I nuovi negozi H&M gonfiano le vendite del gruppo, ma i ricavi scendono, perché?

Sappiamo che quando l’universo della moda incrocia quello della finanza possono accedere cose molto particolari. Anche in questo caso, delle scelte di stile e di immagine si sono riflettute in modo imprevedibile sui conti di uno dei gruppi di abbigliamento easy più famosi e diffusi di tutto il mondo, ovvero la nordica H&M.

I ricavi del gruppo si sono infatti proposti in crescita, ma i profitti non hanno rispettato le attese. Si tratta dei risultati che hanno interessato l’ultimo trimestre dell’anno fiscale del gruppo H&M, ovvero Hennes & Mauritz. Dal primo settembre fino alla conclusione di novembre, i ricavi effettuati dal gruppo di abbigliamento hanno subito un aumento pari al 9%, tenendo conto anche del cambio della corona visto che siamo in terra di Svezia, mentre gli utili complessivi sono scesi dell’11% e l’utile stimato per azione è sceso da 3.76 corone a 3.34 corone nello stesso periodo di riferimento. Ma perché il gruppo H&M ha registrato queste sproporzioni?

La ragione va ricercata nell’apertura dei nuovi negozi voluta dal gruppo. Si tratta di 413 punti vendita che sono stati aperti nel corso del periodo fiscale sotto esame, ovvero alcuni prima della fine di novembre 2015 e 249 nell’ultimo trimestre. L’apertura degli store ha richiesto l’assunzione di ben 16 persone, una scelta che ha sicuramente dato slancio alle vendite, ma che non è ancora stata assorbita completamente dalla struttura in termini di costo, perché non ancora entrata a pieno regime.

Se si leggono i risultati dei dodici mesi complessivi, la differenza fra profitti e crescita di vendita è meno evidente, perché i ricavi sono aumentati del 19% e gli utili sono saliti del 5% complessivo. Se si guarda, al contempo, l’andamento del gruppo in cinque anni il 2015 ha dimostrato il raddoppio delle vendite rispetto al 2011, ma i profitti sono saliti solo di un quarto rispetto agli utili registrati nel 2011.

La ragione di queste differenze così consistenti va quindi ricercata nel fatto che H&M ha deciso di diversificare la sua presenza in nuove geografie, includendo Stati come l’India, il Perù, Cipro e la Nuova Zelanda, ma ha anche attuato un investimento che interessa brand nuovi o alternativi quali Cos e & Other Stories. Si tratta di un complesso che deve ancora raggiungere il suo regime e che quindi pesa nel gruppo rallentando l’intero processo di guadagno. Ovvero, prima che le realtà, geografiche, di apertura store e di brand vicini non saranno completate e a regime, la redditività del marchio non potrà essere stimata in modo completo.

Secondo Karl-Johan Persson, Ceo di Hennes & Mauritz, il 2015 è stato un anno di fortissimi investimenti per il gruppo e nel 2016 si apriranno nuove opportunità. Il Ceo del gruppo ha quindi affermato che il brand H&M è forte e sicuro del valore dei suoi investimenti e della sua offerta, caratteristiche che lo porteranno a diventare più forte nel mercato alla fine del 2016.

Appassionato di economia e finanza, porto il mio parere indipendente sui temi economici di maggiore interesse. Nel 2008 sono diventato giornalista ed editore.

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