Eccoci di ritorno con l’approfondimento sui principali avvenimenti della settimana macro economica, in grado di influenzare le vostre strategie Forex trading di breve termine. Cominciamo naturalmente con la giornata di oggi, lunedì 17 ottobre: nell’area euro, attendiamo soprattutto la seconda lettura dell’inflazione, che dovrebbe confermare un accelerazione di due decimi a 0,4 per cento a settembre da 0,2 per cento di agosto. Nel mese i prezzi dovrebbero essere aumentati di 0,5 per cento mese su mese da 0,1 per cento mese su mese sulla scia del rialzo dell’energia. Negli Stati Uniti è invece prevista la pubblicazione dell’indice Empire della NY Fed, previsto in rialzo a 3 punti da -2 punti di settembre. Si attendono inoltre gli aggiornamenti relativi alla produzione industriale di settembre, che è attesa in aumento di 0,3 per cento mese su mese, dopo -0,4 per cento mese su mese ad agosto.
Passando a martedì 18 ottobre, la giornata inizia con la pubblicazione dei risultati dellindagine sul credito relativa ai mesi estivi, che dovrebbe confermare condizioni al credito espansive e fornire quindi indicazioni sull’andamento della domanda di impieghi. Negli Stati Uniti è invece attesa la pubblicazione del dato CPI di settembre, che è atteso in aumento di 0,3 per cento mese su mese e dell’1,4 per cento anno su anno, dopo +0,2 per cento mese su mese ad agosto. L’indice core dovrebbe aumentare di 0,2 per cento mese su mese e del 2,3 per cento anno su anno, dopo lo 0,3 per cento mese su mese di agosto. L’indice core dovrebbe tornare in linea con il trend, dopo il balzo di agosto dovuto in gran parte all’accelerazione nel comparto sanità (1 per cento mese su mese, al di sopra della media di circa 0,3 per cento mese su mese in vista nell’anno). A settembre abitazione e sanità, principali voci dell’indice core, dovrebbero registrare variazioni in linea con il trend fra 0,2 e 0,3 per cento mese su mese. L’abbigliamento dovrebbe mantenere prezzi poco variati. Il differenziale fra l’inflazione core misurata con il CPI e quella misurata con il deflatore è straordinariamente elevato (a 6 decimi), per la diversa definizione di sanità e abitazione, e probabilmente si manterrà ampio. Tuttavia, il modesto trend verso l’alto del CPI si osserverà anche sul deflatore, con un graduale avvicinamento al 2 per cento nei prossimi trimestri.
Passando a mercoledì 19 ottobre, nella giornata di metà settimana è prevista la pubblicazione, da parte della BCE, dei previsori ufficiali. La media delle stime di crescita per il 2017-18 dovrebbe essere intorno all’1,3-1,4 per cento, e dunque leggermente al di sotto delle stime BCE di settembre. Le stime di inflazione a cinque anni saranno ancora stabili all’1,8 per cento e sarà importante per la BCE valutare come si sta spostando la distribuzione di frequenze. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, negli Stati Uniti, usciranno i dati sui nuovi cantieri, che a settembre sono previsti in rialzo a 1190 mila dopo 1140 mila di agosto. Nella stessa giornata, inoltre, la Federal Reserve ha in programma la pubblicazione del Beige Book, che preparerà la riunione del FOMC del 2 novembre. Il rapporto dovrebbe confermare la prosecuzione di una moderata crescita dell’attività, trainata dai consumi. Si dovrebbero riportare indicazioni di miglioramento degli investimenti residenziali e non. Il mercato del lavoro dovrebbe essere ancora riportato in miglioramento, con pressioni sui salari per le posizioni specializzate. Si potrebbe anche vedere un timido segnale di ripresa dell’inflazione. Il Beige Book dovrebbe confermare il quadro che emerge dai dati macroeconomici.
Passiamo dunque a giovedì 20 ottobre, giornata clou per quanto concerne l’area euro. Giovedì è infatti programma l’attesa riunione da parte della Banca Centrale Europea che, salvo sorprese che non riteniamo possibili, confermerà che un tapering degli acquisti APP non è alle porte, mantenendo per ora aperte tutte le opzioni. La discussione su cosa fare dopo marzo 2017 è già stata avviata, ma difficilmente la decisione finale verrà assunta ora, essendo molto più probabile che possa essere rimandata a dicembre o a gennaio. I dati nell’ultimo mese hanno sorpreso verso l’alto. La ripresa delle quotazioni petrolifere, sostenuta dall’accordo OPEC, potrebbe favorire il conseguimento dell’obiettivo di inflazione. Tuttavia, è ancora troppo presto per modificare la valutazione dei rischi sul ciclo.
Anche negli USA giovedì riserva qualche dato di rilievo. Viene infatti pubblicato l’indice della Philadelphia Fed a ottobre, che dovrebbe correggere a 4 punti, da 12,8 punti di settembre. L’indagine a settembre aveva segnato un rimbalzo molto pronunciato e non in linea con le indicazioni delle altre indagini. A ottobre si dovrebbe vedere un riavvicinamento a livelli coerenti con modesta espansione dell’attività. Le vendite di case esistenti a settembre sono attese in aumento a 5,4 milioni di unità annualizzate, da 5,33 milioni di agosto. I contratti di compravendita segnalano un temporaneo rimbalzo delle vendite effettive, seguito probabilmente a settembre da una stabilizzazione.
Chiudiamo infine con venerdì 21 ottobre, quando dall’area euro verrà pubblicata la stima flash dell’indice di fiducia delle famiglie dell’Eurozona, che ad ottobre potrebbe registrare un nuovo miglioramento a -7,9 punti da -8,2 punti. Il divario tra il livello della fiducia dei Paesi core e della periferia è andato riallargandosi da inizio anno, con i primi che viaggiano al di sopra della media di lungo periodo (a -1,4 punti rispetto a -12,4 punti), mentre i secondi ne rimangono poco meno di una deviazione standard al di sotto (a -24,6 punti).