Petrolio, quotazioni in forte calo al 15 Luglio 2016

Le quotazioni del petrolio risultano essere in forte calo nelle scorse ore. Gli analisti sono concordi nel ritenere che la rottura al di sotto dei 40 dollari non è poi così lontana.

Prezzo petrolio a 40 dollari?


Le quotazioni del petrolio registrano un ribasso dei prezzi anche nella giornata odierna, dopo i cali dei giorni scorsi.

Un prezzo del greggio che non riesce a tenere gli attuali livelli nonostante la recente notizia della crescita del pil in Cina, la seconda economia mondiale e fra le principali nella domanda di oro nero.

Le quotazioni del Brent sono al momento scese al di sotto dei 47 dollari mentre quelle del Wti americano si avvicinano ai 45 dollari.

Sono diversi i motivi che stanno spingendo sempre più giù il greggio. Una debolezza che si è acuita dopo che nelle scorse ore l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha annunciato che, nel mese di giugno, l’aumento dell’offerta globale è risultata pari a 600.000 barili al giorno, a quota 96 milioni.

Rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, la produzione è dunque calata di ben 750.000 barili al giorno. Ne consegue che l’incremento delle estrazioni di greggio da parte dei paesi OPEC ha soltanto in parte compensato il calo di quelle registrate al di fuori del cartello. Queste ultime ricordiamo che rappresentano un terzo della produzione globale.

A tal proposito l’attenzione si rivolge soprattutto verso gli USA. Secondo le ultime stime degli analisti, gli Stati Uniti dovrebbero immettere sul mercato quest’anno in media circa 56,5 milioni di barili al giorno, ovvero 900.000 barili in meno rispetto al 2015.

Scorte settimanali USA

La produzione OPEC nel mese di giugno ha registrato una crescita di circa 400.000 barili al giorno, un livello che rappresenta i massimi degli ultimi 8 anni a quota 33,2 milioni. Di questi 10,45 milioni provengono dall’Arabia Saudita.

Con riguardo alle scorte dei paesi OCSE, nel mese di maggio sono aumentate di 13,5 milioni di barili, per un livello record di 3,074 miliardi.

Nel frattempo le scorte settimanali di petrolio USA sono diminuite di 2,5 milioni di barili a 521,8 milioni, un calo comunque inferiore ai tre milioni di barili attesi dal mercato. È quanto comunicato nelle scorse ore dal dipartimento dell’Energia.

Gli stock di benzina sono aumentati a 1,2 milioni di barili, un dato che sta accrescendo i timori degli analisti per una domanda di carburante piuttosto fiacca sul territorio statunitense.

Le scorte di prodotti distillati sono invece aumentate di 4,1 milioni di barili mentre la produzione di greggio è cresciuta di 57mila barili al giorno a quota 8,845 milioni di barili, dopo una serie di cali consecutivi.

Tutte queste notizie provenienti dagli USA rappresentano dunque un ulteriore segnale di tendenza ribassista per il petrolio anche nelle prossime settimane.

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