Dopo giorni di grave turbolenza sui mercati di Borsa, qualche spiraglio di luce sembra aprirsi sul futuro di Monte dei Paschi di Siena. Merito dei progetti di risollevamento – forse, definitivo – dell’istituto di credito di Rocca Salimbeni, che ora attende solo notizie positive (auspicabili e più che possibili) dalla Commissione Europea, che dovrebbe fornire il via libera sul potenziale intervento statale. Successivamente, sarà necessario siglare un’intesa con Atlante, il fondo predisposto dallo Stato per poter permettere interventi attivi sul sistema bancario anche attraverso le ricapitalizzazioni e la cessione dei Npl, con i non performing loans a rappresentare la principale motivazione di pregiudizio del sistema creditizio tricolore. Nonostante i “se” e i “ma”, gli analisti e gli azionisti sembrano dare fiducia al piano di salvataggio sostanziale di Mps, permettendo all’istituto di credito toscano di chiudere la settimana con un rialzo del 5,47 per cento, contenendo pertanto i danni dei giorni lavorativi precedenti.
Ottimismo è anche espresso sul fronte della tempistica. Considerando che tutti gli operatori guardano con favore a tale opzione, l’obiettivo è quello di chiudere un accordo con il fondo Atlante in pochi giorni, per poiter dare il via alla effettiva cessione delle sofferenze entro la fine dell’anno in corso, consentendo così a Mps di chiudere un bilancio più pulito possibile. Per quanto attiene l’ammontare dei crediti Npl da cedere, il controvalore netto sembra essere di poco inferiore ai 10 miliardi di euro, come già richiesto dalla Banca centrale europea, aprendo le porte a una ricapitalizzazione che potrebbe sfruttare la garanzia prestata dallo Stato. A quel punto, per Mps si apriranno ulteriori chance: dopo la “ripulita” e la ripatrimonializzazione, è ovvio che l’istituto di credito diventerà molto più appetibile per potenziali partner (con Ubi Banca in prima linea).
Detto ciò, non mancano comunque i punti di attenzione che dovrebbero ispirare un pò di cautela negli stakeholders. Il principale è relativo alle trattative che sono in corso tra il Tesoro e la Commissione Europea, finalizzate a sbloccare la possibilità che lo Stato possa intervenire come garante di Mps, lasciando “liberi” da qualsiasi potenziale coinvolgimento negativo (ricordiamo che è da tempo in vigore la normativa sul bail in) gli obbligazionisti. Più semplice sembra invece essere l’altro tassello, costituito dalla vendita del pacchetto di non performing loans mediante il Fondo Atlante: l’operazione di cartolarizzazione dovrebbe essere annunciata entro breve, ed effettuata entro la fine dell’anno. Rimane da vedere in che modo Atlante riuscirà a far fronte al fabbisogno richiesto, visto e considerato che in cassa per il momento ha “solo” 1,7 miliardi di euro, e che presto potrebbero essere interessate da simili operazioni anche altre banche oltre a Mps. La ricapitalizzazione di Atlante è in corso, ma non dovrebbe essere soddifsatta in breve tempo (Cdp e Sga sembrano portare ciascune 500 milioni di euro, o poco più, mentre dalle assicurazioni potrebbe arrivare qualche altro centinaio di milioni di euro).