Come abbiamo avuto modo di sottolineare nella giornata di ieri, esaminando i market mover della settimana, i prossimi giorni saranno particolarmente importanti per gli Stati Uniti, considerando che Trump prima, e Yellen poi, andranno a fornire nuove informazioni aggiunte per quanto concerne – rispettivamente – politica fiscale e politica monetaria. Ma come reagirà il dollaro in questi giorni? Subirà le pressioni determinate dal clima di crescente attesa, o riuscirà ad approfittarne?
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Dollaro, puntiamo su una relativa forza
A nostro giudizio, nella settimana verranno a crearsi le condizioni tali da poter supportare un nuovo apprezzamento del dollaro o, per lo meno, il suo consolidamento sui livelli attuali o lievemente superiori. La conferma del ciclo di rialzo dei tassi fed funds (emersa dalle ultime dichiarazioni e, presumiamo, ribadita anche nel prossimo intervento di Yellen in calendario) e le promesse di politiche fiscali espansive da parte di Trump (da domani dovremmo saperne di più, anche se non MOLTO di più…) sosterranno la valuta USA.
Di contro, la BCE non ha fatto altro che rassicurare sul suo impegno espansivo nonostante l’accelerazione dell’inflazione in Europa. Non ci aspettavamo, d’altronde, niente di diverso: il segnale veicolato al mercato è ancora una volta quello di una Banca centrale che si ritiene essere pronta a proporre condizioni accomodanti per un periodo lungo di tempo confermando il probabile impatto svalutativo sull’euro. Trump potrebbe non apprezzare, ma il destino della valuta unica nella prima parte del 2017 sembra essere tracciata.
Per quanto riguarda la sterlina, le buone stime di crescita espresse dalla Bank of England per il triennio 2017-19 e l’inizio, senza particolari stravolgimenti (come invece lungamente temuto), del processo di Brexit, hanno contribuito a rendere più sereno il quadro. Nell’ipotesi di intesa favorevole con l’Unione Europea e con l’economia in grado di proseguire nel suo recupero, la pressione inflazionistica interna dovrebbe favorire il recupero della sterlina.
Materie prime ancora rialzo sulla scia delle quotazioni petrolifere
Concludiamo il focus di oggi con un breve sguardo sulle quotazioni delle materie prime: come abbiamo avuto modo di ricordare nel corso delle ultime settimane, il greggio ha visto un inizio di 2017 davvero convincente, con il consolidamento verso l’alto delle sue quotazioni. Il taglio della produzione da parte dei membri OPEC sta proseguendo praticamente nei ritmi concordati, soprattutto grazie alla spinta dell’Arabia Saudita, confermano così un discreto ottimismo degli analisti finanziari. Molto dipenderà naturalmente dalle modalità con cui i tagli di produzione verranno ancora una volta rispettati nel prossimo futuro: se sarà così, non solamente l’eccesso di offerta sarà destinato a sparire, ma l’OPEC potrebbe guadagnarne in credibilità nei confronti di nuovi presunti accordi sui livelli di output.
Con un rapido cenno ai metalli preziosi, il dollaro e la debolezza dei fondamentali nocciono sul breve termine ai protagonisti del settore, mentre nel medio termine la richiesta di copertura dai rischi di inflazione dovrebbe spingere il comparto. Sempre in ottica di metalli, ma passando a quelli industriali, l’outlook rimane positivo grazie alla crescita della domanda cinese e la forza del suo mercato immobiliare, unitamente alle opere pubbliche promesse da Trump, ma ancora non formalizzate.