Euro, attese di rialzo nel 2017

Il quadro operativo nel quale si muoverà la Banca Centrale Europea, e che in termini ideali dovrebbe essere contraddistinto dalle azioni di conduzione verso una lenta normalizzazione del contesto, non sembra essere dei più semplici: l’istituto monetario andrà a fronteggiarsi con la gestione del quantitative easing (esteso fino al 31 dicembre 2017 per un livello un inferiore rispetto al passato), la crescita economica molto lenta e le attese di tiepido rialzo dell’euro, rischiano infatti di complicare le azioni di Mario Draghi & co.

La riunione del 19 gennaio si avvicina

Insomma, già a partire dalla prossima riunione del 19 gennaio, l’Eurotower dovrà fare i conti con una serie di decisioni non certo sottovalutabili. È prevedibile che l’area euro non crescerà con i ritmi sperati, ed è altresì intuibile che la Banca non abbia gli strumenti utili per poter centrare l’obiettivo di portare il tasso di inflazione al 2 per cento (come da suo statuto), per lo meno non prima del 2018. Nella riunione di dicembre il presidente Mario Draghi ha annunciato un’estensione del programma di quantitative easing, ma anche una riduzione dell’importo mensile degli acquisti da 80 a 60 miliardi di euro già da aprile 2017.

Un 2017 con due visioni

Quanto sopra conduce lo scenario 2017 a due stadi. Nella prima parte dell’anno (probabilmente coincidente all’arco temporale fino alla prossima estate) è probabile un consolidamento dell’euro intorno ai valori attuali, risultato di un approccio ancora espansivo da parte della BCE e di un andamento del dollaro che ha favorito una debolezza relativa della valuta unica. Nella seconda parte del 2017 (probabilmente, da settembre in poi), con l’avvicinarsi del termine del QE e con la riduzione degli acquisti di titoli già in corso, è probabile che tornino a salire le aspettative di apprezzamento della valuta unica in un quadro economico non così migliorato come ci si aspetterebbe e lontano dal target d’inflazione del 2 per cento.

Euro e le altre valute

Per quanto concerne i rapporti dell’euro con le altre valute, cominciamo con il rammentare come nella riunione della BCE dell’8 dicembre scorso, terminata col prolungamento del QE fino a dicembre 2017, Draghi abbia ripetuto che le condizioni monetarie espansive resteranno in essere ancora a lungo, con riflessi svalutativi sull’euro almeno nella prima parte del 2017. A sua volta, il rialzo Fed del 14 dicembre, se unito alle prospettive di un ciclo rialzista nel 2017 fatto di due o tre rialzi, manterrebbe l’attuale scenario di blando deprezzamento dell’euro. Attenzione però a quel che accadrà in casa Fed, poiché se l’istituto dovesse dare un’accelerata nella politica monetaria restrittiva, si potrebbero aprire le porte a un nuovo e più accentuato quadro di debolezza concreta dell’euro. Insomma, nel breve termine è possibile che l’euro possa deprezzarsi fino a toccare quota 1,02-1,03, ma successivamente la valuta unica europea dovrebbe avviare un lento ritmo di crescita che dovrebbe condurlo su posizioni di maggiore forza.

Per quanto riguarda invece i rapporti dell’euro contro la sterlina molto ruota intorno all’alimentazione dei dubbi sulle scelte del Governo inglese in termini di accordi e sul concretizzarsi, o meno, di una softBrexit. Un simile contesto potrebbero favorire un tiepido deprezzamento della valuta inglese nella prima parte dell’anno, fino alla maturazione dell’avvio delle negoziazioni per l’uscita dall’area. A quel punto, in caso di accordi proficui per entrambe le parti e se l’economia inglese dovesse proseguire nel suo recupero, il rapido raggiungimento del target di inflazione dovrebbe favorire l’apprezzamento della sterlina anche contro euro. Dunque, debolezza della sterlina probabilmente solo momentanea, mentre dalla primavera 2017 potrebbe esservi l’avvio di una lenta salita.

Per quanto riguarda infine lo yen, il calo della valuta giapponese nei confronti dell’euro alla fine del 2016 potrebbe proseguire anche nel corso del 2017, proprio perchè nonostante BCE e BoJ restino accomodanti ed espansive, il marginale apprezzamento dell’euro contro dollaro al termine della fase espansiva della BCE estenderà i suoi riflessi anche sul cambio EUR/JPY.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here