Risparmio gestito: crolla la raccolta

L’Industria del risparmio gestito crolla nel primo semestre dell’anno rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2015. Un forte rallentamento soprattutto nel secondo trimestre (935 milioni di euro), nettamente inferiore al primo (27,5 miliardi di euro).

Nonostante il forte calo, il patrimonio resta sempre a livelli record.

Industria risparmio gestito

Nel primo semestre del 2016 l’industria del risparmio gestito ha raccolto complessivamente 28,4 miliardi di euro a fronte dei 96 miliardi di euro registrati nell’analogo periodo del 2015. È quanto reso noto dall’ultimo rapporto di Assogestioni. I motivi di questo crollo sono da ricercarsi nel forte rallentamento nel secondo trimestre dell’anno, con la raccolta ferma a 935 milioni di euro. Nel primo trimestre aveva raggiunto i 27,5 miliardi di euro.

Malgrado i risultati, il patrimonio totale sale a 1.871 miliardi di euro.

Crollo raccolta: motivi

I principali motivi del crollo della raccolta nel primo semestre e, in particolare, nel secondo trimestre del 2016, sono da ricercarsi nei rendimenti meno “interessanti” rispetto al passato. Entrando nel dettaglio dei numeri, i fondi aperti registrano una raccolta netta semestrale di 12,3 miliardi di euro. Nel secondo trimestre è stato riscontrato un passivo di circa un miliardo di euro.

Identica situazione per le gestioni di portafoglio, con flussi netti per 15,9 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno, di cui soltanto 1,9 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2016.

È evidente la minore attrattiva registrata proprio nel secondo trimestre dell’anno, con gli investitori meno interessati al risparmio gestito e impegnando minor denaro rispetto al 2015, quest’ultimo comunque un anno record per il comparto. Il ribasso degli utili sui mercati finanziari pertanto rende l’investimento non conveniente.

Fondi aperti

Nel dettaglio, tornando ai numeri, i fondi azionari hanno chiuso il primo semestre con una raccolta negativa per 1,5 miliardi di euro, derivante dal rosso di 2,7 miliardi nel secondo trimestre dopo un dato positivo di 1,2 miliardi nel primo. Bene i fondi flessibili con 7,8 miliardi di euro, gli obbligazionari con 4 miliardi di euro ed i bilanciati con 1,5 miliardi.

I fondi monetari archiviano invece i primi 6 mesi dell’anno con un attivo di circa mezzo miliardo di euro, un dato influenzato dal rosso di 7,1 miliardi del secondo trimestre 2016. Per quanto riguarda le singole società e i risultati ottenuti nel secondo trimestre, davanti a tutti il gruppo Poste italiane con 4,6 miliardi di euro. A seguire la Banca Intesa Sanpaolo con 3,3 miliardi e Ubi Banca con 1,4 miliardi di euro. Si segnala il rosso di 9 miliardi di euro di Generali, un risultato però influenzato da una serie di cospicue movimentazioni all’interno dello stesso gruppo.

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