Pensione anticipata : tutte le novità

Negli ultimi anni, in Italia e non solo, provare a parlare di pensione è diventata una vera e propria impresa, sia perché l’argomento è diventato un vero e proprio taboo con l’età pensionabile che aumenta ogni singolo anno, e sia perché non è affatto semplice districarsi tra tutte le leggi, i provvedimenti ed i decreti che cambiano velocemente.

Oggi vogliamo illustrarvi una possibilità che viene concessa al lavoratore di andare in pensione prima del raggiungimento del limite di età e che prende il nome di pensione anticipata.

La “vecchia” pensione di vecchiaia

Provando a fare un po’ di chiarezza, possiamo vedere, prima di tutto, come sono cambiate le regole negli ultimi anni per quella che viene definita come pensione di vecchiaia.

Fino al 31 dicembre 2011, si poteva usufruire della pensione di vecchiaia nel caso in cui si avessero almeno 20 anni di contributi ed un’età massima pari a:

  • 65 anni di età per gli uomini,
  • 61 anni di età per le donne lavoratrici nel pubblico impiego e 60 anni per le donne lavoratrici nelle aziende private.

A partire dall’introduzione della cosiddetta Riforma Fornero, questi limiti di età sono stati gradualmente innalzati di anno in anno fino ad arrivare alla situazione attuale.

Sistema retributivo o contributivo

Purtroppo qualsiasi calcolo sull’età pensionistica non può prescindere da un concetto fondamentale, ovvero l’inquadramento del proprio tipo di sistema di calcolo della pensione. Prima del 1992 in Italia esisteva, infatti, un criterio di calcolo della pensione di tipo “retributivo”, secondo il quale la pensione veniva calcolata sulla base della retribuzione media percepita nell’ultimo periodo prima della pensione.

Per effetto della riforma Fornero, questa metodologia di calcolo è stata abolita a partire dal 1° gennaio 2012 (anche se continua ad essere applicata per calcolare una parte dell’importo della pensione per i lavoratori con anzianità contributiva precedente al 1996) ed è stato soppiantato dal cosiddetto metodo “contributivo”. Seguendo il metodo contributivo la pensione viene calcolata in funzione dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa, in cui tutti gli anni di lavoro hanno apri importanza, dal primo fino all’ultimo.

L’attuale età pensionistica in Italia

Una volta fatte le dovute precisazioni, possiamo ora vedere quali sono i limiti attuali per la pensione di vecchiaia in Italia.

In caso di sistema retributivo o, per essere più precisi, si sistema di calcolo misto, che preveda al suo interno una quota di retributivo ed una quota di contributivo, gli attuali limiti di età per avere diritto alla pensione sono:

  • 66 anni e 7 mesi, per uomini e donne che lavorano nel settore pubblico,
  • 65 anni e 7 mesi, per le donne che lavorano in aziende private (anche se questa quota andrà mano a mano ad innalzarsi fino ad equipararsi con il valore con le colleghe del settore pubblico).

In caso di sistema puramente contributivo (ovvero, stiamo parlando di tutte quelle persone che si sono affacciate da meno anni nel mondo del lavoro) i limiti di età sono gli stessi rispetto al caso precedente ma è necessario ulteriormente soddisfare il requisito di avere un importo della pensione che sia 1,5 volte rispetto all’importo dell’assegno sociale. Altrimenti il requisito di età pensionabile aumenta fino a ben 70 anni.

Il concetto di pensione anticipata

Da quanto emerge da questo complesso quadro, un lavoratore in Italia attualmente non può andare in pensione prima di 66 anni e 7 mesi, ovvero poco prima di aver spento le 67 candeline! Di sicuro, però, come è facilmente immaginabile, arrivare a 67 anni per godersi finalmente un po’ di pace e di tranquillità non è semplice, soprattutto se si considerano alcuni lavori in cui la componente fisica non è trascurabile. Per questo e per altri motivi può essere conveniente considerare la possibilità di ritirarsi prima dalla propria carriera lavorativa usufruendo della cosiddetta pensione anticipata.

In pratica, in questo caso, non esiste vincolo di età anagrafica ma solo di anni di lavoro alle spalle.

Si tratta, come riporta il sito dell’Inps, di “una prestazione economica a domanda, erogata ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) ed alle forme esclusive, sostitutive, esonerative ed integrative della medesima, nonché alla Gestione separata.”

A chi spetta la pensione anticipata

La pensione anticipata può essere richiesta da tutti quei lavoratori che abbiano maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi e a tutte le lavoratrici con 41 anni e 10 mesi di contributi (riferimento decorrenza dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018).

Per il calcolo dell’anzianità contributiva possono essere considerati diversi titoli di contribuzione, l’importante è che è venga rispettato il requisito minimo di 35 anni di contribuzione utile per il diritto alla precedente pensione di anzianità.

Eventuali riduzioni sul calcolo della pensione

La pensione anticipata prevede, quindi, la possibilità di smettere di lavorare prima di limiti attualmente fissati per l’età pensionistica. Allo stesso tempo, però, essa prevede delle riduzioni sul calcolo complessivo della pensione, se la richiesta viene effettuata prima del compimento del sessantaduesimo anno di età.

In pratica, rispetto alla quota di trattamento pensionistico maturata al 31 dicembre 2011, è necessario considerare:

  • Una riduzione dell’1% , per gli anni di anticipo compresi tra 60 ed il limite di 62 anni,
  • Una riduzione del 2% se gli anni di anticipo vanno al di sotto dei 60 anni.

Il che vuol dire, ad esempio, che se il lavoratore decidesse di andare in pensione anticipata all’età di 58 anni subirebbe una penalizzazione complessiva del 6% (2+2+1+1), mentre se la richiesta fosse inoltrata solo due anni dopo, ovvero a 60 anni, la riduzione scenderebbe fino al 2% (1+1).

Riduzione non applicabile attualmente

Fortunatamente queste riduzioni decorreranno a partire dal 1° gennaio 2018. Infatti, anche secondo quanto riporta il sito dell’Inps “Tale riduzione percentuale non si applica a coloro che accedono alla pensione anticipata a decorrere dal 1° gennaio 2015 e che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, anche se la decorrenza della pensione si colloca successivamente alla predetta data ed a quest’ultima data l’interessato abbia un’età inferiore a 62 anni.”

Finalmente una buona notizia che potrebbe far pendere la bilancia a favore della pensione anticipata per molti lavoratori italiani.

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