Regime dei Minimi Partite Iva 2015: ecco come cambia il sistema, in peggio ovviamente

Da una settimana circa è entrata in vigore la nuova normativa che regola il regime dei minimi delle nuove Partite Iva in Italia. Già il solo fatto che nell’ultimo mese del 2014, quando si era già a conoscenza dei termini generali della riforma, ci sia stato un boom di richieste per aprire le Partite Iva entro il 31/12/2014, la dice lunga su una riforma che prevede contenuti davvero nefasti per tutti i liberi professionisti.

Questi ultimi che aderivano al regime dei minimi fino ad una settimana fa infatti, pagavano un’Iva ridotta al 5%, che ora invece sale al 15%, addirittura quindi triplicata in una volta sola.

Non è questa l’unica novità sostanziale che fa piangere i contribuenti italiani: il limite di reddito per poter utilizzare tale regime agevolato viene dimezzato, passando da 30 mila euro lordi all’anno a 15 mila, praticamente potranno utilizzare questo nuovo regime dei minimi solo le persone che hanno un guadagno netto (tolte le tasse) annuale bassissimo e che difficilmente possono vivere solo di quello. E se ho anche un lavoro dipendente? La somma tra reddito da lavoro dipendente ed autonomo non deve superare comunque i 20 mila euro lordi all’anno.

Per i liberi professionisti insomma una bastonata senza precedenti, mentre per le altre categorie almeno i massimali di reddito sono più alti, ed arrivano fino ai 40 mila euro a disposizione dei commercianti.

Spariscono però i contributi fissi Inps da versare a prescindere da quanto e se si guadagna, si pagheranno anch’essi in basse a quello che effettivamente si incassa e sparisce anche il limite di età per poter utilizzare il regime dei minimi. Si potrà lavorare in tale maniera anche per tutta la vita, ma sempre e solo se non si supererà la cifra di 15 mila euro lorde all’anno, una miseria insomma.

Tante già le proteste da parte di chi non è riuscito ad aprire una Partita Iva in tempo e di certo questa riforma rappresenta un ulteriore schiaffo alla volontà di mettersi in proprio o di fare impresa degli italiani, che invece di essere aiutati, continuano ad esser oppressi da un regime fiscale che peggiora sempre e comunque.

Lo stesso Premier Matteo Renzi si è detto comunque voglioso di modificare tale riforma folle del suo Governo, ed a tal proposito a fine Marzo si prevedono delle correzioni che possano riportare il massimale dei redditi poco sopra i 20 mila euro e la tassazione al 10-12%: condizioni comunque che resteranno nettamente peggiorative rispetto a quelle in vigore fino al 31 Dicembre dello scorso anno.

Per chi ha già aperto una Partita Iva col regime dei minimi invece, le condizioni restano le medesime di quelle in vigore al momento dell’inizio dell’attività: quindi per almeno 5 anni dal momento dell’apertura della propria Partita Iva, o anche di più, se allo scadere dei 5 anni non si saranno ancora compiuti i 35 anni di età.

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