In area Giappone i dati macroeconomici continuano a rafforzarsi in maniera gradevole, confermando così le impressioni sul recupero dell’economia, favoriti dagli stimoli che sono stati posti in campo dalla Bank of Japan e dal Governo dell’arcipelago asiatico.
In particolare, nel corso del meeting dello scorso 26 aprile, la Boj aveva anticipato di volersi impegnare a mantenere immutata la politica monetaria espansiva, esprimendo inoltre fiducia circa un aumento della domanda estera che potesse fornire sostegno alla ripresa economica del Paese, e mostrandosi così più ottimista sullo stato dell’economia nazionale , proprio grazie alla ripresa dei flussi con l’estero. Il quadro si è peraltro verificato, come da attese, andando a portare anche un aumento dei consumi interni, un elemento macroeconomico che è stato osservato e monitorato con molta attenzione, poiché si ritiene essere in grado di stimolare in modo significativo l’inflazione nel Paese.
A questo punto, il focus degli operatori si sposta sulla riunione della Bank of Japan del prossimo 16 giugno: una riunione che probabilmente non salterà agli occhi mediatici come quella del FOMC statunitense, ma che comunque sarà da tenere sotto controllo, poiché sarà molto interessante comprendere se il Board dell’istituto centrale giapponese voterà ancora, in modo non unanime, per il mantenimento del piano di espansione della base monetaria oltre al prosieguo dell’acquisto di titoli di Stato, al fine di mantenere intorno allo zero il rendimento dei titoli decennali.
Ad ogni modo, almeno in questo periodo storico, le quotazioni dello yen sembrano essere condotte principalmente dalle turbolenze internazionali legate all’avversione al rischio, che ne favorisce l’apprezzamento in virtù del ruolo di asset difensivo, elevando così lo yen a valuta safe haven di riferimento. Sarà dunque di interesse comprendere quali saranno i toni del meeting della Banca centrale a giugno, e se confermeranno o meno l’impegno espansivo e il contrasto alla forza dello yen. Nell’ipotesi di toni più prudenti o maggiori disaccordi, è possibile che lo yen continui in questa fase di consolidamento andando contro i desiderata di Governo e BoJ.
Yen contro euro, sterlina e dollaro
Per quanto concerne i movimenti della valuta giapponese contro le principali controparti, il rialzo del cambio EUR/JPY dell’ultimo mese sembra essere determinato in maniera quasi integrale dalla maggiore forza dell’euro. Il clima di avversione al rischio sui mercati resta sostenuto e lo yen, come abbiamo avuto modo di evidenziare, sta intercettando l’interesse degli investitori per gli asset difensivi. Sebbene riteniamo che la fase super accomodante della BCE rimarrà ferma ancora a lungo, sulla dinamica del cambio peseranno le tensioni rialziste sull’euro, considerato che i mercati finanziari stanno anticipando già ora, almeno in parte, il cambio di passo restrittivo della BCE.
Contro dollaro prosegue invece un trend che è sostanzialmente laterale. Il calo dell’avversione al rischio che aveva consentito un marginale deprezzamento dello yen è oggi svanito quasi del tutto, tanto che gli eventi internazionali dell’ultimo mese hanno favorito il crescere dell’appeal degli investitori per gli asset difensivi come lo yen. In quest’ottica, gli sforzi della BoJ e del Governo di tenere lo yen stabilmente svalutato hanno dato solo risultati parziali. Infine, per quanto attiene il cambio contro sterlina, il quadro è rimasto identico da un mese a questa parte, con l’esistenza di una politica ultra-accomodante della BoJ, unita alla politica fiscale espansiva del Governo. Di contro, la sterlina è indebolita dalle incertezze circa l’esito elettorale dell’8 giugno e dalle successive aleatorietà generate dal post elezioni.