Cresce l’attesa per la riunione BCE: ecco come si stanno muovendo le valute

Giornata di protagonismo per la Banca Centrale Europea, la cui riunione è in corso e dovrebbe concludersi con qualche utile spunto per poter orientare il proprio atteggiamento futuro di breve termine. Cerchiamo dunque di comprendere come si stanno muovendo le valute in attesa di tale evento, e scoprire che cosa ha in serbo il calendario macro economico per le prossime ore.

Dollaro

Cominciamo da un piccolo focus sul dollaro, che questa notte si è rafforzato, pur rimanendo sotto i livelli minimi di lunedì scorso, sul consolidarsi di attese che la Federal Reserve alzerà i tassi prima di fine anno, come peraltro da diverso tempo ripetiamo essere lo scenario centrale. Un occhio di attenzione è inoltre stato mostrato al recente e ultimo confronto televisivo tra Clinton e Trump, dal quale Clinton è uscita come favorita. Secondo alcuni osservatori la probabilità di un rialzo Fed a dicembre in caso di vittoria di Clinton sarebbe decisamente maggiore. Ieri è stato altresì pubblicato il Beige Book, nel quale sono state indicate – tra le valutazioni di preparazione al FOMC – che le incertezze elettorali potrebbe rappresentare un rischio per lo scenario economico domestico. Nel documento si conferma comunque il buono stato di salute dell’economia USA. Oggi uscirà invece il Philly Fed, che sarà seguito con attenzione dopo l’ampia delusione dell’indice Empire lunedì scorso.

Euro

Come anticipavamo, l’appuntamento clou di oggi è rappresentato della riunione BCE, in attesa della quale l’euro si è indebolito ancora, toccando un minimo a 1,0952 EUR/USD. L’incontro odierno è particolarmente importante, considerate le indicazioni favorevoli giunte recentemente dai dati dell’area, soprattutto dopo i rumors sulla possibilità che la BCE abbia cominciato a ragionare sull’opportunità di avviare un tapering l’anno prossimo, dopo marzo.

A questo punto, se effettivamente la Banca centrale dovesse smentire tali voci tenendo aperte le porte a una possibile estensione temporale del quantitative easing dopo la fine del primo trimestre 2017 l’euro potrebbe scendere almeno temporaneamente poco sotto 1,0900 EUR/USD. Se invece la BCE dovesse porre l’accento sui segnali positivi giunte dai dati recenti, indicando che in caso di ulteriore miglioramento non ci sarà bisogno di ampliare ancora lo stimolo, l’euro potrebbe rimbalzare sopra 1,1000 EUR/USD.

Sterlina

La sterlina sta vivendo una fase di modesta stabilizzazione. Ieri intanto c’è stata l’audizione su Brexit del cancelliere dello scacchiere Hammond, il quale ha ribadito che tra le priorità del governo vi è il controllo dell’immigrazione, pur – contemporaneamente – affermando che non è ancora stata definita la linea negoziale per l’uscita dall’Unione Europea, e specificando che verrà fatta un’analisi dell’impatto economico e fiscale delle varie opzioni di Brexit. Ha inoltre sottolineato l’opportunità che rimanga riserbo su quella che sarà l’effettiva linea negoziale, ammettendo che vi sono in merito differenze di vedute all’interno del governo.

In aggiunta a ciò, Hammond ha poi specificato che il tema dei servizi finanziari avrà priorità in fase negoziale, aggiungendo però che è realistico che le banche pensino a delle opzioni alternative rispetto al passaporto europeo. Il cancelliere ha infine lasciato intendere che la politica fiscale fornirà sostegno all’economia a fronte dei rischi di Brexit, chiarendo però che il governo intende rimanere sulla strada della disciplina fiscale.

Sul fronte macro, oggi usciranno i dati sulle vendite al dettaglio di settembre, che saranno molto importanti per cercare di capire se il contributo dei consumi alla crescita sia stato sufficiente a impedire un rallentamento troppo ampio nel terzo trimestre. I dati di Pil saranno pubblicati la settimana prossima e saranno il primo vero banco di prova degli effetti pre-Brexit.

Dollaro Canadese

Chiudiamo infine con una valuta che raramente trovate su queste pagine, il dollaro canadese. Come ampiamente atteso dagli analisti, la Bank of Canada ha lasciato i tassi di interesse di riferimento invariati a 0,50 punti percentuali, ma in conferenza stampa il governatore Poloz ha detto che durante la riunione si è discusso della possibilità di tagliare i tassi. Le proiezioni di crescita e inflazione sono inoltre state riviste al ribasso e il timing atteso di ritorno dell’economia al pieno utilizzo della capacità produttività è stato spostato ulteriormente in avanti da fine 2017 a metà circa del 2018.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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