Settimana decisiva per la Bce: bene le Borse, ancora giù i Btp

Inizia una settimana fondamentale per la Bce (incontro fondamentale giovedì prossimo), in attesa dell’ufficializzazione del Quantitative Easing che darebbe il via ad una imponente manovra di espansione monetaria, che immettendo liquidità in circolazione, renderà più facile per le persone arrivare ad ottenere un mutuo in Italia (maggiori liquidità per le Banche ed una minor percentuale di essa rivolta all’acquisto di titoli Stato Italiani), porterà di nuovo su l’inflazione sostenendo i prezzi: Francoforte potrebbe da venerdì stesso dunque iniziare a comprare titoli di Stato sul mercato secondario, inondando il sistema di nuova liquidità. Tutto questo avrà come obiettivo sempre il sostegno della ripresa economica europea, attraverso l’innalzamento dei consumi. Mario Dragi ha infatti ricordato il target dell’EuroTower, che vuole mantenere l’inflazione europea sui livelli del 2% annuo, mentre ora ci troviamo addirittura in deflazione.

In attesa dell’annuncio di questa manovra, si vedono già i primi effetti con i Btp italiani a 10 anni che rendono oggi soltanto l’1,65%, nuovo minimo storico, mentre è sceso temporaneamente in giornata addirittura sotto quota 120 lo spread tra Btp e Bund tedeschi. Male solo la Borsa di Atene, perché la Grecia potrebbe rimanere fuori da questi aiuti europei.
Con Wall Street (Stati Uniti) chiusa per il Martin Luther King day, è la borsa di Milano a risultare la migliore in Europa, guadagnando un bell’1,17%, anche in virtù del boom delle banche popolari che scommettono sulla trasformazione, per legge, in Spa. Francoforte sale dello 0,73%. Londra dello 0,51%, Parigi dello 0,35%. L’euro si riprende leggermente e chiude sopra 1,16 dollari, dopo il minimo storico di 1,1495 dollari toccato lo scorso venerdì, rimanendo sempre in attesa dell’ufficializzazione delle mosse della Bce. Il franco svizzero infine, chiude la seduta odierna a 1,0026, continuando l’apprezzamento nei confronti dell’euro, dopo la fine del vincolo sull’euro stabilito dalla Banca Centrale Svizzera lo scorsa settimana.

In mattinata avevamo assistito ad una seduta positiva anche di tutte le Borse asiatiche, ad eccezione dei listini cinesi, contrassegnati da un boom di vendite dopo che l’authority di Borsa ha introdotto misure anti-bolla.
Continua nel frattempo la volatilità e l’inconsistenza delle quotazioni del petrolio: dopo i cali della mattina ed il taglio alle previsioni per il 2015 da parte di JP Morgan, il prezzo del Wti risale solo per poco tempo, chiudendo poi la seduta comunque in calo di due punti a circa 47,9 dollari, mentre il Brent arriva sotto i 50 dollari al barile. Giù anche l’oro, che tratta in area 1.273 dollari l’oncia.

Con gli indici a Wall Street oggi appunto fermi per il Martin Luther King day, c’è attesa per l’apertura delle operazioni di domani, dopo che addirittura anche gli investitori americani sembrano aver preso molto male la mossa totalmente inaspettata di giovedì scorso della Banca Nazionale Svizzera, che ha eliminato il vincolo di 1 euro = 1,20 franchi, in vigore da oltre 3 anni, con la conseguenza diretta sui mercati che la Bns non sta più intervenendo per difendere quel rapporto, acquistando euro sul mercato. In Europa a tal proposito si attendono sempre con trepidazione le dichiarazioni in merito del Fondo Monetario Internazionale.

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