Dopo il Messico, uno Spazioporto in Italia.

Secondo quanto riportato da Roberto Battiston, il numero uno dell’Agenzia Spaziale Italiana, il nostro Paese sarebbe un luogo ideale in cui realizzare uno spazioporto, che, sempre secondo quanto dichiarato da Battiston, porterebbe notevoli benefici economici all’Italia. Ed è proprio per questa ragione che ha già compiuto il primo passo, firmando un contratto con la Federal Aviation Administration.

L’idea, infatti, verrà proprio sviluppata con la collaborazione dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), l’Agenzia federale degli Stati Uniti per l’Aviazione (Faa) ma anche l’Agenzia spaziale (Asi) unite insieme allo scopo di progettare un vero e proprio aeroporto del futuro, che sarà in grado di supportare non solo i voli suborbitali, e cioè capaci di collegare, ad esempio, Roma e New York in un’ora, ma soprattutto creare un vero e proprio polo del turismo spaziale del futuro. Ma non finisce qui, si pensa molto più in grande, ed il progetto volge lo sguardo al futuro, immaginando anche dei primi prototipi, sempre qui in Italia, di spazioporto capaci anche di ricevere le navicelle in transito da altri pianeti, alla stregue delle tradizionali stazioni di scalo.

Il progetto e la sua adesione fanno parte delle politiche di sviluppo economico derivanti dalle attività spaziali, chiamate anche Space Economy, che vede l’Italia, il primo Paese in tutta Europa a porre la firma per un simile accordo, portato avanti anche grazie all’ASI. Tutto ciò porterà anche ad investire nel trasporto verso lo spazio nell’ottica di nuova attività di business nel settore viaggi, cosa da non sottovalutare nel processo di riqualificazione per l’intero Paese e per le imprese italiane. E’ già stato organizzato l’incontro da parte di Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), generale di brigata dell’Aeronautica Militare e addetto per le attività spaziali presso l’Ambasciata Italiana a Washington, che con grande soddisfazione ha dichiarato: “L’aerospazio è destinato a un’evoluzione analoga a quella del trasporto aereo”. Non meno ricco di speranze, Roberto Battiston gli fa eco, affermando che “dobbiamo capire che azioni come quella di oggi sono propedeutiche ad obiettivi ambiziosi, come la realizzazione di uno spazioporto in Italia. Come ASI crediamo che tali obiettivi siano perseguibili, in un contesto di collaborazione pubblico-privato, facendo passi in avanti sulla base di concrete pianificazioni pluriennali. Non vogliamo realizzare una semplice pista d’atterraggio, una cattedrale nel deserto, ma un luogo dove partano e arrivino navicelle spaziali, per quello che sarà il turismo spaziale o base di lancio per la messa in orbita bassa di nano satelliti”.

Pare proprio che l’Italia rappresenti il luogo maggiormente adatto per far nascere la struttura. Questo grazie a delle condizioni climatiche favorevoli, alla conformazioni geologica del Paese, al fatto di essere circondati dal mare, e per via delle numerose zone che meglio si prestano per partire e atterrare, con meno rischio ambientale. Tutte queste caratteristiche sono fondamentali per la realizzazione dello spazioporto e l’Italia le ha tutte. Dunque, aspettiamo l’inizio dei lavori in quello, che è stato definito da delle massime autorità del settore, uno spazio ad hoc. Intanto, sappiamo che il primo spazioporto, ancora in fase di completamento, si trova nel New Mexico e si chiama Spaceport America.

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