Nella notte fra il 25 e il 26 marzo è cambiata l’ora legale e questa situazione durerà per sette mesi, fino al momento del prossimo cambio di ora. Le lancette dell’orologio sono state spostate un’ora avanti e i dati relativi ai benefici per i consumatori sono stati resi noti da Terna, la società quotata in borsa che si occupa di gestire la rete elettrica nazionale.
Quali i dati raccolti dalla società?
Terna ha stimato che con il cambio dell’ora legale i consumi diminuiranno di 555 milioni di kilowattora, ovvero l’ammontare di risparmio complessivo sarà pari al consumo annuo medio di circa 200mila famiglie che vivono nel nostro paese. È interessante fare due conti per comprendere l’ammontare del risparmio complessivo, che si lega alla scelta di cambiare l’ora legale due volte all’anno. Un kilowattora di energia elettrica costa nella media al cliente 18.63 centesimi di euro. Si tratta di una cifra al lordo delle imposte e che rivela che la stima del risparmio economico derivante dall’ora legale ammonta a 104 milioni di euro. Si tratta di una stima complessiva e che interessa l’intero 2017.
La società Terna si è quindi occupata di elaborare i dati dal 2004 al 2016 relativi al risparmio conseguito a seguito di questa prassi. Ecco che il minor consumo derivante dall’operazione è stato di 7 miliardi e 975 milioni di kilowattora, l’equivalente di quanto richiede una regione come la Sardegna per coprire un anno di consumi elettrici. Il risparmio tangibile registrato dalla società negli ultimi anni è stato di 1 miliardo 300 milioni di euro. I dati dimostrano, quindi, che il cambio di ora legale non è solo importante e benefico per l’ambiente, ma sa far risparmiare gli italiani nel complesso della spesa privata e pubblica. Terna ha quindi stimato che il mese in cui si verifica il maggiore risparmio in tema di consumi è ottobre, dove sono stati stimati a 164 milioni di kilowattora risparmiati, una cifra che si dimostra essere pari al 30% del totale.
Da dove deriva il risparmio da Terna?
La gestrice delle reti elettriche nazionali ha conteggiato che, spostando in avanti le lancette di un’ora, viene ritardato l’impiego della luce artificiale alimentata dalla corrente elettrica, anche in un momento in cui le attività professionali sono attive e funzionano a pieno regime. Le giornate estive, a partire dal mese di giugno fino al mese di agosto, sono notoriamente più lunghe e il ritardo dell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, facendo tradurre la scelta in importanti risparmi in termini di consumi complessivi. La manovra da quindi una bella mano all’ambiente, in termini di riduzione dei consumi elettrici, di sfruttamento delle risorse idriche e anche per quanto riguarda l’inquinamento luminoso. Ecco che spostare avanti l’ora legale si rivela essere una scelta intelligente e lungimirante, che può arrecare qualche piccolo fastidio alle persone più sensibili, ma che nel complesso apporta risparmio al paese e si impegna naturalmente a salvaguardare l’ambiente che ci circonda.