Spread BTP BUND 10 anni: valore, come si calcola

Cos’è lo Spread BTP BUND 10 anni? Come si calcola lo Spread BTP BUND 10 anni? Lo Spread BTP BUND rievoca un periodo recente drammatico per il nostro Paese, quello tra la seconda metà del 2011 e la prima metà del 2012. Quando raggiunse livelli drammatici, al punto da costringere il Governo Berlusconi alle dimissioni e all’arrivo del cosiddetto “governo dei professori”, guidato da Mario Monti.

Il termine Spread divenne di uso comune nel linguaggio degli italiani, tanto che furono bombardati dai media in quel periodo. A Napoli nacque anche l’immancabile fuoco d’artificio più potente con quel nome in occasione del Capodanno.

In questo articolo vediamo dunque cos’è lo Spread, come si calcola il valore dello Spread BTP BUND a 10 anni.

Spread cos’è

Cos’è lo Spread? Con il termine SPREAD, traducibile in italiano Differenziale, viene ormai comunemente indicata la forbice di differenza tra il rendimento offerto dal Btp (acronimo di Buoni del tesoro poliennali) a 10 anni e dal titolo di stato tedesco della medesima durata: il Bund.

Ma il termine SPREAD non indica solo questo. E’ anche la differenza tra denaro/lettera quando si acquista un’azione o un’obbligazione, il differenziale di rendimento tra due titoli di Stato, l’incremento del saggio di interesse applicato al mutuo da una banca rispetto al tasso Euribor o il guadagno di un Broker su un trade.

Per quanto riguarda le obbligazioni governative, le due condizioni basilari per calcolare lo spread sono la stessa scadenza e possibilmente anche la stessa valuta. Il primo elemento, in quanto la valorizzazione del rischio Paese, espresso implicitamente dagli interessi richiesti dal mercato per finanziare i bisogni dello Stato, sono inevitabilmente legate alla durata del prestito. Più la durata del bond è lunga, più esso è ritenuto un investimento pericoloso.

Riguardo al secondo elemento, invece, nasce dall’esigenza di non esporsi a quello che viene identificato come il rischio di cambio. Vale a dire il rischio che l’investitore veda immunizzata la resa del suo impiego per il deprezzamento della valuta.

Spread Btp Bund come si calcola

Come si calcola lo Spread? Si parte calcolando il tasso di rendimento interno del Btp e Bund a 10 anni. Se il primo segna un rendimento del 4,5% e quello tedesco dell’1%, lo SPREAD sarà di 350 punti base. Tale elemento viene sempre espresso in punti base e non in percentuale. Qual è il motivo di ciò? In quanto 1 punto base corrisponde a una differenza dello 0,01% dei rendimenti. Ossia, l’1% vale 100 punti base.

Un esempio di Spread:

Se il Btp a 10 anni italiano rende il 3% e il Bund decennale l’1%, lo Spread sarà pari a 200 punti base (2% di discrepanza). Il rendimento e il prezzo di un bond hanno un rapporto inversamente proporzionale. Vale a dire che quando il prezzo sale, il tasso scende, e viceversa.

Infatti, lo spread non è un valore statico ma dinamico. E anche molto dinamico. Dato che varia di minuto in minuto in base alle variazioni di prezzo che i due strumenti hanno nel corso della seduta di Borsa.

Se il valore del Btp scende, e quindi il suo rendimento sale, mentre quello del Bund rimane stabile o si rivaluta, lo Spread tra i due titoli di Stato aumenta.

Lo SPREAD tra i titoli di Stato, viene da sempre calcolato e monitorato dagli operatori di mercato e dagli analisti finanziari. Solo che ha assunto popolarità soprattutto con l’arrivo dell’Eurozona, come misura dello stato di salute dei vari Stati in confronto del titolo di Stato tedesco. Dato che la Germania è la locomotiva economica dell’Unione europea.

I titoli che invece solitamente sono ritenuti in affanno solo quelli dei cosiddetti PIGS, acronimo visto anche in modo dispregiativo. Ossia Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.

Btp cosa sono

I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono titoli di credito a medio-lungo termine emessi dal Tesoro (ossia lo Stato italiano) con scadenza pari a 3, 5, 7,10, 15 e 30 anni. L’investitore riceve durante la vita dell’obbligazione un flusso cedolare costante ed alla scadenza una somma di denaro pari al valore nominale dei titoli posseduti.

Si differenziano dai Bot in quanto con questi ultimi il profitto per l’investitore è dato dalla differenza tra prezzo di acquisto (o di emissione) e prezzo di rimborso. Mentre coi Btp vi è anche la remunerazione connessa con le cedole.

Le cedole sono solitamente predeterminati in misura fissa e con cadenza semestrale; il tasso di interesse è fissato al momento dell’emissione e quindi l’ammontare delle cedole è costante per tutta la vita del titolo.

Anche nel caso di questi strumenti di debito pubblico, l’emissione avviene tramite asta; solitamente si ha un’emissione al mese. Si tratta di aste marginali in cui non viene definito un prezzo base d’asta.

Il Mot, il mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato, è il mercato secondario anche per i BTP e su questo circuito si trovano quindi titoli aventi una certa vita residua, ad un prezzo corrente di mercato che potrà anche essere diverso da quello di emissione in ragione delle fluttuazioni dei tassi di mercato. Gli investitori istituzionali prima della scadenza possono comprare o vendere i BTP sia sul mercato secondario regolamentato (MTS), per operazioni non inferiori a 2,5 milioni di Euro, che su quello non regolamentato (over-the-counter).

I BTP possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo di 1000 Euro o un multiplo di esso.

A chi sono rivolti i Btp? Soprattutto a quanti richiedono flussi di pagamenti costanti e certi ogni sei mesi. Le varie scadenze esistenti sul mercato consentono di programmare flussi di cassa regolari durante tutto l’arco dell’anno. Inoltre i BTP sono particolarmente apprezzati per la loro liquidità.

I rischi principali legati ai BTP sono legati al mercato. La volatilità è tanto maggiore quanto più lunga è la vita residua del titolo. Un innalzamento dei tassi di mercato comporterà un calo del prezzo del BTP. Per eguagliare il rendimento di mercato, date le cedole fisse, la quotazione dovrà decrescere, in modo che l’investitore recuperi con un “capital gain” la differenza tra il rendimento cedolare e quello di mercato. Viceversa nel caso di cali dei tassi il prezzo del BTP si alzerà.

Spread Btp Bund come si legge

Come si legge lo Spread tra Btp e Bund? Più alto è il rendimento e maggiore sarà il rischio che il nostro governo non sia in grado di restituire le cedole sugli interessi e quindi non riesca a rimborsare il capitale in scadenza. Come successo nel novembre 2011, quando lo Spread tra Btp e Bund decennali raggiunse il massimo storico di 575 punti.

Più lo Spread è alto e più il livello di rischio del paese, in questo caso l’Italia, sarà proporzionalmente elevato. Se lo Spread si restringe vuol dire che il mercato valuta meno alto il rischio di default del debito italiano, se si amplia, significa che viene percepito come più rischioso.

Bund cos’è

Un titolo federale tedesco (Bund in breve) è un titolo emesso dalla Repubblica Federale di Germania come titolo di stato. Oltre ai prestiti a breve termine da parte di banche, le obbligazioni federali e altri titoli federali rappresentano un modo in cui il governo federale può finanziare le spese governative se necessario.

Un titolo federale ha una durata di 10 o 30 anni, rendendolo il più lungo titolo federale. Le obbligazioni federali sono dotate di un tasso di interesse annuale fisso (cedola). Come per tutti i titoli fruttiferi, la quotazione viene effettuata come percentuale del valore nominale (valore nominale). Alla fine del termine, i Bunds saranno rimborsati al loro valore nominale completo.

La moneta di emissione è di solito l’euro, anche se il governo federale ha emesso obbligazioni nel 2005 e nel 2009 i cui interessi e rimborsi sono stati effettuati in dollari statunitensi. Alla fine del 2016, il volume totale di titoli di stato in circolazione ammontava a 708 miliardi di euro Quota del 60% del debito federale totale.

Qual è la storia dei Bund? I precursori dei titoli federali erano i legami imperiali. Quando i fondi per riparare il debito francese furono esauriti nel 1876, secondo il decreto del 14 giugno 1877 (“relativo all’accettazione di un prestito”), fu emesso il primo prestito del Reich con un volume di 16 milioni di marchi.

Il primo prestito federale è arrivato l’11 dicembre 1952 sul mercato, il loro volume obbligazionario era di 500 milioni di DM. Originariamente, c’era una distinzione tra due tipi di obbligazioni: il prestito obbligazionario e il prestito Schatzanweisung.

Quest’ultimo era dotato di un termine più breve e non conteneva alcun diritto di cancellazione del debito del governo federale. L’emissione fino al 1963 comprendeva un pagamento di interessi semestrale, dal 1971, tutte le obbligazioni federali hanno un pagamento degli interessi di tipo annuale. Nel gennaio 1969, la Confederazione ha introdotto le banconote del Tesoro federale, che dovevano servire sotto forma di tipo A e tipo B esclusivamente per l’accumulazione di beni della popolazione.

Dal giugno 1972 non ci sono più pezzi efficaci, poiché le obbligazioni sono ora in circolazione come diritti di sicurezza (Schuldbuchforderungen). Nel 1987, il governo federale ha ribattezzato le banconote a medio termine in buoni del tesoro. L’ammontare nominale minimo dei titoli di stato è stato aumentato da 100 a 1.000 DM nel 1993.

Nel febbraio 1997 è stato lanciato per la prima volta un titolo di Stato a tasso variabile. L’innovazione finanziaria del Bund slegato si è svolta per la prima volta nel luglio 1997. Dal 2006, il governo federale ha anche lanciato obbligazioni indicizzate all’inflazione i cui interessi e rimborsi sono collegati al tasso di inflazione nella zona euro.

Cosa succede quando Spread Btp Bund cresce

Nello Spread Btp Bund, si possono verificare 2 casi:

  • il rendimento del titolo tedesco scende
  • il rendimento del Btp sale

Il primo caso è alquanto raro e non comporta oneri aggiuntivi per il debito pubblico italiano.

Il secondo caso è più facile che si verifichi, perché è difficile che si muovano molto i titoli tedeschi, considerati i più solidi dell’Eurozona. Quando il Btp cresce di rendimento e il Bund resta fermo, lo Spread si allarga e significa che il governo italiano dovrà sborsare una somma maggiore in interessi sul debito pubblico.

Il terzo caso, è che sia Btp che Bund si muovano entrambi al rialzo o al ribasso.

Se lo Spread si allarga, vuol dire che il mercato percepisce come meno sicuro il nostro paese, o per lo meno meno a prova di default rispetto alla Germania. L’Italia viene insomma in questo caso ritenuta meno affidabile della Germania in termini di capacità di restituire il debito e rispettare gli impegni presi.

Di fatto quello che succede è che i titoli di Stato italiani perdono valore e di riflesso fanno aumentare i rendimenti. Dunque, gli investitori vengono premiati per i rischi intrapresi puntando sul debito pubblico italiano.

Bund e debito americano

Un altro confronto viene sovente fatto tra il Bund tedesco e il debito americano. Quest’ultimo espresso dai tassi decennali dei Treasuries. Questo rapporto offre un dato sull’affidiabiltà creditiza tra Stati Uniti ed Eurozona.

Lo Spread con i tassi decennali dei Bund difficilmente è negativo. Di recente è accaduto solo ai titoli giapponesi e svizzeri, i soli ad essere ritenuti più sicuri di quelli tedeschi. Per la serie…siamo sempre il meridione di qualcuno.

Bund visto singolarmente

Il Bund tedesco viene anche analizzato da solo, senza confronti. Ciò in quanto al pari dell’oro, il Bund è un classico asset “rifugio” in periodi di turbolenza. Ad esempio, tassi negativi sui titoli tedeschi a 2 anni sono un chiaro segnale di nervosismo tra gli investitori.

Nel caso di rendimenti negativi, infatti, gli investitori sono disposti a pagare per prestare denaro a un paese – in questo caso la Germania – per il timore di incassare perdite puntando i capitali su lidi meno sicuri.

Quotazione Spread BTP 10 anni BUND

Qual è la quotazione dello Spread BTP 10 anni e i BUND tedeschi? Nel momento in cui scriviamo, è pari a 120,1. In calo del 3,69%

Come si calcola il rendimento di un titolo di stato

Come si calcola il rendimento di un titolo di stato? Occorre prendere in considerazione 2 elementi:

  • la cedola, ovvero un interesse che lo stato paga periodicamente
  • il guadagno (o la perdita) in conto capitale, che rappresenta la differenza tra quanto l’investitore ha pagato al momento dell’acquisto del titolo di stato e quanto gli viene restituito dallo Stato al momento della scadenza.

Quindi, il rendimento di un titolo di stato, scaturisce dalla somma degli interessi e dalla differenza tra l’importo rimborsato e l’importo speso all’acquisto, diviso il prezzo d’acquisto.

Cosa succede quando lo spread aumenta?

Abbiamo detto che quando si verifica che il rendimento dei titoli italiani è più alto di quello tedesco, lo spread aumenta. Cosa succede in termini pratici?

Lo Stato italiano offre i suoi titoli a un tasso di interesse più alto rispetto a quello tedesco. E ciò ovviamente non è un fatto positivo, in quanto non aumentano il guadagno derivante dai tassi di interesse.

Ciò significa che uno Stato potrebbe offrire un capitale restituito più basso e quindi viene considerato meno affidabile.

Pertanto lo stato Italiano, per rendere più appetibile i suoi titoli, deve aumentarne il rendimento. Altrimenti nessuno li acquista, dato che non sono considerati di certo sicurissimi.

Nel caso in cui viene percepita una maggiore fiducia nei confronti dei titoli di stato, essi riusciranno ad attirare investitori interessati a un basso profilo di rischio.

Insomma, essi offriranno un rendimento minimo ma accettabile. Quindi lo Stato riuscirà a vendere i suoi titoli a bassi tassi di interesse.

Ricapitolando, quando aumenta lo spread Btp Bund, vuol dire che i tassi di interesse dei titoli di Stato italiani sono aumentati rispetto a quelli tedeschi. Pertanto, se lo Stato italiano vuole venderli, deve aumentarne il rendimento. Finirà per apparire meno affidabile rispetto a quello tedesco. Diversamente, non riuscirebbe a collocarli.

Questa situazione solitamente è preoccupante per l’economia del paese, in quanto potrebbe succedere che le somme non siano restituite. Succede di rado, come nel caso dei titoli di stato argentini, e non è il caso dei titoli di stato italiani.

Nel caso migliore, lo Stato è sempre riuscito a restituire il debito, ovviamente con un costo maggiore a causa degli interessi.

Aumento Spread Btp Bund conseguenze

Quali sono le conseguenze di un aumento dello Spread tra Btp e Bund?

Debito Pubblico

Per quanto riguarda il debito pubblico, occorre considerare che i Btp nascono a tasso fisso. Pertanto, il fatto che il rendimento sia variabile è importante al fine di investe in BTP.

Per quanto riguarda invece i Btp già emessi, lo Stato deve pagare gli interessi pattuiti all’atto di emissione.

Se lo spread è in aumento, vuol dire che mano a mano che i Btp scadono, lo Stato dovrà emetterne degli altri con interessi e rendimento sempre più elevati al fine di accaparrarsi capitali per pagare quelli già emessi. Altrimenti, il rischio è che non siano acquistati.

Finanziamenti privati

Tutti i prestiti concessi ai cittadini dalle banche e da altre finanziarie sono legati all’Euribor.

Quest’ultimo è un tasso interbancario che risente più della maggiore o minore liquidità presente nel mercato interbancario che non dello spread Btp Bund.

Le conseguenze sui costi dei mutui possono essere:

  • scendano nel caso in cui la BCE acquisti titoli di Stato e immette in questo modo liquidità
  • salgano, in caso contrario.

I possessori di BTP, o altro tipo di titolo pubblico, non possono vederlo fino alla reale scadenza e solo allora saranno rimborsati dallo stato che li ha emessi.

Banche e Fondi obbligazionari

Se la quotazione dei BTP dovesse scendere ancora, ciò avrebbe come conseguenza il far salire il rendimento e di conseguenza anche lo spread. Ciò avrebbe un impatto negativo sulle banche, in quanto sono definite come investitori istituzionali e quindi investire in titoli di Stato fa parte del loro mestiere.

Esse ne possiedono tanti e con il prezzo che scende, scende anche il loro capitale.

Analogamente, anche i fondi obbligazionari perderebbero tantissimo, in quanto valutano il portafoglio titoli al prezzo di mercato.

Aziende private

Anche le aziende private ne risentirebbero. Ciò in quanto al cittadino italiano è più conveniente comperare titoli di Stato piuttosto che investire in obbligazioni private. In quanto egli preferisce investire in titoli di Stato, dato che quest’ultimo è pur sempre un emittente più solido rispetto ad un’azienda privata.

La conseguenza per l’azienda privata diventa quella di reperire più difficilmente capitali, proprio perché gli investitori italiani potrebbero prediligere i titoli di Stato.

Spread Btp Bund, il drammatico 2011

Il Governo dei Professori, un complotto contro il Governo Berlusconi, la paura degli italiani per la fine dei propri risparmi, Grillo che chiese un’inchiesta per impichment. L’anno 2011 fu caratterizzato, dal punto di vista economico, dallo spauracchio dello Spread. Ecco una ricostruzione di quanto accadde.

1. Da giugno a maggio 2011, lo Spread inizia a salire

Il 4 gennaio 2011 lo spread è a 173 punti. Il 30 dicembre arriverà a quota 528, con un incremento di 355 punti. I primi sei mesi dell’anno trascorreranno con un’altalena continua del differenziale tra i Btp e gli omologhi Bund tedeschi. Lo Spread si ripercuote anche sulla popolarità del governo Berlusconi. Infatti, a fine maggio 2011, in occasione delle elezioni amministrative, il centrodestra incasserà una pesante batosta elettorale. Ma non c’è solo lo Spread. Ci si mette pure il Rubygate.

2. Giugno 2011, inizia la crisi Berlusconi-Tremonti

A giugno il dibattito politico si concentra sulle scelte della manovra, mentre nella maggioranza si fanno sempre più forti le voci di coloro che attaccano Giulio Tremonti e chiedono un cambio al ministero dell’Economia. Anche tra Berlusconi e Tremonti inizia a crearsi una crepa, che non si rinsalderà più.

3. Luglio 2011, la bocciatura di Standard & Poor’s e la nascita dei Piigs

A luglio 2011 esplode la crisi del debito e il battesimo dei Piigs, come detto l’acronimo che raggruppa i 5 Paesi in difficoltà: Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna.

E in quel mese lo Spread arriva a 225 punti. Occorre anche scegliere il successore di Mario Draghi al vertice di Bankitalia. Una scelta non facile, considerando il clima già difficile. Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, lancia un monito mentre un difficile Consiglio dei ministri è riunito per decidere sulla manovra e sul candidato.

Il 1° luglio arriva la bocciatura di Standard & Poor’s sulla manovra. Così tuonava l’agenzia di Rating che in quel periodo abbiamo imparato a conoscere per il caso dei sub-prime: “Restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito, principalmente a causa della debole crescita”. Venivano così ripresi i concetti espressi già a maggio, quando l’outlook dell’Italia era stato rivisto da “stabile” a “negativo”.

Il 7 luglio lo spread schizza oltre quota 226, il record dalla nascita dell’euro. Stessa sorte per i titoli di Stato spagnoli, portoghesi, greci e irlandesi, i nuovi deboli di Eurolandia. Il Governo Berlusconi, ed in particolare il Ministro Tremonti, sono messi fortemente in discussione. Il Presidente uscente di Bankitalia, Mario Draghi, rilascia un comunicato forte per cercare di rassicurare tutti sullo stato economico dell’Italia. Ma anche per rafforzare la credibilità delle misure per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014.

Il 16 luglio lo spread tocca nuovi record. Nella maggioranza di centrodestra si consuma uno strappo tra Berlusconi e la Lega di Umberto Bossi, irremovibile sull’arresto del deputato Pdl Alfonso Papa. Ai vertici del Popolo della libertà si comincia a ragionare su come fronteggiare un’eventuale crisi di coalizione. Il Pd sonda gli umori del Carroccio e si affaccia l’ipotesi di un governo tecnico con dentro la Lega. A guidarlo potrebbe essere proprio Mario Monti, ex commissario Ue e presidente della Bocconi, avvicinato in quei giorni da alti dirigenti democratici, da Rosy Bindi ad Enrico Letta, allora vicesegretario del partito.

4. Agosto 2011, lo Spread sfiora i 400 punti e la Bce attacca

Il 3 agosto lo spread supera la soglia dei 300 punti. Dal Financial Times, edizione londinese, arriva una nota di biasimo nei confronti di Tremonti che viene definito “un povero esempio per gli italiani, non indispensabile”. Ma sarà l’edizione tedesca del Ft a lanciare ufficialmente Mario Monti come l’Anti-Berlusconi. Così descriveva il futuro Premier Monti: “Asciutto, obiettivo, minuzioso, ligio alle regole e un po’ rigido, Monti ha tutte le qualità che mancano a Berlusconi”.

Quando, tra il 4 e il 5 agosto, lo spread arriva a sfiorare i 390 punti, al governo italiano arriva anche la lettera durissima della Bce, inviata dal presidente Jean Claude Trichet e dal successore in pectore, Draghi. Le richieste della Bce sono lette da tutti i commentatori come condizioni da rispettare per evitare la bancarotta del paese. La Bce ‘chiede’ tra le altre cose, di anticipare al 2013 il pareggio di bilancio e di raggiungere un deficit pubblico pari all’1% del Pil già nel 2012, con una manovra di tre punti – circa 50 miliardi di euro – in un solo anno.

Qualche giorno dopo, sul Corriere della sera Mario Monti scrive un editoriale. Una sorta di prodomo a ciò che verrà. Che però non piace al Pdl. Nell’editoriale, Monti parla di un’Italia governata da un “podestà forestiero” e di misure urgenti di politica economica imposte da un “governo tecnico sopranazionale” che non abita a Palazzo Chigi, ma ha “sedi sparse tra Bruxelles, Francoforte, Berlino, Londra e New York”. L’editoriale viene pubblicato il 9 agosto 2011 e secondo molti analisti, in quei giorni Monti si sarebbe incontrato con Napolitano.

In quello stesso giorno, intervistato dal Tg5, Monti risponde che spera che l’emergenza venga presto superata e non ci sia bisogno di un suo intervento. Dice che se fosse interessato a far parte di un Governo, avrebbe già accolto la richiesta di centrosinistra, Lega e presidente Scalfaro dopo il ribaltone di fine ’94. Già nel 1994, racconta, di aver detto no a Palazzo Chigi. E che avrebbe detto sì “solo se anche il centrodestra di Berlusconi avesse dato il suo appoggio”.

Le dichiarazioni di Monti non passano ovviamente indisturbate e sono attaccate dai giornali di Berlusconi, vedendole come un blitz dei poteri forti. Parlando anche di “Ossessione governo tecnico”.

Settembre 2011, arriva il downgrade

Nel mese di agosto lo Spread resta alto ma stabile. Tuttavia, il mese di settembre riprende la sua corsa e diventa incontrollabile anche perché da Standard & Poor’s arriva per l’Italia il temuto downgrade. La reazione dei mercati sui titoli italiani è durissima con i Credit default swap, termometro dei rischi di fallimento di un paese, che balzano alle stelle.

Ottobre 2011 e la risatina del duo Merkel-Sarkozy

Stesso dicasi per ottobre, mese nel quale lo Spread resta molto volatile. Tuttavia, il 23 ottobre, Francia e Germania lanciano l’ultimatum a Berlusconi: “Attui subito le misure per debito e crescita”. E fa subito il giro di web e tv il video in cui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy da Bruxelles rispondono alle domande dei giornalisti al termine di una riunione del Consiglio europeo. I due si scambieranno uno sguardo di intesa con tanto di risatina, quando gli viene chiesto se hanno fiducia in Berlusconi. Poi Sarkozy ripara dicendo che hanno fiducia in tutto il sistema italiano. Tuttavia, proprio Sarkozy aveva iniziato a ridere già mentre ascoltava la formulazione della domanda. Ma ormai, quella scena è emblematica: l’Unione europea non ha fiducia in una ripresa del nostro Paese. Col Governo Berlusconi che cercò in tutti i modi di “non mettere le mani nelle tasche degli italiani”.

Novembre 2011, Berlusconi costretto alle dimissioni

Dopo la volatilità di ottobre, lo Spread inizia a salire incontrollato a novembre, quando il differenziale Btp-Bund tocca il suo record storico a quota 574 punti. E’ il 9 novembre e Napolitano nomina Monti senatore a vita. Tre giorni dopo, Silvio Berlusconi sale al Colle per dimettersi: il 12 novembre, il Cav getta la spugna al termine di una giornata tesissima. Quel giorno Berlusconi e Monti si incontrano a Palazzo Chigi per un colloquio di 2 ore dedicato a fare il punto su programma e lista dei ministri. Il 16 novembre il presidente della Repubblica darà a Monti l’incarico di formare un governo tecnico.

Dicembre 2011, lo Spread scende

Lentamente lo Spread riprende a scendere, toccando 368 punti il 6 dicembre. Tuttavia, verso la fine tornerà a salire e superare quota 500. La sola nomina di Monti non è bastata, l’Unione europea vuole i fatti. Infatti, anche per tutto il primo semestre 2012, lo Spread sarà caratterizzato da volatilità. Fino a quando saranno approvate via via le varie manovre lacrime e sangue, di cui ancora oggi ci ricordiamo. Su tutte, la Legge Fornero sulle pensioni.

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