Antibrexit o lungimiranza in vista di un probabile nuovo paradiso fiscale? In molti si sono posti la domanda dopo avere appreso la decisione di Facebook di assumere 500 forze lavoro a Londra, dove andrà ad ampliare uno dei suoi quartieri generali europei.
Fitzrovia è il quartiere dove attualmente si trova l’impero di Zuckerberg a Londra, un luogo di lavoro che stimola e sottolinea l’importanza della city londinese nel panorama tecnologico e informatico del presente. Si tratta del secondo ufficio europeo come mole di impiegati e attività operativa dopo Dublino e del secondo più grande a livello europeo fuori dai confini americani. La decisione di Facebook ha seguito a ruota la comunicazione data da Google che, pochi giorni prima, aveva dichiarato la volontà di aumentare in volume di affari dell’ufficio che ha sede a King’s Cross, incrementando le attuali unità professionali con 3mila nuovi profili e ammettendo la volontà di dare vita ad un investimento tutto europeo, della portata di miliardi di pound.
Perché le due società più importanti del panorama tech hanno scelto Londra come base operativa? Tutte le notizie economiche davano la city spacciata, ma le superpotenze la stanno eleggendo come base e come punto per lo sviluppo europeo. Molto probabilmente Londra è e rimarrà per sempre il fulcro della tech europa, Brexit o meno, ma c’è chi giura che le notizie di fiscalità agevolata date dalla premier Theresa May possono essere state interpretate dalle società internazionali come un ghiotto boccone, come un’opportunità da non farsi sfuggire in previsione di una tassazione più che felice. La tassazione agevolata potrebbe, infatti, permette alle grandi corporate di allargare ulteriormente il loro bacino di affari, contando su un carico fiscale più che contenuto. Esultante il sindaco di Londra Khan, che ha ribadito il ruolo della capitale come hub tecnologico e come polo in grado di attrarre potenze pronte ad investire sulla forza economica e tecnologica del paese.