Riunione BCE interlocutoria: toni cauti e attendisti da parte di Draghi

Come avevamo ampiamente anticipato, la riunione di aprile della BCE si è conclusa senza alcuna novità sul fronte delle misure non convenzionali. Nessuna novità anche sul fronte del tono della comunicazione, risultato ancor più accomodante rispetto alle attese.

Insomma, a margine del meeting dell’istituto banchiere d’eurozona, emerge come Draghi sia sostanzialmente riuscito a ricompattare il consenso su posizioni più caute rispetto a quelle che qualche analista sollevava, e dopo che nell’ultimo mese erano emerse delle voci favorevoli a modifiche della guidance in direzione più simmetriche e alcune ipotesi di variazione alla sequenza di uscita: rialzare i tassi prima della fine degli acquisti, e non porre fine agli acquisti e dopo alzare i tassi. Draghi ha poi ribadito quanto aveva già affermato con particolare determinazione all’inizio del mese, quando affermò che discutere dell’uscita dalle misure non convenzionali è ancora prematuro, e che in ogni caso è valida e intoccabile la sequenza indicata nella guidance.

Per quanto attiene la valutazione dei rischi per la crescita, nonostante i dati recenti più forti delle attese, il Consiglio, dopo un lungo dibattito, non ha effettuato grandissimi cambiamenti, ricordando come i rischi siano più bilanciati, ma comunque ancora verso il basso e per lo più legati a fattori esterni. Contemporaneamente, il Consiglio ha guardato oltre la volatilità dell’inflazione complessiva degli ultimi tre mesi: una posizione certamente non inattesa (bensì, confermata più volte anche dalle dichiarazioni dello stesso Draghi), che ribadisce come la BCE sia sempre più focalizzata sull’inflazione core, aggiungendo poi che non sono emersi segnali convincenti di risalita dei prezzi interni. I minori rischi per la crescita e per la dinamica della domanda interna hanno attenuato i rischi di coda per l’inflazione core, ma non tanto da rimuovere il bias – sottolineava un dossier ISP.

L’attenzione si sposta ora al mese di giugno, in occasione del nuovo meeting. È probabile che in occasione del prossimo incontro, la valutazione dei rischi per la crescita sarà rivista in maniera bilanciata, e che la BCE dichiarerà che si sono ridotti ulteriormente i rischi di coda per l’inflazione core. Non è tuttavia scontato che la BCE modificherà la linea guida rimuovendo il riferimento a tassi più bassi rispetto ai livelli attuali.

In tal senso, il driver è probabilmente orientato sull’evoluzione dei prezzi interni, con l’inflazione core che è risalita ad aprile all’1,0 per cento, in attesa che possa essere confermata a maggio. La dinamica sottostante dei prezzi dovrebbe stabilizzarsi fino alla fine dell’estate proprio intorno all’1,0 per cento, per poi tornare indietro a 0,9 per cento a fine anno. Difficilmente, comunque, entro il 2017 vi saranno le condizioni utili per la BCE per avviare la fase di normalizzazione che, gradualmente, dovrebbe invece avviarsi all’inizio del 2018.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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