Fca chiude per ora alle fusioni

Qualche giorno fa avevamo anticipato la possibile operazione societaria tra Fca e Psa: un’iniziativa che era dettata dalla presunta apertura che i rispettivi top management avevano elaborato nelle settimane precedenti, e che sembrava poter essere ben propiziata dal fatto che le società, anni or sono, avevano già tentato un avvicinamento, poi svanito per altre preferenze da parte di Peugeot Citroen.

Marchionne a 360 gradi: da Psa a Alfa Romeo, da FCA a Ferrari

Ebbene, il clamore suscitato da tali indiscrezioni sembra aver condotto a una presa di posizione abbastanza esplicita da parte del CEO Sergio Marchionne, che ha precisato che attualmente non vi è nessun colloquio con Psa né con altre case in materia di fusioni e incorporazioni: una precisazione che è naturalmente valida per il momento ma non esclude: a) possibili operazioni in tal senso da programmare per il futuro e, soprattutto b) aperture a intese commerciali con la casa transalpina o con altri player.

Presente al Salone di Ginevra (dove FCA ha presentato 10 nuovi modelli), Sergio Marchionne – stimolato anche dalle domande dei media – ha dunque voluto fare il punto sia per quanto riguarda il lato Fiat, che quello Ferrari. Per quanto concerne il primo, Marchionne ha precisato che per il momento non esiste quell’ipotesi di fusione con Peugeot che la scorsa settimana aveva occupato ampio spazio dei giornali economico-finanziari, pur ammettendo che FCA, oltre a General Motors, ha fatto più di un sondaggio nel settore. “Abbiamo deciso di andare avanti da soli dopo che General Motors ci ha detto no. Abbiamo parlato con altri e deciso di non accordarci con nessuno, perché il gioco non valeva la candela. Vorremmo un deal definitivo, in grado di cambiare il panorama del settore automotive” – ha precisato Marchionne. Come ricordato dalla stampa locale, il manager ha poi sottolineato che gli sforzi di Fca “sono focalizzati su aziende che hanno un Dna come il nostro (…) Volkswagen è più simile a noi come Renault e Nissan, mentre Ford non lo è”. Marchionne ha poi ribadito che FCA è sulla strada utile per poter raggiungere gli obiettivi fissati all’interno del piano industriale 2018 senza doversi alleare con altri operatori.

Insomma, nel 2016 difficilmente si potrà ipotizzare il sospirato matrimonio tra FCA e Psa. Il che, però, non significa che tra le due case il corteggiamento non possa andare avanti. Il top manager del Lingotto ha infatti ricordato con piacere il legame che stringe FCA con Peugeot in termini di intese commerciali, e nulla vieta di ipotizzare qualche integrazione in futuro. “Abbiamo relazioni con Psa nei veicoli commerciali da 30 anni, io vado con l’intenzione di stringere un accordo sui prodotti, poi se qualcuno ha altre idee non lo so” – ha dichiarato il top manager, sottolineando poi che “FCA è più forte nei suv e nei pick up. Dobbiamo allearci con qualcuno che ci dia il vantaggio di collaborare sulle piattaforme”.

Per quanto riguarda il mondo delle corse, Marchionne non ha accantonato (affatto) l’idea di un possibile ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1, definendola come “una grandissima cosa. Inoltre Ferrari potrebbe aiutarla facendo da spalla”. Proprio per quanto concerne la Ferrari (di cui Marchionne è presidente), il manager ha assicurato che l’amministratore delegato Amedeo Felisa rimarrà a Maranello anche in occasione del rinnovo delle cariche del consiglio di amministrazione, previsto per il prossimo mese di aprile.

Ancora in ambito Ferrari, Marchionne ha indicato in metà anno la data ultima per lanciare il bond, ed ha espresso rassicurazione e serenità sull’andamento di Maranello in Borsa, al di sotto delle aspirazioni degli stakeholders. “Le correzioni del titolo Ferrari sono state incredibili. La scuderia ha ereditato una serie di azionisti che erano di FCA. Per un cambiamento ci vorrà tempo, buona parte del 2016, per arrivare a una situazione ideale” per l’azionario.

Immatricolazioni, ottimo andamento anche a febbraio

Aprendo una piccola parentesi sul core business di FCA, non possiamo che soffermarci per qualche istante a commentare un ottimo andamento delle immatricolazioni nel mercato italiano, il punto di riferimento territoriale per Fiat. Di fatti, i dati sulle nuove auto hanno superato quota 172 mila unità, con una crescita del 27,3% sullo stesso mese dello scorso anno. Un risultato mai così positivo dal “lontano” marzo 2011 di cinque anni fa, e che sembra essere stato sospinto verso l’alto da una buona quota di domanda di sostituzione insoddisfatta, dalla fiducia dei consumatori in crescita, e dalle promozioni dei concessionari.

Alla luce di ciò, secondo il Centro Studi Promotor, in tale mix l’elemento più importate è sicuramente il risveglio della domanda per sostituzione, che negli scorsi anni è stata trattenuta al ribasso, contribuendo a spingere le immatricolazioni in Italia nel 2013 su livelli inferiori del 47,7% ai massimi ante crisi, con un aumento dell’anzianità media delle auto in circolazione superiore a due anni e mezzo. A questo elemento – sottolineava poi il quotidiano Milano Finanza – si è aggiunta la fiducia nella ripresa dell’economia diffusasi nel 2015 e anche il forte calo dei costi di esercizio degli autoveicoli, che nello scorso anno sono diminuiti del 4,5% con punte del 9,7% per la benzina.

In ambito FCA, giova ricordare, ancora una volta, come il Lingotto abbia fatto segnare risultati superiori a quelli del mercato. FCA ha infatti immatricolato più di 50 mila unità, il 32,2% in più rispetto allo stesso mese del 2015, conseguendo la 14ma crescita migliore del mercato consecutiva. La quota di mercato in mano al gruppo di Marchionne è ora salita al 29,07% dal 28,01% di febbraio del 2015.

Per quanto attiene i singoli modelli, la classifica delle 10 auto più vendute in Italia prevede ben 6 veicoli FCA, di qui quattro (Panda, Ypsilon, 500L e 500) nelle prime quattro posizioni, la 500X sesta e la Punto decima. Sui singoli brand, il marchio Fiat ha visto le sue immatricolazioni giungere oltre quota 36 mila (+33,8%). In buona spinta anche Lancia, che a febbraio ha immatricolato 6.800 vetture, il 30% in più rispetto al periodo di confronto precedente. Più contenuto l’incremento di Alfa Romeo, che ha chiuso febbraio con oltre 3 mila immatricolazioni (+7,8%), mentre Jeep ha proseguito nella sua dinamica crescita, con più di 3.600 immatricolazioni, in crescita del 47,7%. Nel mercato statunitense, l’altra principale sponda per i business FCA, il Lingotto ha potuto festeggiare una crescita delle immatricolazioni del 12% a 182.879 unità, dalle 163.586 dello stesso periodo dell’anno scorso, facendo così segnare il miglior secondo mese dell’anno da dieci anni a questa parte.

A proposito di immatricolazioni e di concorrenti, Marchionne ha infine dedicato una battuta non proprio priva di ruvidità al competitor Volkswagen: “Non sono suv quelli di Wolfsburg, ma modelli travestiti da suv. Non mi preoccupano, fateglieli fare” – ha dichiarato il manager a chi faceva notare che Volkswagen stava presentando numerosi sport utility, in grado di contrastare con l’appeal di Jeep.

FCA, uscita dal settore media

Chiudiamo i nostri approfondimenti odierni su FCA con la notizia dell’accordo tra le famiglie Agnelli e De Benedetti, che hanno previsto l’unione tra Itedi (controllata per il 77% da FCA) e l’Espresso. Al termine dell’operazione, FCA otterrà circa il 16% della nuova entità, con la partecipazione che verrà distribuita ad alcuni stakeholders della compagnia auto (ed Exor avrà in mano il 5% della società). Contemporaneamente, FCA venderà ad altre parti la sua partecipazione diretta in RCS (16,7%).

L’operazione è stata accolta con favore, e gli stakeholders di FCA dovrebbero poterne giovare. La transazione dovrebbe infatti rendere più snella la struttura del gruppo, rendendolo estraneo al settore dei media, e permettendo così una concentrazione sul solo business auto.

Esprimiamo dunque parere positivo sull’evoluzione di FCA.

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