L’Istat ha pubblicato la sua Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana per il mese di Maggio, dove si sottolinea l’aspetto positivo della crescita dell’economia italiana nel lungo termine, sebbene si preveda un rallentamento nel breve periodo. Questo è il linea con quanto è stato espresso pochi giorni fa dalla Banca d’Italia nelle sue Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana: il contributo positivo della domanda interna sulla crescita del PIL è il sostegno dominante per i prossimi tre anni rispetto alla situazione internazionale.
Il motore principale, afferma l’ISTAT, è costituito dai consumi, seguito da un miglioramento degli investimenti. Nel breve periodo invece, alcuni segnali di debolezza provengono dalle attese delle imprese e dagli ordinativi nella manifattura, che provocheranno una lieve discesa dell’attività economica.
Il contesto internazionale è in generale favorevole. Il PIL degli Stati Uniti è positivo così come quello dell’area euro che segna una crescita del 0,5% nel primo trimestre: in Europa sono Spagna (+0,8%), Germania (+0,7%) e Francia (+0,6%) i paesi che hanno registrato i rendimenti migliori, alimentati dalla crescita della domanda interna.Inoltre la produzione industriale dell’area è aumentata dello 0,8%, la produzione delle costruzioni dell’1,1% e le vendite al dettaglio dello 0,7% mentre la disoccupazione è rimasta stabile al 10,2%.
Il tasso di cambio dell’euro nei confronti del dollaro si è mantenuto stabile dopo l’incremento di aprile del 2,9% ed il prezzo del Brent è aumentato, fermandosi in media a 47,6 dollari a barile.
Dall’altra parte, l’andamento negativo del commercio mondiale si basa sul rallentamento delle economie emergenti, Cina in particolare. Secondo le analisi del Central Plan Bureau, nel primo trimestre il volume degli scambi si è ridotto del 1,7% di cui -3,4% per i paesi emergenti e -0,4% per le economie avanzate.
Il contesto italiano è moderatamente in crescita: nel primo trimestre il PIL è aumentato dello 0,3%, aumento che è composto in positivo dalla spesa delle famiglie, dall’indicatore della situazione patrimoniale (ISP) e dalla variazione delle scorte mentre dall’estero il contributo è negativo. La spesa delle famiglie è cresciuta soprattutto in beni non durevoli e durevoli, a discapito delle spese in servizi; anche la spesa delle amministrazioni pubbliche è in lieve aumento. Continua tuttavia il calo della fiducia dei consumatori cominciato ad inizio anno.
Il mercato del lavoro è invece frammentato: si è registrato un aumento degli occupati (sia uomini che donne, sebbene in misura minore) ma il tasso di disoccupazione ha ripreso la sua salita fino al 11,7%, spinto dalla quota di donne disoccupate (12,8%). SI prospetta comunque un miglioramento delle tendenze dell’occupazione per il secondo trimestre nonostante i limitati incrementi delle retribuzioni contrattuali pro-capite.
L’inflazione al consumo resta negativa ma il ritmo di caduta annua dei prezzi si sta attenuando: il quadro complessivo è comunque di sostanziale stabilità sebbene si preveda un lieve miglioramento per l’autunno prossimo.
Su queste basi, le previsioni dell’ISTAT destano qualche preoccupazione sebbene non siano in realtà pessimiste.Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan si mostra fiducioso: “C’è un indebolimento delle aspettative – dice il ministro dell’Economia – ma attendiamo i dati definitivi, continuo ad essere fiducioso. L’Italia, d’altra parte, va meglio di altri Paesi”. Il ministro ha aggiunto che “la ripresa si rafforza e continuerà a farlo nei prossimi trimestri” riferendosi al dato sui mutui, che deve esser letto come “il segnale di una svolta” e di un “ritorno alla normalità dell’economia”.