Riunione BCE luglio, ecco cosa dobbiamo attenderci

La BCE è attesa dalla sua prima riunione nel periodo post-esito del voto britannico. Un evento che, come diverse volte abbiamo ribadito, ha immediatamente spostato nuovamente verso il basso il bilancio dei rischi per lo scenario macro Eurozona.

Anche se tutti gli analisti sono oramai concordi nel ritenere che l’impatto sulla crescita euro sia contenuto – per quanto di difficile stima – la BCE non potrà che prendere effettivo atto dei maggiori rischi verso il basso per la crescita, accentuando la forza delle comunicazioni sulla propria politica monetaria accomodante. È tuttavia improbabile, riteniamo, che il Consiglio possa optare per delle modifiche sostanziali dello stimolo monetario già nel corso di questa riunione (mentre non sono esclusi degli aggiustamenti di natura tecnica ai parametri dell’APP).

Crescita economica in rallentamento. Dunque, la prima presa d’atto non potrà che essere legata all’evidenza che la crescita dell’Eurozona sia destinata a rallentare. Una crescita che, tuttavia, aveva già perso impulso nei mesi primaverili, ancor prima che la Brexit divenisse realtà. Il PMI composito e l’indice di fiducia della Commissione Europea hanno in media recuperato rispetto ai mesi invernali, ma sono comunque scesi rispetto al picco.

Le indicazioni sull’export a maggio continuavano ad essere poco incoraggianti, con impressioni che sono poi state confermate dai successivi dati statistici. Notizie non certo esaltanti anche sul fronte delle vendite al dettaglio, rallentate a maggio, pur – come risulta facilmente riscontrabile, non in tutti i settori (ad esempio, le immatricolazioni di auto continua no a tenere ancora).

Quanto peserà la Brexit. Non tutto è comunque già interpretabile in misura negativa. La nomina di Theresa May come Primo Ministro britannico e leader del Partito conservatore, ad esempio, è avvenuta in tempi più rapidi rispetto a quanto previsto (inizialmente, si pensava che il tutto si potesse sbloccare solo in autunno). Ne è conseguito che, almeno su questo fronte, è stata risolta l’impasse politica d’oltre Manica, ma è stata lasciata aperta l’incertezza sul modo con cui verranno condotti i negoziati verso l’uscita. Sembra certo, in tal senso, che il processo non potrà comunque evitare l’avverarsi di conseguenze negative per il Regno Unito sia nel breve che nel medio periodo.

Tuttavia, è ancora molto difficile valutare la dimensione del rallentamento che ne scaturirà, soprattutto ora che il processo sarà guidato da un Primo Ministro che ha dichiarato di preferire un approccio lento e cauto al problema dell’uscita dall’UE. Per quanto concerne le – difficili – stime su quel che accadrà in ottica Pil, è possibile che a subirne le peggiori conseguenze sia il Regno Unito, con perdite che negli scenari peggiori potrebbero arrivare anche allo 0,5% del Pil in ragione d’anno, contro una flessione delle stime di crescita del Pil dell’area euro che si aggira tra lo 0,1% e lo 0,3% per i prossimi due anni. Molto arduo, in merito, pensare che la Brexit possa scaturire un’effettiva recessione dell’area euro.

BCE, tempo di difficili decisioni. Un’altra cosa sembra infine essere certa: la Brexit riporta il bilancio dei rischi per crescita e inflazione area euro nuovamente verso il basso e complica – e non poco – le scelte della BCE. I verbali della riunione di giugno indicavano un consenso piuttosto ampio sul fatto che la ripresa si andava consolidando e che i rischi verso il basso per lo scenario si erano in parte ridotti rispetto a marzo, grazie anche alle misure di politica monetaria. Già all’epoca l’istituto monetario aveva comunque assunto un atteggiamento di “vigile attesa”, che era finalizzato per lo più a comprendere in misura più attendibile quale fossero gli effetti delle misure annunciate a dicembre 2015 e marzo 2016 e solo in parte avviate, e verificare poi l’esito del referendum sulla Brexit.

Nel brevissimo termine, nella riunione della settimana, non ci attendiamo rivoluzioni né negli atteggiamenti comunicati dalla Bce, né nella presa d’atto del nuovo scenario (che verrà aggiornato presumibilmente nella riunione di settembre). Entro la riunione di luglio, infatti, la Bce non avrà a disposizione tanti dati aggiornati (solo l’indagine ZEW) e dunque è molto più probabile che le decisioni dell’istituto monetario siano dettate più dall’andamento delle condizioni finanziarie.

Esperto di trading e finanza, mi dedico alla stesura di articoli accurati e informativi, con l'obiettivo di fornire approfondimenti e conoscenze utili per orientarsi nel complesso universo degli investimenti.

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