Panoramica Forex, tra nuove stime sui rialzi Fed e visioni positive sulla Brexit

Dopo aver toccato nuovi massimi recenti, il dollaro arretrato gradualmente: evidentemente, la valuta statunitense non è riuscita a mantenere la posizione beneficiata dalla pubblicazione di dati macroeconomici positivi, con i prezzi delle case che sono saliti molto più delle attese degli analisti. Ad ogni modo, si tratta, in buona sostanza, di movimenti di aggiustamento dopo l’ampia ascesa recente, che ha portato il dollaro su nuove posizioni di forza nei confronti dell’euro: è dunque possibile che possano esservi nuovi lievi apprezzamenti se i prossimi dati macro saranno positivi e, ulteriormente, se i discorsi dei membri della Federal Reserve supporteranno l’idea di un possibile rialzo dei tassi estivo.

In tal proposito, qualche riflessione è già possibile. Qualche giorno fa Harker ha ad esempio ribadito che quest’anno sono ancora possibili due-tre rialzi dei tassi (a nostro giudizio, è una visione ottimistica allo stato attuale dello scenario), aggiungendo che è tempo di normalizzare la politica monetaria visto che la crescita e l’inflazione sono tornate a salire. Harker ha inoltre smentito i timori di chi ritiene che l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali USA possa rappresentare un punto di rinnovata stabilità nelle scelte della Federal Reserve, lasciando dunque intendere che tale evento non produrrà conseguenze in tal senso (difficile, visti anche i recenti trascorsi).

Più o meno sulla stessa sintonia è stato Kaplan, che ha dichiarato come il buono stato dell’economia USA oggi verificabile dovrebbe permettere alla Federal Reserve di agire nel prossimo futuro e rimuovere un po’ di stimolo, perché ci sono dei costi legati a tassi così bassi. Secondo Kaplan però il referendum UE nel Regno Unito rappresenta un rischio per i mercati internazionali che potrebbe condizionare le scelte di policy al FOMC di giugno, ancora utile per poter deliberare il rialzo dei tassi.

Di contro, l’euro si è mosso in maniera speculare, lasciando spazi per nuovi deprezzamenti. In particolare, il fatto che il cambio con il dollaro e con le altre principali valute internazionali non sia riuscito a capitalizzare sull’IFO tedesco – più positivo delle attese – indica proprio la disponibilità a un calo ulteriore, soprattutto se vi saranno delusioni in area euro, e soddisfazioni in area dollaro.

Passando quindi alla sterlina, che sopra si è accennata in relazione alla Brexit, possiamo certamente ricordare come a supportare le quotazioni della valuta britannica in questi giorni sia stata proprio la percezione di un crescente favore per l’opzione di restare nell’UE, con i remain che stanno guadagnando altro terreno. Il punto debole della campagna pro-Brexit è inoltre il fatto che i suoi sostenitori non abbiano mai fornito un’analisi di quelli che potrebbero essere gli effettivi vantaggi economici per il Regno Unito in caso di uscita dall’UE: insomma, al di là degli slogan e delle promesse sui cambiamenti, non ci sono dati materiali utili per poter supportare con maggiore vigore i leave.

Di contro, i remain si stanno appoggiando sulle approfondite e numerose analisi fornite da più parti – e non solo dal governo: sempre più organismi e istituzioni indipendenti nazionali e internazionali hanno infatti espresso parere concorde ritenendo che vi sarebbe un forte incremento dei costi economici per i cittadini britannici in caso di leave. Nonostante ciò, attualmente le indicazioni dei sondaggi non sono così forti da permettere di fare delle ipotesi credibili sull’esito del referendum, pur offrendo – almeno per il momento – sostegno alla sterlina.

Appassionato di economia e finanza, porto il mio parere indipendente sui temi economici di maggiore interesse. Nel 2008 sono diventato giornalista ed editore.

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