Il clima dei mercati azionari internazionali è ancora positivo, inducendo molti trader a riavvicinarsi al mondo degli investimenti in tali strumenti finanziari. Ma durerà ? E che cosa sarebbe opportuno tenere a mente se volete investire in scenari sempre più complessi?
Investire nei mercati azionari europei
Cominciamo con uno sguardo ai mercati di casa nostra… o quasi: le borse europee sembrano conservare un un’intonazione tendenzialmente positiva in virtù delle indicazioni incoraggianti che sono giunge dalla pubblicazione dei risultati societari trimestrali che finora sono stati pubblicati in alcuni dei mercati nazionali di principale riferimento. Non solo: a sostenere i listini sono stati anche i positivi dati macroeconomici, europei (direttamente) e statunitensi (indirettamente). Naturalmente, non tutto è oro quel che luccica: rimane infatti qualche timore sulla politica protezionistica del neo presidente americano Trump che potrebbe avere conseguenze negative su alcune società europee che esportano oltreoceano. È tuttavia ancora troppo presto per potersi sbilanciare su tale fronte, considerato che ai tanti annunci di Trump non sono corrisposti concreti provvedimenti: bisognerà pertanto attendere la formulazione di questi ultimi per potersi sbilanciare sugli effetti che le mosse del tycoon avranno sui bilanci delle corporate europee.
Per quanto riguarda un’analisi di maggior dettaglio, per il momento il comparto bancario europeo continua a reggere, garantendosi un buon recupero dopo la proposta dell’EBA sulla creazione di una European asset management company, in cui verrebbero riversati gli oltre mille miliardi di crediti deteriorati generati a livello europeo. Si tratterebbe di una soluzione forte e decisa contro il problema dei non performing loans e, come qualcuno dei nostri lettori starà in questo momento già immaginando, è proprio l’Italia il primo Paese a beneficiare di questa ipotesi (stando i calcoli formulati dell’EBA il Belpaese avrebbe 276 miliardi di euro di NPL in cassa).
Per quanto attiene gli altri settori, da segnalare qualche presa di profitto sul comparto delle materie prime, e in particolare sui titoli minerari, in grado di assorbire la debolezza dei prezzi dei metalli, a loro volta calati in misura vistosa dopo che la Cina ha alzato i tassi di interesse di riferimento, sollevando all’interno dei mercati internazionali dei metalli la paura che una erosione della liquidità a basso costo possa frenare la crescita economica. Sicuramente più positivo è il trend assunto dal comparto tecnologico, dopo i positivi risultati del quarto trimestre pubblicati da alcuni operatori di grande riferimento nel vecchio e nel nuovo Continente. Permane infine un po’ sotto tono il settore auto, che a sorpresa non riesce a spingere con dinamismo sulle piazze finanziarie nonostante i buoni dati sulle immatricolazioni di inizio anno, che prolungano la buona tendenza di crescita che si era vista nel 2016: il comparto – come altri settori – sta infatti risentendo dell’ipotesi di eventuali dazi alle importazioni negli Stati Uniti, in virtù della già ricordata politica protezionistica preannunciata da Donald Trump.
Investire nei mercati azionari statunitensi
Le considerazioni sono – per certi versi – piuttosto similari anche per quanto concerne gli investimenti nei mercati azionari statunitensi. Qui si assiste a un mantenimento in prossimità dei massimi storici da parte di tutti i principali indici di Borsa, in un contesto in cui il trend è contraddistinto da una maggiore presa di profitto dopo gli ampi guadagni che sono stati registrati nella parte finale del 2016. Per il momento, i dati macroeconomici superiori alle attese (almeno in buona parte) e le indicazioni discretamente positive sul fronte dei risultati societari trimestrali, continuano a costituire i principali driver di supporto del mercato, che però sembra registrare una certa cautela di fondo, influenzata – come intuibile – da quello che potrebbe accadere in ottica amministrativa: a spingere i mercati finanziari verso un atteggiamento prudente è infatti soprattutto l’attesa nel verificare i concreti provvedimenti del neo presidente in campo economico e fiscale, dopo che le prime settimane post insediamento sono state concentrate in particolare sui temi legati alle relazioni internazionali e ai problemi sulla sicurezza.
Scendendo anche in questo caso su un livello di dettaglio maggiore e settoriale, evidenziamo come stiano tornando a mostrare una forza relativa i titoli finanziari, con l’indice settoriale che nelle ultime settimane ha registrato un andamento laterale, rimanendo comunque su livelli storici piuttosto sostenuti: è inoltre possibile che, dopo un periodo di pubblicazioni trimestrali positive, il comparto sia pronto ad avvantaggiarsi della volontà di Trump di contenere le normative rigide applicate a seguito della crisi finanziaria del 2008, eliminando in prima battuta la discussa riforma Dodd-Frank.
Tra gli altri settori degni di nota, sottolineiamo come stia proseguendo la forza relativa del comparto tecnologico, trainato soprattutto dalle trimestrali che generalmente indicano una crescita degli utili e una percentuale di sorprese positive superiori alla media di mercato. Migliora anche la condizione di base di alcuni comparti come le utility e il farmaceutico, mentre il telefonico si conferma il peggiore da inizio anno.