettanti dati negativi, che stanno portando in una fase di estrema confusione tantissimi traders.
Intanto vediamo come sta andando la situazione per le coppie principali, prezzi scritti alle 18:30 di mercoledì:
EUR/USD si trova proprio sotto 1.11, a 1.1099, dopo aver perso lo 0.43 in giornata. USD/JPY continua a salire vertiginosamente, toccando il livello di 121.29, la resistenza di 121 è ormai rotta, e adesso ci aspettiamo un rally molto sostanzioso ancora verso l’alto. GBP/USD continua a guadagnare qualcosina, anche a fronte della debolezza del dollaro, sistemandosi sul livello di 1.5548.
Prima che la settimana prendesse ancora il via, gli strateghi di Wall Street stavano cominciando a chiedersi se non ci stessimo dirigendo verso una recessione (definita come due trimestri consecutivi di crescita negativa).
Dopo che la prima lettura sulla crescita del PIL USA nel primo trimestre ha mostrato che l’economia è cresciuta solo dello 0,2% dall’inizio dell’anno, le successive revisioni hanno sottolineato che l’economia statunitense in realtà è in contrazione per quanto riguarda l’inizio del 2015. E le prospettive per il secondo trimestre non sembrano andare molto meglio, con GDPNow (il tracker della Fed di Atlanta) che ha azzeccato il dato del PIL del primo quadrimestre – invece, per quanto riguarda la previsione del secondo trimestre, il tracker per adesso segna una crescita del PIL dello 0,7%.
E poi qualcosa di strano è successo: abbiamo ottenuto davvero una bella carrellata di stupendi dati economici.
Le abitazioni, per quanto riguarda il mese di aprile sono salite del 20,2% a un ritmo annualizzato di 1,135 milioni, il livello più alto da novembre 2007.
Ecco cosa ha detto Jim Reid, di Deutsche Bank, in una nota ai clienti mercoledì scorso:
“Abbiamo iniziato la settimana speculando sul fatto che sia possibile (anche se non è lo scenario più probabile) che l’economia americana si possa essere ridotta nel 1 ° semestre 2015. 48 ore più tardi abbiamo visto il dato proveniente dalla Fed di San Francisco, e poi dei dati sulle abitazioni molto buoni. Siamo forse in un periodo di boom?”
Reid, tuttavia, non è così sicuro che sia il momento di “sbocciare lo champagne” perché, beh, il dato della Fed di Atlanta non è cambiato affatto dopo i dati sulle abitazioni americane.
Quindi, anche se ci potrebbero essere più segni di un rimbalzo nel secondo trimestre, con Wall Street in attesa del PIL Q1 che entri a un livello rivisto da -0,8% a -1,2%, l’economia potrebbe essere purtroppo ancora in contrazione nel corso del primo semestre l’anno.