FCA Bank: un modello economico a cui molti guardano

Gli analisti hanno bollato la scelta di ‘farsi una banca in casa’ come conveniente. Lo sa bene il gruppo Fiat, che ha trasformato la sua finanziaria in un vero e proprio istituto di credito, la FCA Bank.

Il bilancio della banca è stato depositato presso la Sec e si è rivelato essere una vera e propria cartina di tornasole, perché la banca ha rivelato di avere conseguito un utile netto di 311.5 milioni di euro. Si tratta di un dato che mostra un’interessante crescita rispetto al 2015, che mostrava utili per 249 milioni di euro. Il parallelo che gli economisti hanno fatto è quindi semplice, perché se le vetture a marchio Fiat e Chrysler hanno successo e vendono, di riflesso la banca che amministra i finanziamenti ci guadagna e va in utile. I margini di guadagno sono molto intensi e crescono. Basti pensare che nel 2014 la banca non aveva superato i 180 milioni di utile ma ora i risultati sembrano decollare e si uniscono a impieghi che superano i 18 miliardi di euro, dove la maggior parte è stata impiegata per finanziare le rate delle automobili che sono state vendute per 9 miliardi di valore, per pagare i factoring per la quota di 5 miliardi e i leasing per una quota di 2.9 miliardi di euro.

FCA: l’andamento in Borsa

Perche FCA Bank ?

E non solo finanziamenti, perché FCA Bank mostra quaranta milioni di conti correnti, con servizio di banca online e 364 milioni di euro disponibili per le carte di credito. La banca della casa automobilistica mostra inoltre attivi legati a partecipazioni azionarie quali il 30% di CarCityClub, servizio di car sharing nato a Torino che si sta avviando alla liquidazione dopo l’avvento di Enjoy e Cartogo. In questo caso Fiat si impegnava a fornire le auto con formula di noleggio a lungo termine. FCA Bank è quindi diventata socia di maggioranza di Ferrari Financial Services Gmbh con un finanziamento di ben 18 milioni di euro.

Quali i metodi di raccolta di liquidità per l’istituto di credito?

Principalmente si tratta dell’emissione di bond, operazioni che apportano circa 11 miliardi di euro nelle casse della banca ‘automobilistica’. Di spicco i nomi dei finanziatori interbancari, fra i quali Credit Agricole e i metodi di raccolta come le aste Tltro della Bce che hanno fruttato 1,2 miliardi di euro a tassi zero se non negativi per lungo periodo. La banca della casa automobilistica brilla quindi per gestione, anche se vi è il rischio di ricevere una multa dall’Antitrust svizzero per pratiche commerciali scorrette. La banca non ha previsto accantonamenti perché ritiene l’accusa infondata, ma ha messo nel salvadanaio 68 milioni di euro per una questione legata alla vendita di auto finanziate in Inghilterra. In questo caso l’acquisto non è andato a buon fine, perché alcuni acquirenti hanno deciso di sospendere le rate tutelandosi con la legislazione inglese. A conti fatti potrebbe trattarsi di un sassolino nella scarpa, che una banca così speciale potrebbe impiegare poco tempo e poche risorse a togliersi, per proseguire indisturbata il suo felice e proficuo corso economico.

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