La Russia e lo scacchiere matto

Attoniti gli investitori del forex sul rimbalzo del rublo, dopo la svalutazione attesa rispetto al dollaro Usd, in base alla quale necessitano 45 rubli per ottenere un dollaro.

Attratti dalle logiche di investimento convenzionale, molti “tori” sono caduti nella trappola, incappando in un improvviso rialzo delle quotazioni del rublo su fine seduta intra-day che ha sconvolto i piani, proprio quando meno se lo si aspettava.

Perché sarebbe avvenuto ciò? Non si è voluto considerare con il giusto peso la strategia valutaria adottata dalla Banca Centrale Russa che consiste nel rendere indipendente l’economia russa dall’economia del dollaro. In realtà, sembra talmente “grandioso” tale progetto da non essere minimamente preso in considerazione.

Nel frattempo, però, vale la pena rendersi conto che:

  • La Banca centrale russa ha sì annunciato di lasciare scorrere libero il rublo e di non intervenire più quotidianamente sul mercato dei cambi. Ma tale decisione non impedisce affatto interventi meno tattici e più strategici: una furbata non da poco quella di cercare di sottrarre alle riserve estere il rublo, di modo che venga fatta meno possibile speculazione sulla valuta
  • La Russia è all’incetta di un nuovo partneraggio commerciale, ed in particolare con i paesi vicini dei Brics, in primis la Cina. Il fatto che le materie prime più importanti (ad es. il petrolio) siano quotate in dollari e che il dollaro sia una sorta di valuta internazionale, non sta bene a molti, tanto più alla Russia, soprattutto ora che i rapporti con l’”occidente” si sono fatti più tesi, in seguito alle sanzioni internazionali. Attraverso un nuovo progetto monetario, cercherà via via di introdurre gradualmente nelle transazioni internazionali il rublo (ma adesso per ridurre la portata speculativa degli interventi, sta cercando di evitarlo). Stessa tattica per la Cina che sta introducendo gradualmente, per cercare di soppiantare il dollaro Usa, lo yuan cinese (ovvero, il renminbi).

Molto probabilmente, non vi sarà la direzionalità che ci si aspetta dal corso dei cambi Usd/Rub, proprio per l’interazione di una serie di fattori. Altrimenti, già con i “fondamentali” economici letteralmente in ginocchio, la Russia non si sarebbe certo “suicidata” nel lasciare fluttuare liberamente i cambi.

Una situazione davvero preoccupante per l’economia sovietica con il Pil a livelli bassissimi e la fuga di capitali, ormai in atto da molti anni. Molte industrie domestiche, inoltre, che lavoravano con il dollaro Usa sembrano essersi arenate con il deprezzamento del rublo, vedendo quadruplicare il costo delle forniture ed i loro debiti. Tra di queste, merita una certa menzione certamente uno dei più grandi colossi petroliferi sovietici.

Vediamo come sta procedendo il corso dei cambi, nello specifico.

russia-cambi

Nella seduta del 11/11/2014, ad inizio seduta, un altro importante allungo, rispetto a quella precedente, portandosi il livello dei cambi Rub/Usd a livelli superiori a 46.

Sulla scorta dell’esperienza precedente, questi sono i momenti tattici per entrare sul mercato in fase rialzista, dato che verso la fine della seduta intra-day molto probabilmente vi sarà un altro rischioso rimbalzo del cambio su livelli inferiori.

Il forex riflette l’equilibrio dei rapporti internazionali e le valute principali sono tutte espresse rispetto al dollaro Usa. D’altra parte, se dovessero andare in porto i progetti di autonomia rispetto al dollaro Usa perderebbero di consistenza i corsi dei cambi che non potrebbero neanche assolvere ad una funzione speculativa, nella misura in cui la valuta domestica sparisce progressivamente dalle riserve di valuta estera.

Scelta della Banca Centrale Russa che ha dato non poche “rogne” agli investitori, nell’incertezza di tenere d’occhio tale pair, certamente meno interessante di altri maggiormente transati o più spessi. Non attendiamoci, infatti, un deprezzamento continuo e lineare del rublo russo.

Appassionato di economia e finanza, porto il mio parere indipendente sui temi economici di maggiore interesse. Nel 2008 sono diventato giornalista ed editore.

1 COMMENT

  1. E’ inutile negarlo, la crisi in Russia c’è e secondo me c’è da considerare anche la vicinanza dell’Ucraina. Anche se si vuole far passare in secondo piano l’argomento è evidente che il rublo potrebbe deprezzarsi ancora di più

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