Risparmio e finanza, 60 miliardi di arretrati tra le famiglie italiane

Di crisi si parla oggi con minore insistenza rispetto a qualche tempo fa, complice la diffusione di qualche dato macro meno negativo degli scorsi anni. Tuttavia, guai a pensare che il cielo sia sgombro di nubi e che, un po’ più sotto, le famiglie conducano serene gestioni dei propri (piccoli) budget. Stando a quanto afferma un recentissimo dossier di Unirec, l’Unione nazionale delle imprese di recupero crediti, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, nel sono stati ben 58,9 i miliardi di euro di arretrato complessivo, tenendo conto di rate del mutuo, prestiti per l’acquisto di beni di consumo, bollette di luce, gas e telefono non saldate.

Dati parziali, forse addirittura da rivedere in corposo rialzo, e che fanno attuale riferimento agli elementi statistici che sono stati forniti dalle 208 associate, pari all’85% del mercato italiano. “Le imprese associate – spiegava qualche giorno fa sulle pagine dello stesso quotidiano economico finanziario il presidente Marco Pasini – operano prevalentemente nell’ambito del recupero di crediti unsecured small ticket, normalmente meno interessati dalle procedure giudiziarie-civili, in quanto non garantiti da diritti reali come ipoteche e pegni, mentre il Ddl banche ha come focus, per i crediti secured, l’accelerazione delle procedure esecutive a favore degli istituti finanziari”.

Tornando ai numeri, nel 2015si sarebbero accumulate ben 38,1 milioni di pratiche, per un volume che è addirittura doppio rispetto a quello riscontrato nel 2007, convenzionalmente ritenuto l’ultimo anno prima dell’avvio della lunga crisi in atto. Tutto male, dunque? Non proprio: a voler esser ottimisti, si può infatti evidenziare come per la prima volta da nove anni a questa parte il numero delle pratiche sia in calo, e che rispetto al precedente 2014 la contrazione è stata di un incoraggiante 6 per cento (tuttavia, per quanto concerne il controvalore si è registrata una nuova crescita del 5 per cento, che diventa il 37 per cento se si assumono in considerazione gli ultimi quattro anni).

Ma chi è colui che non riesce più a pagare rate di prestiti e mutui, o bollette? Sempre secondo le informazioni dell’associazione, otto pratiche su dieci, sia per numero che per importo, riguardano le famiglie, mentre la parte restante si riferisce alle imprese. “I dati – sottolinea Pasinisi sulle pagine dello stesso giornale – dimostrano ancora una volta lo specchio della crisi. Raccontano le difficoltà delle famiglie e delle imprese a onorare i propri debiti, che così “invecchiano” e sono sempre più deteriorati, ma anche gli ostacoli che incontrano le società di recupero nella loro attività”.

Il risultato finale è che recuperare le somme è difficile, molto difficile. Tanto che nel 2015 il recupero è stato pari a 9,4 miliardi di euro di rate e bollette, con un tasso di recupero del 15,9%, in peggioramento del 2,6% rispetto al 2014 e del 5,6% se confrontato con il 2012. Anche in questo caso, però, non mancano i segnali positivi e di incoraggiamento: le pratiche a buon fine si formalizzano di norma tra i 30 e i 90 giorni, rispetto ai vari anni che sono necessari per chi sceglie il tribunale.

Per quanto poi concerne l’analisi territoriale, le maggiori pratiche di recupero si sono concentrate in Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia, con la prima di queste quattro che si aggiudica di gran lunga il primato nazionale, con quasi 6 milioni di pratiche che valgono più di 9 miliardi di euro. Le migliori prestazioni in termini di recupero sono invece in Friuli Venezia Giulia e in Sicilia, dove il 22% degli importi viene incassato, davanti alla Lombardia, che deve accontentarsi del 17%, del Piemonte (15%) e dell’Emilia-Romagna (14%). Minori sono invece le speranze di recupero nel fanalino di coda, la Calabria, con un tasso di recupero del 12%.

Per quanto infine riguarda le previsioni per il 2016, l’Associazione ha dichiarato di attendersi un proseguimento del trend, con un numero di posizioni gestite in leggera flessione tra l’1,5 e il 2% e una crescita tra il 2,5 e il 3,5% del valore dei crediti affidati.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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