Continua l’evoluzione del mercato petrolifero, e non sempre in modo lineare con le attese. Nel suo ultimo Short-Term Energy Outlook (STEO) pubblicato qualche settimana fa, l’EIA (Energy Information Administration) ha stimato un prezzo medio per il Brent di 62,39 dollari al barile nel 2018 e di 61,51 dollari nel 2019, con un sostanzioso aumento dalla media di 54,15 dollari nel 2017. Lo spread Brent-WTI dovrebbe invece allargarsi da 3,36 dollaro al barile nel 2017 a 4,10 dollari al barile nel 2018 e quindi restringersi a 4,00 dollari al barile nel 2019.
Ad ogni modo, nonostante la revisione al rialzo dei prezzi, i dati EIA suggeriscono come i fondamentali rimangano deboli, con il mercato che è atteso rimanere prossimo all’equilibrio solamente nell’ipotesi di mantenimento sotto controllo dell’offerta da parte dell’OPEC: l’agenzia stima ancora un surplus di circa 200 mila barili al giorno nel 2018 e nel 2019, con la conseguenza che l’equilibrio è anche sostenuto dalle prospettive della domanda globale, con crescita rivista al rialzo da 98,5 milioni di barili al giorno nel 2017 a 100,2 milioni di barili al giorno nel 2018 e a 102,0 milioni di barili al giorno nel 2019.
Ancora, per quanto riguarda l’offerta non-OPEC, l’agenzia stima incremento da 58,7 milioni di barili al giorno nel 2017 a 61,0 milioni di barili al giorno nel 2018 e a 62,3 milioni di barili al giorno nel 2019 a causa principalmente dalla crescita dell’offerta USA, che dovrebbe superare la soglia dei 10 milioni di barili al giorno già nel 1° trimestre 2018 e quella degli 11 milioni nel 4° trimestre 2018.
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OPEC, riviste al rialzo le stime sulla domanda
Passando poi al report mensile MOMR (Monthly Oil Market Report) del 12 febbraio dell’OPEC, il Cartello ha rivisto al rialzo le previsioni sulla domanda di petrolio a 98,6 milioni di barili al giorno nel 2018. Le determinanti più importanti sarebbero in questo caso ricondotte a un’economia globale in costante crescita, all’aumento della domanda di carburanti per il trasporto e alla domanda di prodotti chimici derivati.
Sul fronte dell’offerta, la produzione OPEC è stimata in calo di 8.000 barili al giorno a poco più di 32,3 milioni di barili giornalieri a gennaio, con un contributo di – 30.000 barili al giorno da parte dell’Iraq, secondo più grande produttore del cartello, e rispettivamente di -21.000 e -23.000 barili al giorno da Libia e Arabia Saudita.
Simili dati confermano pertanto il rispetto dell’accordo tra OPEC, Russia ed altri Paesi che, al fine di ridurre le scorte globali di petrolio, auspicano il mantenimento fino a fine anno di tagli alla produzione per circa 1,8 milioni di barili giornalieri. Scorte in assestamento a dicembre a 109 milioni di barili.
L’OPEC si attende pertanto che il mercato ritorni in equilibrio verso la fine del 2018. Riguardo invece la produzione non-OPEC, il Cartello ha rivisto al rialzo le aspettative di crescita a 1,4 milioni di barili al giorno, in aumento di 250.000 barili al giorno dalla stima dello scorso rapporto.
IEA prevede domanda di petrolio in rialzo
Anche L’IEA, nel suo ultimo Oil Market Report ha indicato come le prospettive di una crescita economica globale più forte possano favorire la revisione positiva sulla crescita della domanda petrolifera nel 2018, sebbene l’aumento dell’offerta dagli Stati Uniti possa essere un grave ostacolo all’aumento dei prezzi.
Per L’IEA, la domanda di petrolio nel 2018 dovrebbe aumentare di 1,4 milioni di barili al giorno a 99,2 milioni di barili giornalieri, rispetto a 97,8 milioni di barili al giorno che erano stati stimati il mese scorso ed in aumento di 1,6 milioni di barili al giorno rispetto al totale del 2017. Per quanto proprio concerne gli USA, l’IEA ha evidenziato come la produzione di shale-oil nel Paese sia in piena crescita dalla seconda metà del 2017, grazie allo stimolo fornito dell’aumento dei prezzi del petrolio, che ha reso più conveniente ricorrere all’attività estrattiva. Con questo passo, la produzione statunitense potrebbe crescere oltre quella di Arabia Saudita e Russia entro fine anno, facendo così degli USA il primo produttore mondiale.
Previsioni prezzo petrolio 2018
A margine di quanto sopra elaborato, sembra che il mercato petrolifero sia ancora impostato al rialzo, nonostante lo storno dei prezzi registrato nelle ultime settimane, che ha ridotto la performance positiva da inizio 2018. Gli analisti sembrano essere moderatamente ottimisti sul futuro a breve termine, rammentando come ad ostacolare la corsa dei prezzi del petrolio rimanga oramai solo l’aumento della produzione USA di shale-oil, una procedura onerosa che però ha goduto dell’aumento delle quotazioni petrolifere.
Di contro, è vero che il comparto petrolifero resta supportato (e lo sarà ancora a lungo) dal prolungamento dei tagli alla produzione di OPEC e Russia, accompagnati dal buon rispetto degli accordi. L’indebolimento recente dei prezzi, oltre ad essere figlio dei timori che l’offerta non OPEC possa deludere le attese, sembra essere riconducibile anche a causa del rafforzamento del dollaro.
Per quanto infine riguarda l’outlook, per il 2018 il Brent dovrebbe aggirarsi intorno a 66-68 dollari al barile per la prima parte dell’anno e a 64-66 dollari al barile a metà esercizio. Per il WTI, prezzo intorno a 62-64 dollari al barile nella prima parte dell’anno e a 60-62 dollari al barile a metà esercizio. Nel 2019 i prezzi dovrebbero risultare ancora in crescita, toccando 70 dollari al barile per il Brent e 66 dollari al barile per il WTI.