Draghi entusiasta: “QE risolutivo per le economie europee”

Mario Draghi accoglie con grandissimo entusiasmo l’avvio della maxi operazione del Quantitative Esaing (QE), il cui solo annuncio ha portato negli ultimi giorni e settimane ad un calo significativo del rendimento dei Titoli di Stato europei. Le mosse della Bce (anche se il rischio dei maxi acquisti di Bond se li assumono principalmente le Banche Centrali Nazionali, stando proprio alle regole del QE), secondo Draghi, rappresenterebbero anche un’efficacia prevenzione contro gli eventuali contagi dalla crisi greca.

Questi i temi principali affrontati oggi nel discorso che Draghi ha tenuto a Francoforte, sede della Banca Centrale, in tema di politica monetaria. Il QE sta provocando anche una significativa svalutazione dell’euro, fatto che sostiene le esportazioni dei Paesi europei e la loro ripresa economica appunto. Secondo Draghi: “Il QE è stato uno dei fattori che hanno portato alla recente revisione al rialzo delle stime di crescita per l’Eurozona. Insieme ha operato anche il calo del prezzo del petrolio, che ha portato ad una revisione delle stime del Pil, anche grazie al calo dell’euro“.

A livello congiunturale i dati stanno cambiando in positivo, con il Pil che in area Euro è cresciuto dello 0,3% nell’ultimo trimestre del 2014, invertendo finalmente la sua tendenza negativa, superando addirittura le previsioni, mentre per l’inizio del 2015 le stime sono ancora migliori, secondo un’aspettativa di un ampliamento e rafforzamento graduale ma continuo della ripresa economica. Mario Draghi ha parlato anche di un tema caro un po’ a tutti gli Stati Europei di questi tempi, l’occupazione: “Il tasso di disoccupazione nell’area Euro è sceso in Gennaio a un nuovo minimo da agosto 2012. I miglioramenti non sono riconducibili esclusivamente all’allentamento monetario certo, ma la nostra politica monetaria sta altrettanto certamente sostenendo la ripresa“.

Draghi ha poi preannunciato che i tassi d’inflazione nei Paesi dell’Ue resteranno ancora bassi, o addirittura negativi, anche nei prossimi mesi, ma che entro 1 anno e mezzo il QE riporterà l’inflazione sul 2%, valore scelto come obiettivo dalla stessa Banca Centrale Europea.
Dichiarazioni che suonano come musica e che trovano la piena approvazione del ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, che dalla combinazione del piano Juncker, del Quantitative Easing e delle riforme strutturali italiane, prevede risultati fantastici anche per l’Italia: una ripresa economica sempre più robusta, accompagnata dalla creazione di molti nuovi posti di lavoro.

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