Previsioni petrolio 2018, come investire sul greggio nei prossimi mesi

L’aumento delle quotazioni del Brent sul finire del 2017 è stato figlio della chiusura dell’oleodotto North Sea Forties, la conduttura che ha il compito di fornire una buona parte del greggio alla base del Brent. Il guasto ha ridotto le forniture di greggio, con la conseguenza immediata di surriscaldare le quotazioni: trattandosi di un lavoro di straordinaria importanza – così come documentato da diversi aggiornamenti di Ineos, l’operatore che gestisce l‘infrastruttura – gli effetti sono stati visibili e tangibili, ma non essendo un fattore strutturale si può ben ritenere che la situazione potrà tornare alla “normalità” nel medio/breve periodo, assorbendo dunque questo shock di riferimento sul greggio.

Nello stesso frangente, ha giocato il suo ruolo anche l’aggiornamento sulla dinamica delle scorte USA, che ha accelerato il proprio trend al ribasso. Pur rimanendo su soglie piuttosto elevate, il quadro sulle scorte USA di petrolio, sembra indicare una dinamica di contrazione sia secondo i dati API (American Petroleum Institute) che secondo i dati EIA.

In particolar modo, l’aggiornamento sulle scorte settimanali da dossier API ha evidenziato una flessione di 5,22 milioni di barili, molto al di sopra del livello previsto dagli analisti (-3,20 milioni di barili) e continuando così la serie di decise contrazioni (-7,38 milioni di barili a metà dicembre) che ha caratterizzato il finale di 2017 negli Stati Uniti. Per l’EIA le scorte calano oltre le attese di 3,4 milioni di barili per il greggio, a quasi 6,5 milioni di barili. L’accumulo di benzine appare comunque inferiore all’atteso rialzo e l’impressione è che comunque questa tendenza non sia destinata a durare a lungo.

Le prospettive di un aumento della produzione negli Stati Uniti, dove negli ultimi giorni il numero delle trivelle è tornato a scendere in maniera marginalmente, potrebbe rallentare il ritmo di riduzione delle scorte USA, tanto che anche l’agenzia internazionale dell’energia (IEA – Inter Energy Agency), nel suo dossier mensile per il mese di dicembre, ha alzato le previsioni sulla produzione statunitense, con conseguente slittamento nel tempo del momento del raggiungimento dell’equilibrio tra domanda e offerta. Per l’IEA, infatti, a metà 2018 dovrebbe esser confermato un nuovo surplus di 200.000 barili al giorno, mentre l’inversione di trend si materializzerà solo nella seconda parte dell’anno, quando si concretizzerà un deficit della stessa entità.

Ma come investire sul greggio nei prossimi mesi?

Complessivamente, gli analisti ritengono che il mercato petrolifero sia ora improntato verso un cauto ottimismo indotto dalle intese in seno all’OPEC, e tra OPEC e non OPEC. Tuttavia, come più volte abbiamo rammentato su queste pagine, ad ostacolare il comparto rimane il rialzo della produzione USA di shale-oil: la tecnica estrattiva è piuttosto onerosa, ma a questi livelli di quotazione potrebbe essere nuovamente conveniente.

Tra i rischi che potrebbero turbare questo desiderato equilibrio, spiccano poi quelli geopolitici in Medio Oriente. Da rivedere invece in che modo gli aumenti dei prezzi determinati dalle interruzioni delle consegne del Brent dall’oleodotto Forties verranno completamente riassorbiti.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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