Eccoci di ritorno con il nostro consueto appuntamento sui principali market mover della settimana. Una settimana in cui prevale l’interesse per la riunione BCE di marzo, e che ci propone pochi dati di rilievo nell’area dollaro. Facciamo però un po’ di chiarezza, e cominciamo a riepilogare i market mover dalla giornata di domani, considerata la sostanziale assenza di spunti in quella di oggi.
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Martedì 7 marzo 2017
In area euro si attende la stima finale della crescita del PIL, probabilmente a +0,4% su trimestre e +1,7% annuo. L’ultima stima dovrebbe confermare che il contributo principale è arrivato dalla domanda interna, mentre il canale estero dovrebbe aver esser stato più fiacco.
Negli USA, arriveranno i dati della bilancia commerciale, con deficit del mese di gennaio che è previsto a -47,5 miliardi di dollari, in peggioramento rispetto a -44,3 miliardi di dollari di dicembre.
Mercoledì 8 marzo 2017
In area euro, giornata di dati nazionali. Si comincia con la produzione industriale in Spagna, che a gennaio dovrebbe essere cresciuta di 0,4% su mese dopo il calo di -0,5% su mese a dicembre. Altro dato di produzione industriale arriverà dalla Germania, con la statistica che è attesa recuperare a gennaio almeno una parte del calo di dicembre: possibile rimbalzo di +2% su mese dopo il -3% su mese precedente.
Negli Stati Uniti usciranno invece i dati sulla stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati di febbraio, che il consenso attende a quota 178 mila unità , dopo le 246 mila unità di gennaio. Infine, la crescita della produttività nel quarto trimestre 2016 dovrebbe essere revisionata verso l’alto a 1,4% su trimestre, annualizzato, da 1,3%.
Giovedì 9 marzo 2017
Arriviamo dunque alla giornata di giovedì, sicuramente il clou di questa settimana. Oggi infatti è prevista la riunione di marzo della BCE che, salvo clamorose sorprese, sarà un altro appuntamento di natura interlocutoria. Il Consiglio dovrebbe infatti limitarsi a prendere atto dei progressi dell’economia reale e, molto probabilmente, rivedrà al rialzo le stime di inflazione sul 2017. È comunque possibile che il Consiglio possa iniziare a valutare quando e a quali condizioni avviare il dibattito sull’uscita, ma la Banca dovrebbe comunque chiudere la riunione ribadendo che in assenza di un rialzo duraturo dell’inflazione core le misure non convenzionali non saranno ritoccate.
Negli Stati Uniti giornata piuttosto povera di spunti macro economici (in attesa invece di quelli più consistenti, di domani), con i prezzi all’import a febbraio che sono previsti in aumento di 0,1% su mese, dopo +0,4% su mese, con i prezzi delle materie prime e il dollaro poco variati nel mese.
Venerdì 10 marzo 2017
Concludiamo infine con la giornata di venerdì, che non potrà che essere dedicata (anche) alla digestione delle notizie che sono arrivate dalla BCE.
Al di là di ciò, vi sarà spazio anche per qualche nuovo dato macro. Cominciamo dalla Francia, con la produzione industriale che dovrebbe rimbalzare di +1,1% su mese a gennaio dopo il -0,9% su mese a dicembre. All’interno di tale dato, è presumibile attendersi una crescita del manifatturiero e un contemporaneo aumento della produzione di energia elettrica, valutato che nel mese in oggetto le temperature medie sono scese in modo significativo su dicembre e di oltre due gradi rispetto alla media stagionale, con picchi di consumo elettrico dal 2012.
La variazione annua potrebbe rallentare a 0,9% rispetto al precedente 1,3%, ma è comunque attendibile che nel trimestre in corso la produzione possa mantenere un ritmo di crescita vicino all’1,2% su trimestre, come a fine 2016.
Nella giornata di oggi, in area euro, c’è anche spazio per l’Italia: il nostro Paese sfornerà infatti gli aggiornamenti sul tasso di disoccupazione, che nel trimestre dovrebbe essere salito a 11,9% nella parte finale del 2016, dopo l’11,6% della stagione estiva. Il trimestre autunnale dovrebbe aver visto un’occupazione stabile in presenza di un aumento di tre decimi delle forze di lavoro, in seguito a un nuovo calo degli inattivi. Il tasso dei senza-lavoro è rimasto a 11,9% anche nel primo mese del nuovo anno e in media d’anno potrebbe calare lievemente.
Chiudiamo infine con un riferimento agli Stati Uniti, che ci forniranno i dati macro più utili proprio in chiusura di settimana. Nella giornata di venerdì esce infatti l’employment report di febbraio, che dovrebbe essere ancora una volta positivo: in particolare, è possibile che gli occupati non agricoli possano crescere di 180 mila unità dopo le 227 mila unità di gennaio. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere di un decimo a 4,7%, mentre i salari orari dovrebbe crescere a 0,2% su mese, con possibilità di revisione verso l’alto. È comunque anche possibile che in realtà gli effetti attesi nella crescita dei salari orari possano materializzarsi principalmente nel mese di febbraio e, dunque, con il prossimo aggiornamento macro.