È ancora un mercato parzialmente sconosciuto e inesplorato, ma l’Extramot Pro, il settore dedicato alle società che desiderano finanziarsi emettendo mini bond, potrebbe presto avere una crescita importante, grazie proprio alle novità anticipate in titolo e di seguito riassunte: la prima aiuterà chi vuole emettere un mini bond attraverso una via privilegiata per la quotazione sul mercato regolamentato; la seconda fornirà un nuovo strumento di informazione a chi vuole investire in obbligazioni societarie. Due novità attese, che permetteranno probabilmente di favorire il match tra domanda e offerta, a beneficio di entrambe le parti protagoniste dello “scambio”.
Come è nato l’Extramot Pro
Sconosciuto ai più, l’Extramot Pro è un segmento nato due anni fa per poter stimolare e rendere più agevole l’emissione di debito da parte delle corporate italiane e in particolare delle società non quotate, come alternativa al ricorso ai prestiti bancari. Dunque, una finalità potenzialmente notevole: permettere alle aziende di medie – grandi dimensioni di poter reperire nuove fonti di capitale evitando la strada dell’indebitamento con i canali bancari.
Anticamera di quel che sarebbe avvenuto è stato il lancio del primo bond targato Cerved, nell’ormai lontano 21 marzo 2013. Dopo oltre più di 100 strumenti diffusi sull’Extramot Pro, lo scorso 14 aprile è arrivato l’ultimo della lista, quello collocato dalla filiale italiana della società americana Lkq Corporation. Uno sbarco che ha condotto gli strumenti negoziati a quota 127 strumenti, per una raccolta complessiva di oltre 6 miliardi di euro.
Tra l’altro, come lecito notare analizzando le statistiche del fenomeno, appare chiaro quanto il dinamismo dell’Extramot Pro si stia affermando in maniera più concreta di quanto si potesse auspicare: nonostante gli istituti di credito stiano oramai offrendo prestiti a tassi di interesse vicini allo zero, e la contemporanea concorrenza bancaria stia spingendo le aziende di credito a erogare prestiti di qualsiasi orizzonte temporale, la partenza dei primi 3 mesi del 2016 è stata oltre modo positiva, con il lancio di 17 nuovi strumenti che hanno permesso alle aziende emittenti di raccogliere quasi mezzo miliardo.
Numeri positivi, si dirà, ma poco rispetto a quanto potrebbe accadere a breve, visto e considerato che Bankitalia ha in mente di dare una nuova spinta ai mini bond, attraverso la possibilità di collocare questi strumenti direttamente sull’Extramot Pro, senza passare pertanto dal collocamento privato. Ed infatti: “a breve sarà possibile acquistare direttamente un mini–bond o un bond high yield sul mercato invece di utilizzare la modalità tradizionale, che prevede una fase di book building e successivamente il listing” — dice sul CorrierEconomia dello scorso 3 maggio il responsabile dei mercati obbligazionari del London Stock Exchange Pietro Poletto. D’altronde, così avviene già sul Mot, con enormi risparmi in termini temporali: i tempi possono infatti ridursi a pochi giorni, rispetto a qualche settimana.
Nuove valutazioni
Non solo. A corredare il novero delle novità che sopra sono state parzialmente espresse, arrivano anche valutazioni ad hoc per le società interessate a sbarcare su tale mercato. Proprio per venire incontro alle esigenze degli investitori internazionali – tra i principali interessati a quanto accade nel segmento – e rendere il mercato ancora più trasparente, è stato realizzato uno specifico modello di analisi per il mercato delle pmi, predisposto da Edward I. Altman, docente della Stern School of Business della New York University, e inventore di Z-Score, l’indicatore che misura la probabilità di fallimento delle aziende. L’Italia è il primo mercato in Europa dove è stato studiato lo standard di valutazione dei mini bond da Altman, punto di riferimento globale per l’analisi di questi strumenti.